Cambiamento climatico e Covid-19: la ricerca IPSOS sugli italiani

Alex Langer nel lontano 1994 ha affermato che “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”. Ma cosa è socialmente desiderabile? O, in altre parole, cosa “desidera” realmente la nostra società? Quanto è pronta ad un cambiamento ecologico dei propri stili di vita?

Un contributo di Mario Sassi, membro del Gruppo Tematico Economia&Decrescita (*)

A queste ed altre domande prova a rispondere una ricerca di Ipsos Global Advisor condotta in 14 Paesi nel Mondo (tra cui l’Italia) e pubblicata ad aprile 2020 in occasione della Giornata Mondiale della Terra, ma di cui si è parlato troppo poco.

Riteniamo questa ricerca molto interessante ed importante perché, da un lato sfata il luogo comune per cui “alla gente” non importa (quasi niente) dell’ambiente, dall’altro identifica gli specifici cambiamenti degli stili di vita che le persone nei diversi Paesi si dichiarano pronti a fare. Ricerche di questo tipo andrebbero condotte e diffuse molto più frequentemente!

Veniamo ora ai principali risultati. A livello globale, il 71% del campione giudica, nel lungo termine, il cambiamento climatico una crisi grave tanto come quella di Covid-19; il 65% sostiene una ripresa economica “verde” dalla crisi da Covid-19; il 79% dichiara di voler cercare prodotti più sani e migliori per l’ambiente; il 77% ritiene che le attività umane contribuiscono al cambiamento climatico. Le percentuali in Italia sono molto simili e sono riassunte nella tabella 1.

TABELLA 1. DOMANDA: In che misura siete d’accordo o in disaccordo con quanto segue: 

Quello che varia molto da Paese a Paese sono le principali questioni ambientali che ciascun Paese deve affrontare. In Italia sono il riscaldamento globale, l’inquinamento dell’aria ed i rifiuti (vedi Tabella 2).

TABELLA 2. Domanda: Quali sono le tre questioni ambientali più importanti che deve affrontare il mio Paese?

Anche le scelte individuali che le persone si dichiarano pronte a fare variano tra i diversi Paesi. In Italia le voci più votate sono “evitare i prodotti che hanno molti imballaggi” ed “Evitare di acquistare nuovi beni” (vedi Tabella 3).

TABELLA 3. Domanda: Pensando alle cose che potreste fare per limitare il vostro contributo al cambiamento climatico, quanto è probabile o improbabile che possiate apportare i seguenti cambiamenti entro il prossimo anno?

In conclusione, ci sembra che “la gente” sia molto più pronta ad affrontare alcuni cambiamenti di quanto non venga raccontato dai media o discusso a livello politico. Sta ad associazioni ed attivisti come noi portare questi temi nel dibattito pubblico bene e spesso, anche per discutere concretamente delle azioni da intraprendere sia a livello individuale che collettivo. Questo è e sarà l’impegno di tutto il Movimento per la Decrescita Felice ed in particolare del Gruppo “Economia e Decrescita”, a cui siete tutti invitati ad aderire.

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(*) Gruppo Tematico Economia & Decrescita MDF

Il Gruppo Tematico è nato nel giugno 2015 allo scopo di affrontare il rapporto tra Decrescita ed Economia in modo sistematico, sia a livello microeconomico (proposte economiche in ambiti specifici) che a livello macroeconomico (definizione dei parametri che possono caratterizzare uno scenario economico con un impatto ecologico sostenibile).

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