CDC SALUTE è una rubrica di informazioni, notizie e suggerimenti per accrescere consapevolezza e prendersi cura della propria salute da protagonisti. La visione che proponiamo è quella unitaria della persona, vista nella sua unicità di ‘essere umano multidimensionale’ in cui corpo, mente e spirito sono inestricabilmente connessi sia sul piano fisico-chimico che su quello sottile e informazionale.
Il DNA è un alfabeto specifico per ogni individuo, ma le parole con cui ognuno scrive il libro della propria vita vengono scritte man mano che si interagisce con l’ambiente. Da questo punto di vista, dunque, tutto è importante: cosa mangiamo (ma anche come, quanto e quando), cosa beviamo, l’aria che respiriamo, se facciamo attività fisica o meno, ma anche i pensieri, le emozioni, le relazioni interpersonali e il rapporto con la natura e gli altri esseri viventi.
I nostri comportamenti e le nostre scelte sono quindi in grado di favorire la salute o, al contrario, l’insorgenza o il peggioramento della malattia. Non esiste il caso, esiste la causa. Esserne consapevoli significa cambiare totalmente prospettiva e poter avere un ruolo determinante nella costruzione del nostro benessere, ma anche di quello dei nostri figli e nipoti.
E questo pone il tema della responsabilità che abbiamo verso la nostra stirpe, quella umana. Il nostro stile di vita, infatti, determina anche la salute a lungo termine delle generazioni future.
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di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
Siamo appena entrati in INVERNO, la stagione del riposo, della quiete necessaria per dare vita alla rinascita primaverile. Stanchezza e sonnolenza possono essere sintomi comuni in questo periodo e, a meno che non diventino condizioni croniche, non c’è da meravigliarsi affatto: anche noi umani, come le piante e gli animali, avvertiamo la necessità di quella calma ristoratrice che serve a raccogliere le energie indispensabili al fine di rinascere.
Non siamo, infatti, ALTRO dalla natura ma NELLA natura, collegati tra di noi e con il resto del creato. E se ce lo ricordassimo più spesso, sapremmo dare agli accadimenti il giusto significato vivendo con più armonia e salute.
Non è un caso, quindi, come ci sentiamo nei vari passaggi stagionali: malinconici e bisognosi di momenti di riposo con l’arrivo dell’autunno che ci invita a ritornare dentro di noi; più introspettivi d’inverno quando il freddo e il buio ci portano a ricercare la luce dentro e fuori di noi; curiosi e desiderosi di esperienze con l’arrivo della primavera che stimola i nostri sensi a rifiorire; sicuri, nella nostra smania di andare per il mondo, nel periodo estivo.
L’ideale sarebbe vivere con serena consapevolezza tutti questi diversi momenti perché in natura tutto è ciclico e tutto fluisce in armonia. Ma oggi la vita frenetica ci porta lontano da tutto ciò e infine anche da noi stessi. Succede a molte persone. Difficile, infatti, per i più, avere ancora la capacità di osservare il creato, capire i suoi cicli ed essere in sintonia con essi.
Capita anche a te?
Per esempio pensa a come ti nutri. Una dieta equilibrata, in realtà, accompagna i passaggi da una stagione all’altra poiché la natura, che è perfetta, ci fornisce il nutrimento più adatto in completo equilibrio con le stagioni e il luogo in cui viviamo. Trovare tutto l’anno al supermercato frutta e verdura spedite dal resto del mondo (e dunque fuori stagione) ci allontana dal mangiare in base al nostro ambiente, al nostro territorio. La conseguenza è che perdiamo la capacità di adattarci e siamo più esposti alle malattie.
Armonizzando il cibo con l’ambiente che ci circonda possiamo sviluppare la nostra capacità di reazione a tutto ciò che è in movimento intorno a noi. Ce lo insegna l’antica saggezza orientale che, classificando gli alimenti in yin (raffredanti e espansivi) e yang (riscaldanti e contraenti) è arrivata a elaborare regole di stile di vita confermate oggi dalla più avanzata ricerca scientifica. Una di queste regole, forse la più importante, è quella “del dentro e del fuori”. In base a questo principio i cibi hanno un’energia centripeta (che si concentra verso l’interno) e un’energia centrifuga (che si espande verso l’esterno, che porta fuori).
Saper alternare la forza che entra e la forza che esce in base alle differenti necessità, e quindi saper usare il cibo come medicina, è fondamentale ed è proprio questa conoscenza che rende la Macrobiotica un’arte speciale.
Dovresti chiederti, poi, se il tuo spirito è in accordo con i diversi periodi dell’anno, se percepisci il cambiamento di energia tra una stagione e l’altra. Se fosse davvero così, dovresti comprendere il messaggio che portano “stanchezza” e “sonnolenza” adesso che le giornate sono brevi: è un invito a rallentare i ritmi, guardarti dentro, lasciar andare quello che non serve più (ad esempio i pensieri negativi che ostacolano il tuo cammino) e iniziare a pensare a quali idee e progetti vuoi “seminare” affinché poi, in un momento successivo, possano trasformarsi in qualcosa di reale e concreto. Senza fretta. Perché anche le idee e i progetti hanno bisogno del loro tempo per maturare. Nel silenzio e nella quiete, come i semi che crescono lentamente nell’oscurità della terra prima di vedere la luce e diventare piante.
Armonizzare il proprio desiderio di interiorità, di silenzio, di pausa con le esigenze della vita di ogni giorno non è facile. Ma per essere di nuovo carichi di energia è essenziale. Ecco che è importante gestire in modo sano il proprio tempo e le proprie azioni senza aspettare di sentirsi ansiosi o nervosi (o peggio essere malati) PER RALLENTARE IL PASSO.
Con questo post vorrei darti TRE SUGGERIMENTI:
1. RITAGLIATI UN PICCOLO SPAZIO QUOTIDIANO
È la prima cosa da fare. Basta mezz’ora, ma è indispensabile per rafforzare la propria salute. Quel che conta è programmare con costanza, giorno dopo giorno, questi 30 minuti e viverli bene. Non come un’ulteriore fatica da compiere, oltre a tutte le altre incombenze della giornata, ma come un’opportunità di riposo e di rigenerazione.
I modi e le tecniche di rilassamento possono variare e ognuno deve scegliere la soluzione che più si adatta alla propria personalità e al particolare momento che sta attraversando: una passeggiata in mezzo alla natura, l’ascolto di una musica che fa vibrare lo spirito, la visualizzazione creativa, l’esercizio fisico cosciente, una lettura interessante. Tutti gli sforzi mirati a liberarsi da tensioni fisiche ed emotive sono positivi e utili per ritrovare equilibrio e vigore.
La riflessione spirituale, in modo particolare, ci aiuta a trovare un terreno più profondo dove radicare la nostra identità e l’autodeterminazione. I libri sulla vita e gli insegnamenti dei maestri spirituali ci aiutano a capire, ad esempio, che anche loro hanno affrontato dubbi e avversità. Ma non si sono dati per vinti e hanno accolto le sfide. Anche noi possiamo fare lo stesso.
Al di là dell’ambito spirituale leggere un bel libro è comunque sempre qualcosa di meraviglioso oltre che infinitamente benefico. Durante la lettura non dobbiamo realizzare nulla di produttivo, è un tempo in cui i sensi sono rilassati e i pensieri vagano in modo creativo pronti a percepire il fascino dei personaggi e delle trame dei romanzi che abbiamo scelto, anzi che ci hanno scelto, perché ogni libro è un richiamo che ci lascia poi nell’animo una traccia, un segno permanente.
Inoltre, durante la lettura, anche il nostro corpo ha dei salutari vantaggi. Alcune ricerche hanno evidenziato, infatti, che gli ormoni da stress calano, i battiti cardiaci rallentano, la respirazione diventa più profonda, la pressione del sangue tende a normalizzarsi, le tensioni muscolari scompaiono, il sistema immunitario si ricarica. Insomma leggere è una vera e propria terapia.
2. RESPIRA A FONDO E CON CALMA
“Quando il respiro non è regolare la mente vacilla, ma quando il respiro è equilibrato anche la mente è salda”. Recita così un antico principio yoga.
In effetti la respirazione non è solamente una fondamentale funzione corporea, ma anche un’espressione dello spirito. Questo concetto è presente fin da epoche remote nelle grandi civiltà dell’estremo oriente come in quella greca ed egizia. Per tutte queste culture antiche la respirazione era importantissima ed era ritenuta presupposto imprescindibile per lo sviluppo della forza vitale e per la maturazione della persona. Il respiro regolare e profondo era, ed è, la strada della presa di coscienza di sé, la via per trovare il centro di pace dentro se stessi.
Oggi, invece, quasi tutti respiriamo troppo. Per stress, ansia, mancanza di attività fisica o cattiva alimentazione aumentiamo inconsapevolmente l’intensità dei nostri respiri diventando più vulnerabili a disturbi e malattie. Anche fumo e alcool aumentano la respirazione, come la permanenza in ambienti troppo caldi e non aerati.
Bisognerebbe imparare a ritrovare un respiro più lento e profondo, ad esempio attraverso la respirazione yogi o la respirazione quadrata tibetana o il rebirthing o il metodo Buteyko (tutte tecniche da praticare sotto la guida di terapeuti esperti) oppure ritagliandosi giornalmente una mezz’ora di tempo per meditare o pregare un rosario (e per questo non c’è bisogno di avere l’aiuto o la supervisione di un maestro, tutti possiamo farlo, basta fare un po’ di silenzio intorno e dentro di noi, far tacere i rumori e la mente, e predisporre l’animo alla pace e alla positività). Ne trarrebbe vantaggio la salute tutta, non solo quella psichica e spirituale. Infatti c’è una importante relazione tra respirazione e sistema cardiovascolare poiché il respiro è in grado influenzare, tramite il sistema neurovegetativo, sia il ritmo cardiaco sia la pressione arteriosa.
A questo proposito sono particolarmente intriganti le ricerche del Dottor Luciano Bernardi. Questo fisiologo clinico dell’Università di Pavia ha studiato per lungo tempo le relazioni tra respirazione e sistema cardiocircolatorio ed è arrivato alla conclusione che il respiro può influenzare il sistema cardiovascolare perché, quando diminuisce il numero di atti respiratori al minuto, diventano più efficienti i sensori che comunicano al cervello il livello di pressione arteriosa e quelli che rilevano la quantità di ossigeno e anidride carbonica presenti nel sangue. In pratica se il respiro diventa più regolare, lento e profondo, si verifica a cascata un effetto positivo sul ritmo cardiaco e anche sull’ipertensione.
In realtà già il professor Konstantin Pavlovich Buteyko aveva prodotto in passato molti interessanti studi sulla relazione tra respirazione scorretta (veloce, superficiale) e pressione alta, asma e svariate altre malattie e disturbi. Basandosi sulle ricerche realizzate dagli scienziati sovietici sulla respirazione degli astronauti e sulla composizione dell’aria nelle capsule spaziali, Buteyko ha poi messo a punto un programma pratico di esercizi davvero efficaci per migliorare la respirazione e portarla allo stato ottimale (puoi trovare dei link di riferimento in questo mio precedente post).
Altre ricerche in merito a questo argomento sono quelle pubblicate nel 1998 da The Lancet (si dimostrava come un gruppo di pazienti affetti da insufficienza cardiaca in soli sei mesi potesse aumentare, praticando le tecniche yoga, la capacità respiratoria e con essa quella di compiere sforzi) e nel 2004 dalla rivista Perfusion, specializzata in patologie cardiache, che ha pubblicato un’indagine che prova come lo yoga faccia regredire lo stato di rischio in pazienti con malattie cardiovascolari già conclamate.
Sono certamente tutti studi pregevoli e degni di interesse ma, in realtà, la scienza ha avvalorato ciò che gli antichi sapevano già: c’è un tipo di respirazione che risana ed è quella lenta, profonda e regolare tipica dei mantra yoga o della recita del rosario. Infatti, sorprendentemente, sia il mantra che il rosario (se recitati bene) hanno effetti similari sul piano respiratorio perché arrivano a rallentare il ritmo respiratorio e a regolarizzarlo su una frequenza di un respiro completo (inspirazione + espirazione) ogni 10 secondi, per un totale di sei atti respiratori al minuto che è quella ideale.
3. MASTICA A LUNGO OGNI BOCCONE
Pare una banalità eppure mangiare meno velocemente è di primaria importanza. Il processo della digestione richiede un dispendio di molte energie, più lo facilitiamo, più energia avremo da dedicare ad altri scopi. La maggior parte delle persone invece ingurgita cibo masticato solo a metà ignorando che una masticazione lenta e corretta è fondamentale per avere una salute di ferro.
Ci sono sette buoni motivi per triturare bene il cibo con i denti:
- Agevola la digestione. Una buona masticazione è necessaria per la trasformazione dei carboidrati. La loro digestione inizia in bocca ad opera della ptialina contenuta nella saliva, senza un’adeguata masticazione fermentano invece a livello del colon e del cieco favorendo la crescita di una flora intestinale patogena.
- Migliora l’assimilazione delle sostanze. L’insalivazione equilibra il livello idrico del cibo e ciò lo rende meglio trasformabile.
- Rinforza denti, gengive, mandibola e mascella. È importante per gli adulti e soprattutto per i più piccini che, in virtù di “questa ginnastica”, riescono poi anche ad articolare meglio le parole.
- Sostiene l’attività del sistema immunitario. Secondo uno studio statunitense della University and National Institutes of Healthun che è stato pubblicato sulla rivista Immunity, quando mastichiamo stimoliamo un tipo specifico di cellule immunitarie, i linfociti Th17, che aiutano a proteggerci da infezioni di funghi e batteri.
- Permette di limitare i condimenti. Questo è possibile perché, mentre mangiamo, ogni atto masticatorio migliora la sensibilità verso i sapori più delicati. Si può dire che a forza di masticare aumenta il sapore dei cibi.
- Evita di mangiare troppo. Un’adeguata masticazione aiuta a regolare la quantità di cibo introdotta. Ai primi contatti con le sostanze nutritizie le papille gustative che abbiamo sulla lingua inviano dei segnali al cervello che, dopo circa venti minuti, comincia a far avvertire un senso di sazietà. Ovviamente se divori un pasto in 5 minuti continuerai a mangiare oltre il necessario per il restante tempo e alla fine ne risentirà anche la tua linea (tempo fa una ricerca giapponese condotta da ricercatori dell’Università di Hiroshima e pubblicata dalla rivista Circulation dell’American Heart Association ha messo in luce il legame tra masticazione scarsa, allargamento del girovita, aumento dello zucchero nel sangue, dei trigliceridi e del colesterolo “cattivo”).
- Ha un’azione benefica su mente e corpo. Quando mangi innanzitutto siediti a tavola ed evita distrazioni come la televisione o la lettura. Dedica tutta la tua attenzione al pasto, mastica lentamente, assaporando ogni boccone. Migliorando la digestione avrai maggiore lucidità e presenza per tutto il giorno.
Ma cosa si intende per “masticare bene”?
Nella medicina tradizionale cinese si parla di 30 atti masticatori per ogni boccone per non ammalarsi, un celebre medico orientale consiglia addirittura di arrivare a 100 quando si vuole guarire. Può sembrare una follia a chi di norma è abituato a masticare 2-3 volte ogni boccone, quando va bene 5-6. Eppure un’adeguata masticazione può fare la differenza tra la salute e la malattia.
Un buon esercizio per imparare a masticare è quello di appoggiare la posata (che non a caso si chiama così!) mentre mastichi. Non avere fretta di riprenderla se prima non hai terminato di ridurre in poltiglia finissima e poi ingoiato il boccone. Ti suggerisco anche di contare nella tua testa quanto mastichi. Questo permette di aumentare la tua consapevolezza e di intervenire ogni volta per masticare un po’ di più rispetto a quella precedente.
All’inizio non sarà per niente facile, ma provaci. Gradualmente ti abituerai e poi, quando inizierai ad apprezzare i benefici di un’accurata masticazione, non potrai più farne a meno e non ci sarà nemmeno più bisogno di contare perché nel frattempo avrai acquisito una nuova abitudine.
Per concludere, COME la quiete dell’inverno è funzionale a dare vita alla rinascita primaverile, COSÌ anche per noi rallentare il ritmo è indispensabile al fine di riequilibrare le energie e rigenerare le forze.
Ci sono molti modi per liberarsi dalla frenesia del vivere quotidiano e dalle reazioni automatiche, ma diminuire la velocità della masticazione e della respirazione e ritagliarsi una pausa quotidiana di relax di 30 minuti rappresentano, a mio modo di vedere, la base necessaria per iniziare ad armonizzarsi e riuscire a vivere poi con più consapevolezza, profondità e intensità ogni attimo.
Apparentemente sono azioni banali, ma non si mettono in pratica facilmente perché il ritmo delle nostre vite è diventato ormai innaturale e frenetico e ci siamo abituati a vivere di corsa. Ci vuole perciò un po’ di impegno. Ma così come si allena il corpo per modificarne il peso e la struttura, con molta pazienza e costanza, ci si può allenare anche ad abitudini più tranquille e salutari.
FONTE: https://valentinabennati.it/rallenta-per-rinascere-al-meglio/