Sanità: nessuna lezione dalla pandemia

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Volano Schiaffi

Rubrica a cura di Marco Schiaffino

Soltanto qualche mese fa, la consapevolezza del fatto che il fallimento del “sistema Lombardia” di fronte alla pandemia da Covid-19 abbia portato a un bilancio di morti tra i più alti al mondo era qualcosa di scontato. Non solo nella prima fase, quando il fragilissimo sistema territoriale non aveva retto all’urto del virus. Anche in seguito, quando si è passati al processo di vaccinazione, la tanto decantata “eccellenza lombarda” ha fatto cilecca, con ritardi mostruosi, errori a raffica e un ulteriore (pesante) conto di decessi che potevano essere evitati.

Non è bastato. Non sono bastati nemmeno gli scandali, i procedimenti giudiziari o le continue gaffe sui media che hanno esposto in maniera impietosa l’inadeguatezza di una classe politica preparatissima sul piano dell’ottimizzazione dei profitti (privati) e tragicamente incapace di rispondere alle necessità dei cittadini che dovrebbero tutelare.

A 15 mesi dall’inizio della pandemia, il governo di Regione Lombardia conferma e rilancia. Lo fa con un provvedimento che segna una fuga in avanti verso la (ulteriore) privatizzazione del sistema sanitario e che prevede un finanziamento “monstre” da 7,5 miliardi di euro (nel 2019 erano “solo” 2 miliardi) diretto ai soggetti privati, che inevitabilmente sottrarrà risorse a quel poco di pubblico che è rimasto sul territorio.

Il messaggio è chiaro: la salute degli uomini e delle donne in Lombardia rimarrà nelle mani di chi ha vampirizzato il sistema sanitario fino a oggi, quegli stessi sciacalli che lo scorso ottobre (nel pieno dell’emergenza) chiedevano 200 euro per un tampone, mettendo in scena una perfetta rappresentazione di cosa siano le dinamiche di mercato.

Il presidente Attilio Fontana e l’assessora Letizia Maria Brichetto Arnaboldi vedova Moratti, però, non stanno facendo tutto da soli. Alla svendita delle vite dei cittadini lombardi stanno collaborando, per esempio, buona parte dei media nazionali. Giornali, televisioni, esiti di news che nelle ultime settimane non perdono occasione per incensare l’efficientissimo sistema vaccinale lombardo.

Lo stesso vale per il governo e il parlamento nazionale, in cui si è sviluppata una robusta dose di anticorpi per qualsiasi potenziale conflitto che possa metterne in discussione la nuova declinazione plebiscitaria. Se prima si parlava addirittura di un possibile commissariamento della sanità lombarda, le nuove mosse di Fontana & Company sono accolte da un assordante silenzio.

E attenzione a non confondere la dimensione territoriale per un fattore di mitigazione del rischio, sotto ogni profilo. Le norme sulla sanità in Lombardia riguardano sì la regione, ma sono sottoposte ad approvazione del parlamento nazionale. In altre parole, la deriva privatistica di Fontana non può essere derubricata come la “fuga in avanti” del solito secessionista. La Lombardia, piuttosto, è sempre stata (e rimane) un laboratorio in cui si sperimentano le soluzioni per il resto del paese. Il rischio, per l’intero paese, è quello di diventare presto tutti lombardi. Non è una bella prospettiva…

Photo credits: Image by Gerd Altmann from Pixabay

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 47 di luglio-agosto 2021:  “20 anni di lotta e di speranza

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