“Non c’è un posto occupato in rianimazione dal 18 aprile. Di quale malattia stiamo parlando? I virus arrivano e se ne vanno. Io non sono negazionista, è la parola che è assurda! Avessero detto epidemia para-influenzale darei ragione, ma non si può parlare di pandemia!“.
Queste le parole di Alessandro Meluzzi che si sono guadagnate una nuova censura da parte della piattaforma di video-sharing YouTube. Il video dell’intervista al noto psichiatra andata in onda lo scorso 23 giugno è stato rimosso dalla piattaforma per aver violato le norme della community. Una rimozione che si aggiunge alle tante altre che si sono verificate ogni qual volta l’opinione espressa fosse diversa da quella accettata dagli algoritmi di YouTube.
La domanda sorge spontanea: una multinazionale può essere al di sopra di libertà e diritti costituzionalmente garantiti?
Ne abbiamo parlato proprio con Alessandro Meluzzi a ‘Lavori in Corso’.
“È sorprendente ma interessante, dimostra che stiamo toccando dei nervi scoperti. Era un intervento innocuo, etimologico: la differenza tra una pandemia e una epidemia.
Sono questioni su cui rifletterebbe chiunque aldilà degli schieramenti. Il fatto che abbiano accusato di negazionismo rispetto all’esistenza della pandemia è una cosa che io trovo pazzesca perché basta guardare i numeri. Questa cabina di regia – se c’è – a livello nazionale, a livello planetario, per imporre un pensiero unico non si rende conto che esiste un meccanismo logico che si chiama eterogenesi dei fini per il quale più cerchi di imporre un pensiero unico più si impone un pensiero opposto. Infatti oggi ci sono tanti No Vax come non ce ne sono mai stati.
È chiaro che questa dittatura da polizia sanitaria, da polizia ideologica, dà risultati nell’immediato ma poi genera delle reazioni.
Pandemia vuol dire contagio generalizzato. Scusatemi ma io i numeri da pandemia non li vedo! Oltretutto se poi calcoliamo tra i malati quelli che loro chiamano contagiati. Gente che nella percentuale maggiore dei casi non ha niente, nessun sintomo! Non hanno un colpo di tosse o uno starnuto. Possibile che questo ragionamento nessuno riesca a farlo. Chiamano contagiati della gente che non ha niente.
Non mi si può accusare di essere un negazionista, sono stato tra i primi a gridare che stava arrivando un virus dalla Cina. Sto negando che produca una malattia? Sto negando che il virus possa creare in una popolazione ristrettissima – come gli anziani – degli effetti gravissimi? Ma non si può parlare di pandemia di fronte a 30 mila morti. Questo No! Può dirlo anche il Papa, ma bisogna capire cosa vuol dire la parola pandemia, epidemia e endemia. Io brandendo un vocabolario continuerò a dire che per parlare di pandemia bisogna parlare di contagio generalizzato”.
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