L’ultimo rapporto dell’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre mostra numeri terrificanti per l’economia italiana, che crescono quanto più si avvicina la fine delle casse integrazione e dello stop ai licenziamenti.
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La crisi determinata dall’emergenza sanitaria potrebbe far “esplodere” l’esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero presenti in Italia. Stando alle previsioni dell’Istat, infatti, entro la fine di quest’anno circa 3,6 milioni di addetti rischiano di perdere il posto di lavoro.
Così la Cgia di Mestre che ricorda come “dal momento in cui verranno meno la Cassa integrazione introdotta nel periodo Covid e il blocco dei licenziamenti il tasso di disoccupazione assumerà dimensioni molto preoccupanti”.
Ad “ammortizzare” la perdita di posti di lavoro ci penserà l’economia sommersa. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che in Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero e il 38 per cento del totale è presente nelle regioni del Sud. Questo esercito di “invisibili” ogni giorno si reca nei campi, nei cantieri edili, nelle fabbriche o nelle case degli italiani per prestare la propria attività lavorativa. Pur essendo sconosciuti all’Inps, all’Inail e al fisco, gli effetti economici negativi che originano questi soggetti sono “devastanti”. Essi, infatti, producono 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso. Uno scenario, prosegue la Cgia, che “sembra non essere avvertita dalle forze politiche e in generale dall’opinione pubblica”.