L’abuso dei tamponi sta facendo danni ai bambini

di Valentina Bennati

comedonchisciotte.org

“Siamo solo a settembre e ciò a cui stiamo assistendo, lo dico da pediatra, è un abuso di tamponi naso-faringei, tanto che gli otorini stanno già segnalando lesioni in naso e gola. Non possiamo sottoporre i bambini a continui tamponi per far stare tranquilli noi adulti. Li stiamo traumatizzando”.

E oramai palese (quasi) a tutti che la questione covid sia diventata uno scaricabarile costante e che anche i pediatri, come i dirigenti scolastici, siano gravati da una responsabilità soggettiva dalla quale “dipenderebbe” la diffusione o meno del virus.

È bene allora che sempre più medici prendano il coraggio e riacquistino la dignità professionale che li compete – se davvero sono uomini e donne di coscienza oltre che di scienza – e comincino a prendere posizione, con serietà e obiettività, in questa folle situazione che rischia di fare più danni collaterali dell’eventuale pandemia stessa.

La stagione fredda è lunga ed è facile (e naturale) che i più piccoli si ammalino più o meno frequentemente durante il periodo della scuola.

Si continuerà a procedere quindi a suon di invasivi tamponi ad ogni colpo di tosse o starnuto per togliersi ogni responsabilità per riammettere i bambini a scuola?

Forse anche da parte dei genitori ci dovrebbe essere una maggiore volontà di informarsi e capire meglio la reale situazione e gli effettivi rischi che possono correre i propri figli, magari in questo modo si abbasserebbe almeno un po’ quella soglia di allarme costante da contagio che si percepisce negli atteggiamenti e nei discorsi di tante persone.

Riportare tutto ad un clima più in linea con la reale situazione rappresentata dai (veri) dati statistici ed iniziare ad ascoltare anche quei medici ed esperti che da tempo ci stanno comunicando una realtà diversa rispetto alla narrazione ufficiale, permetterebbe di avere scuole più attente alla didattica e alla crescita degli alunni, pediatri liberi di lavorare sulla effettiva salute dei propri piccoli pazienti e, soprattutto, bambini finalmente sereni di ricominciare a vivere una ritrovata normalità piuttosto che costretti a subire “la nuova normalità” fatta di paura dell’altro, distanziamenti e mascherine.

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