Esiste un sistema semplicissimo, efficiente ed economico, eppur poco usato e poco noto benché non nuovo, che ci consente di integrare il riscaldamento dei nostri ambienti e della nostra casa usando l’energia del sole e l’aria. Impossibile? Nient’affatto! Anzi: possibilissimo e al PeR, il Parco dell’Energia Rinnovabile, lo utilizzano già da tempo.
Si tratta del collettore solare ad aria calda, che possiamo persino autocostruire: bastano alcune nozioni base, una buona manualità e voglia di fare.
Ma vediamo insieme di cosa si tratta.
Per spiegarla in parole semplici, il collettore ad aria calda è una sorta di “scatola” che sfrutta il principio dell’effetto serra ma con risvolti e impatti totalmente positivi, poiché riscalda l’aria al proprio interno.
Il sistema ad aria calda si differenzia da quello ad acqua poiché nella fase di riscaldamento deve “vincere” la densità dell’aria che è molto rarefatta rispetto a quella dell’acqua. Il vantaggio è che anche con poco sole o un sole invernale, se adeguatamente costruito, manutenuto e utilizzato, questo sistema riesce a riscaldare l’aria con estrema efficacia.
Non è altro, dunque, che un termoconvettore che funziona con energia solare che produce direttamente la “materia prima” che ci serve per riscaldare gli ambienti, cioè l’aria, senza bisogno di un passaggio intermedio di trasformazione che lo renderebbero meno efficiente.
Questo sistema predilige essenzialmente l’installazione sulle pareti, perché così cattura anche il sole basso all’orizzonte, quindi è molto più facile montarlo rispetto ai collettori solari termici che vanno invece sui tetti. Ed è anche estremamente semplice e affidabile, dal momento che non ha necessità di grandi parti in movimento e che può essere automatizzato con un sistema solare fotovoltaico che alimenta il ventilatore per l’estrazione dell’aria.
Fatto sorprendente è che questa tecnologia, così semplice ed economica, sia oggi ancora grandemente sottoutilizzata e poco conosciuta.
Se paragoniamo i tre sistemi solari per eccellenza, cioè fotovoltaico, solare termico e collettore ad aria calda, notiamo che l’efficienza di trasformazione cambia moltissimo. Per il fotovoltaico è in media del 16-17% (cioè da 1000 watt di sole che cadono su 1 metro quadrato sulla terra, si ricavano 160-170 watt), per il solare termico del 60-70% e solo per la produzione di acqua calda, mentre per il collettore ad aria calda, se ben posizionato, si arriva all’80-85%, e a volte al PeR siamo riusciti anche a raggiungere il 90% (cioè da 1000 watt di sole che cadono su 1 metro quadrato sulla terra, si ricavano 800-900 watt). Insomma, con un collettore di 2 metri quadri si possono avere i benefici di un elettrodomestico tipo “caldobagno” di marca.
E non facciamoci scoraggiare da fatto che lo si può acquistare da pochissime aziende (in Italia praticamente non ce ne sono…), perché possiamo benissimo autocostruircelo. Al PeR lo fanno già da tempo e il direttore scientifico, Alessandro Ronca, insegna a farlo anche a chi è interessato ad imparare. Ci sono varie tecniche; per quello che abbiamo sperimentato al Per in questi ultimi anni, abbiamo utilizzato anche materiali di scarto/recupero o sistemi solari ad acqua di recupero che trovano così una seconda vita con un processo adattamento tecnologico molto semplice.
Inoltre è possibile utilizzare il sistema ad aria anche come componente di un essiccatore solare per la trasformazione e conservazione degli alimenti, nonché sfrutturalo, convogliando il calore in un’armadio o simile, in un essicatore per vestiti a consumo zero.