Nuova occupazione in via Domenico Trentacoste 7. Di seguito il comunicato.
Vogliamo essere una spinta energica che si riversa sulla città, pronta ad accogliere chiunque voglia mettersi in gioco. Siamo studenti, lavoratrici, precari e disoccupate, persone che hanno preso la decisione di provare a cambiare qualcosa, sperimentando metodi diversi di aggregazione e inclusione.
Decidiamo quindi di prendere e restituire alla città uno spazio chiuso da anni e lasciato ad abbandono e degrado. Rimetterlo in mano alle cittadine e ai cittadini che abitano il quartiere, dando la possibilità a chiunque voglia di portare idee, spunti, proposte e progetti, per poter lavorare insieme. L’occupazione diventa quindi uno strumento di denuncia e riappropriazione collettiva di beni immobili che, soprattutto in questo periodo, devono essere messi a disposizione delle persone che hanno voglia di cambiare e interagire attivamente con il territorio che vivono.
Da questi presupposti nasce infatti l’idea di laboratorio, un concetto che nella quotidianità vorrà permettere di produrre elaborazione teorica e pratica, che sia in grado di tenere al suo interno una moltitudine di culture diverse, progetti sociali che variano dalla condivisione dei saperi allo sport popolare, dalla mobilità sostenibile agli sportelli di mutuo aiuto: insomma, tutto ciò che può essere una risorsa per la città e per chi la abita.
Un laboratorio che vorrà espandersi e contaminarsi anche e soprattutto oltre le sue mura:
Lo abbiamo fatto durante il durissimo lockdown, che ha colpito l’intero territorio per quasi tre mesi, stando in strada al fianco di Emergency e alle Brigate Volontarie per l’emergenza. L’obbiettivo era non lasciare indietro nessun* e così è stato: migliaia di famiglie del quartiere hanno ricevuto aiuti alimentari e sostegno psicologico. Da qui ripartiremo e faremo tutto il possibile per creare una comunità che si aiuti e sappia aiutare tutt*.
Nelle scuole, con il lavoro delle studentesse e degli studenti del Coordinamento Azadî, per un’istruzione pubblica, laica e accessibile, che sia in grado di formare menti critiche e curiose.
Nei quartieri popolari e non, per costruire con chi li vive alternative e risorse utili a chi abita la città, combattendo ogni forma di razzismo e discriminazione.
Nei luoghi di lavoro, dove sfruttamento e prevaricazione sono all’ordine del giorno, insieme a chi tira la cinghia ogni mese e lotta per ciò che gli spetta.
Invitiamo quindi chiunque voglia darci una mano a costruire tutto questo, chiunque oggi senta la necessità di attivarsi in prima persona, chiunque ami Milano, ma riconosca una grossa difficoltà nel viverci, chiunque abbia anche la lontana idea di costruire un futuro diverso e migliore, a venirci a trovare in questo nuovo spazio comune.
Le ragazze e i ragazzi del Laboratorio Occupato Kasciavìt (L.OC.K.)