Gli incendi boschivi nella foresta pluviale amazzonica in Brasile sono aumentati a luglio del 28% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Lo ha reso noto l’Istituto nazionale di ricerca spaziale (Inpe): 6.803 a luglio 2020 rispetto ai 5.318 del luglio 2019.
Solo il giorno 30 luglio i satelliti hanno rilevato 1.007 incendi in Amazzonia. Inoltre, secondo quanto precisa Greenpeace, gli incendi sono aumentati del 77% nelle riserve indigene e del 50% nelle riserve naturali protette da luglio 2019. “L’ennesima prova del fatto che le organizzazioni criminali stanno invadendo le aree per sviluppare le proprie attivita’ illegali”, afferma il portavoce di Greenpeace, Romulo Batista.
Gli incendi vengono spesso utilizzati illegalmente per bonificare terreni agricoli, zootecnici e minerari. “Questo e’ il numero piu’ alto registrato a luglio dal 2005 ed e’ ancora piu’ preoccupante perche’ il 2019 e’ gia’ stato un anno devastante in relazione agli incendi in Amazzonia, scatenando proteste internazionali”, afferma Batista.
Nelle scorse settimane, a seguito delle pressioni esercitate soprattutto a livello internazionale, il governo del Brasile ha approvato un decreto che vieta di accendere fuochi nelle aree forestali e nei terreni non coltivati nelle regioni dell’Amazzonia e del Pantanal per 120 giorni. La misura mira a limitare il numero di roghi (tipici di attivita’ legate all’agricoltura) per contenere il rischio di incendi nelle regioni centrali e settentrionali del paese nel corso della stagione secca. Il dipartimento generale della presidenza della Repubblica (Secom) ha spiegato che la maggior parte degli incendi si verifica tra i mesi di agosto e ottobre, precisando che le previsioni del Centro di previsioni meteorologiche e studi climatici prevedono una forte siccita’ da luglioma settembre.
Gli attivisti di Greenpeace tuttavia affermano che le misure non sono sufficienti per risolvere il problema. “Il fatto di avere piu’ di mille roghi in un solo giorno, un record degli ultimi 15 anni per il mese di luglio, dimostra che la strategia del governo di condurre operazioni di propaganda non e’ efficace sul suolo della foresta”, ha detto il portavoce Batista, in una nota. “La moratoria, che proibisce di bruciare sulla carta, non funziona se non c’e’ anche una risposta sul campo, con piu’ ispezioni. Dopotutto, i criminali non sono famosi per rispettare le leggi”, ha aggiunto Batista.
Da tempo organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative e fondi di investimento manifestano preoccupazione per la velocita’ di disboscamento che si registra nella foresta amazzonica e per le politiche ambientali del governo di Jair Bolsonaro. Critiche liquidate dal presidente Bolsonaro come una “guerra di informazione” sulla questione ambientale.
Intanto i fondi di investimento promettono di disinvestire nella deforestazione e annunciano “monocolture sostenibili”…