di Sandro Moiso
La sezione “AltroQuando” è nata per ricordare i sogni del passato. Scritti, suonati, ripresi da una pellicola o da un vecchio volantino. Dovrebbe servire a riportare a galla tutto ciò che una società lesta nel promuovere, ma soprattutto nel dimenticare, vorrebbe lasciar sepolto nel mare delle idiozie contemporanee e delle sempre accavallantesi verità dell’ultima ora. Un mare di idoli di carta, di starlette dei social e di immagini e discorsi destinati ad essere dimenticati dopo pochi giorni o minuti. Verità momentanee, già farlocche in partenza, ma ritenute assolute sul momento per poi essere dichiarate decadute a qualche mese di distanza.
Invece sugli scaffali di “Altroquando”, esattamente come su quelli di casa mia, riposano, spesso sotto un’abbondante dose di polvere, i ricordi scritti o musicali di ciò che è destinato, nonostante tutto, a rimanere. Anche se pure quest’ultima è un’altra parziale illusione considerato l’elevatissimo numero di libri e dischi che sono apparsi e poi scomparsi, per magari poi riapparire più avanti nel tempo, seguendo il cammino di una mente irrequieta ed errabonda, eternamente tesa all’andar oltre.
Però, nello scorrere col dito o col pensiero quegli scaffali impolverati, è piacevole il gioco della riscoperta di ciò che, per svista o strani giochi di una memoria ormai sovraccarica come quella di un vecchi pc, si era dimenticato. Così un libretto lasciato tra gli altri per anni può far riscoprire il sapore di una stagione oppure, come in questo caso, quello della poesia di quella stessa.
Quello in questione è Storyboard, una raccolta di poesie e immagini di Maurizio Poletto e Armando Ceste pubblicata nel 2000 dalle edizioni Ananke di Torino. Poesie brevi e piccole tavole che si rincorrono accompagnandosi per contrapposizione sulle poco più di sessanta pagine del testo.
Come afferma Egi Volterrani nella sua sintetica presentazione: «Di primo acchito sembrano davvero esili i fili che possono collegare le immagini di Armando Ceste ai testi di Maurizio Poletto, poco di più che il riferimento illustrativo a qualche parola usata. Raramente due personalità si presentano così differenti»1. Eppure, eppure…
Sarà una certa comunanza di campo ideologico e politico, sarà l’attenzione a forme di espressione che si sono nutrite di tutte quelle esperienze culturali, cinematografiche e letterarie, e di movimento particolarmente vivaci e presenti negli ambienti torinesi dei decenni precedenti, ma il risultato è davvero sorprendente. Anche a più di vent’anni dalla pubblicazione del libretto.
Armando Ceste (1942 – 2009) è stato, nei primi anni settanta, tra i fondatori del Collettivo Cinema Militante di Torino. Non abbandonando mai lo sguardo e l’impegno militante si è sempre occupato di cinema, comunicazione visiva e grafica. Maurizio Poletto, militante da sempre dell’opposizione radicale, si occupa di tematiche relative alla cultura e alla comunicazione e al lavoro, per questo ultimo soprattutto nell’ambito della sua attività di sindacalista.
Si guardano queste immagini, nate su piccole tavole ma dai colori esplosivi, e si leggono le parole ed è impossibile non cogliere subito il legame con le forme e i colori di Basquiat e di Keith Haring, sempre trattate in maniera molto personale ed originale, oppure con le poesie dei beat (evidente fin dal titolo di una di quelle proposte: In memoria di W. Burroughs) o la semplicità di certi versi delle Myricae pascoliane oppure, ancora, la complessità emotiva o l’impegno mai didascalico del Pavese di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi e di Lavorare stanca.
Immagini e versi si fondono perfettamente nel confronto delle pagine contrapposte, spesso suggerendo soltanto piuttosto che imponendo il significato in maniera roboante o retorica.
Così come capita, ad esempio, nel caso di Il presente:
Passioni malinconiche
lacrime vagabonde
silenzi e lontananze.L’oggi porta le ferite di ieri.
Oppure in Bolle di sapone:
Inseguendo bolle di sapone.
Nelle stanze di hotel
corpi nudi
sudati
ansimanti.Nelle mani legate
nei foulards di seta
nei sogni sudamericani
nell’essere ubriachi per strada
nelle rivoluzioni mancate
nel dolore e nel piacere che urla
nel cielo stellato
nel mare infinito.Bolle di sapone
che si dissolvono
appena le sfiori
luci intermittenti
dei nostri sogni.
Armando ci ha lasciati da tempo, ma Maurizio sogna ancora con il popolo NoTav; il lettore si accontenti di ricercare con pazienza e, magari, tenacia questo libriccino per viver un po’ di quei sogni, poiché della stessa sostanza son fatte anche le nostre vite.