Intanto oggi alle 15 nella piazza di Piedicastello si svolgerà un’assemblea pubblica aperta a tutti coloro che vogliano confrontarsi sull’attuale gestione degli orsi.
Questa mattina decine di attivisti della campagna #StopCasteller, con il volto coperto da maschere da orso, si sono dati appuntamento alla rotatoria del ponte di San Lorenzo e hanno messo la statua dell’orso berlinese – simbolo del gemellaggio col quartiere di Charlottenburgin – in una solida gabbia d’acciaio in segno di protesta contro l’analoga situazione di prigionia dei tre orsi rinchiusi al Casteller di Trento.
La statua è stata poi circondata da cartelli che inneggiavano alla liberazione degli orsi e e denunciavano i politici responsabili della situazione attuale. La protesta è continuata con un’assemblea pubblica,che ha coinvolto anche le associazioni locali, in piazza di Piedicastello, dove è stata annunciata una manifestazione nazionale per il 10 aprile.
“A distanza di un mese e mezzo dalla pubblicazione del video shock – ha dichiarato un’attivista del Centro sociale Bruno – con cui abbiamo svelato le drammatiche condizioni dei tre orsi prigionieri richiusi al Casteller di Trento, siamo nuovamente scesi in piazza a denunciare la totale inadeguatezza delle istituzioni provinciali rispetto alla cosiddetta “gestione dei grandi carnivori” e a richiedere, ancora e fino alla liberazione, il rilascio degli orsi prigionieri”.
“Abbiamo scelto questa statua quale simbolo della condizione degli orsi denominati Dj3, M49 ed M57. La realtà degli orsi trentini infatti non è idilliaca come si vorrebbe far passare: dopo aver ricevuto dall’Unione Europea fondi per miglia di euro per reintrodurre l’orso in Trentino con il progetto Life Ursus, l’unica soluzione che la PAT è riuscita a trovare per gestire la convivenza con questi animali è ingabbiarli, infliggendo loro enorme sofferenza”.
“Questo orso di pietra è paradossalmente più libero di quelli in carne ed ossa che, a pochi chilometri di distanza, sono intrappolati in una buca di acciaio e cemento. La loro condizione è così misera da non poter essere documentata se non illegalmente, dal momento che vige un divieto assoluto di avvicinamento al carcere del Casteller”.
“Trento è quella città in cui un orso finto è circondato da fiori e un bel prato, mentre tre orsi veri sono incarcerati e condannati al carcere a vita. Abbiamo voluto rimediare all’inganno di quell’immagine idilliaca perché un turista non creda che nella nostra provincia viga una pacifica convivenza tra l’essere umano e la fauna selvatica”.
“Vogliamo infatti ricordare anche che la giunta Fugatti non sembra proprio voler cambiare rotta, dato che a febbraio è stato dato il via libera all’abbattimento dei lupi, che non hanno mai aggredito nessun esser umano, e si prepare alla stessa soluzione con gli orsi definiti “problematici”.
“Durante il blitz abbiamo voluto ricordare anche le responsabilità politiche degli “amministratori problematici” responsabili delle 3 catture: quelle dell’attuale giunta leghista, ma anche di quella che era in carica 10 anni fa quando si decise l’arresto dell’orsa Dj3”.
“L’abbiamo già ribadito molte volte: non ci fermeremo fino alla liberazione totale. Prossima tappa sabato prossimo, 10 aprile, dalle 15 in piazza Fiera per la seconda manifestazione nazionale della campagna #stopcasteller”.