Falsi miti: la guerra civile americana per liberare i neri dalla schiavitù. Il ruolo delle banche e dei Rothschild.

Paolo Germani
Altreinfo.org

Da sempre ci raccontano che la Guerra di Secessione Americana, una delle più sanguinose guerre civili della storia recente, costata la vita a oltre 750 mila giovani, sia stata combattuta dagli stati del Nord per liberare dalla schiavitù i neri che vivevano negli stati del Sud e garantire ad essi diritti civili e condizioni di vita migliori. Quindi, secondo il racconto ufficiale, da una parte c’era l’America dei buoni e dall’altra quella dei cattivi, e come sempre accade in questi casi, i buoni vincono e i cattivi perdono.

Ma è tutto vero, è andata proprio così?

Per capire se tutto quello che ci hanno raccontato fino ad oggi è vero o falso basta cercare di capire quali erano gli equilibri economici dell’epoca tra Nord e Sud, quali i rapporti di forza e i flussi finanziari che permisero di portare avanti la guerra e quali i movimenti migratori che si verificarono dopo il 1865, a guerra finita.

Lincoln_film di Steven Spielberg narra le vicende da un punto di vista storicamente irrilevante

Tutto possono raccontarci nei film, tranne che Lincoln aborriva la schiavitù. Da molti dei suoi discorsi si capisce chiaramente che non era un convinto antischiavista. Lincoln rispondeva ad altri interessi e la guerra aveva altre motivazioni.

Per chi l’ha visto, sarebbe opportuno dimenticarsi completamente del film Lincoln, girato nel 2012 da Steven Spielberg, visto che narra le vicende dal punto di vista di Spielberg con la logica di Hollywood, deformando i fatti storici per adattarli alle necessità della propaganda e dello spettacolo.

L’inizio della guerra di secessione

La guerra di secessione americana, meglio nota negli Stati Uniti come Guerra Civile Americana, ebbe inizio nella Carolina del Sud il 12 aprile 1861, quando le truppe confederate attaccarono Fort Sumter, un avamposto dell’esercito unionista. Questo almeno fu il casus belli. I due schieramenti che si diedero battaglia erano composti l’uno da 25 Stati del Nord (l’Unione) e l’altro da 11 Stati del Sud (la Confederazione). Il presidente dell’Unione era Abraham Lincoln, quello della Confederazione Jefferson Davis.

Alla base della guerra civile ci fu il fatto che nelle elezioni presidenziali del 1860 i repubblicani guidati da Abraham Lincoln sostennero l’interdizione della schiavitù in tutti i territori degli Stati Uniti, una proposta che gli Stati del sud accolsero come una violazione dei loro diritti costituzionali. Sette stati del Sud decisero quindi di fondare la Confederazione per contrapporsi all’Unione. A questi si unirono in seguito gli altri quattro.

Guerra di Secessione: stati dell'Unione e stati della Confederazione. La guerra non venne combattuta per liberare gli schiavi, ma il Nord aveva bisogno della manodopera del Sud per prosperare.

Guerra di Secessione: stati dell’Unione e stati della Confederazione

L’economia degli stati del Sud

L’economia degli Stati del Sud, con una popolazione di 5,5 milioni di bianchi e ben 4 milioni di schiavi neri, era essenzialmente basata sulla coltivazione del cotone e di altri prodotti agricoli, soprattutto canna da zucchero e tabacco. Tutto il lavoro dei campi era svolto da schiavi provenienti dall’Africa Nera.

Il cotone prodotto al Sud, di ottima qualità, veniva esportato quasi interamente in Inghilterra. La maggior parte veniva imbarcato nel porto di New Orleans con destinazione Liverpool, dove veniva lavorato dalle industrie del Lancashire, zona particolarmente adatta, da un punto di vista climatico, alla lavorazione del cotone.

La produzione di pregiati filati dava lavoro in Inghilterra a oltre 400 mila operai ed era una delle principali fonti di reddito del paese, vero e proprio volano dell’economia inglese. I filati erano destinati al mercato interno ed al mercato europeo.

Il Sud era dominato da un’aristocrazia di grandi proprietari terrieri e latifondisti, con una mentalità accentratrice e conservatrice. L’industria e la finanza non riuscivano a svilupparsi in quanto soffocate dal tipo di struttura produttiva. Le uniche operazioni in cui le banche potevano primeggiare erano quelle di finanziamento all’export, finanziamento dell’acquisto di schiavi, costituzione di ipoteche sulle proprietà immobiliari e sugli schiavi, anticipi sulla produzione del cotone.

I margini di guadagno dei banchieri erano molto risicati, nulla in confronto a quello che ottenevano al Nord. Lo sviluppo del sistema bancario e finanziario era limitato al minimo indispensabile.

Il Sud non possedeva un’industria in grado di produrre armi. Non esisteva neanche un’industria cantieristica che potesse produrre navi militari. La flotta era quindi composta soprattutto da navi mercantili, adatte al trasporto del cotone caricato soprattutto nel porto di New Orleans.

L’economia degli Stati del Nord

L’Unione formata dagli Stati del Nord, con una popolazione di 22 milioni di abitanti, circa quattro volte quella bianca del Sud, non era interessata dal commercio del cotone, il clima non era adatto alla lavorazione dei filati e non c’erano tradizioni manifatturiere in quel settore. Nel Nord si stava invece sviluppando una importante e imponente industria metalmeccanica, che aveva assoluto bisogno di manodopera e nuovi mercati per rafforzarsi ed espandersi.

Borsa di New York

Nel Nord c’era una borghesia industriale molto dinamica ed una finanza altrettanto attiva e moderna, la quale stava assumendo i connotati della finanza predatoria, come la conosciamo oggi. L’espansione verso Ovest era già stata avviata ed era a pieno ritmo, ma l’espansione verso Sud avrebbe garantito alle industrie ed alla finanza del Nord uno sviluppo di gran lunga superiore.

Il sistema bancario del Nord era in piena espansione e la borsa di New York era l’icona dello sviluppo economico e finanziario della regione.

Il Nord aveva a disposizione i cantieri navali di Philadelfia, in grado di produrre navi da guerra. L’industria del Nord poteva produrre grandi quantità di armi e rifornire l’esercito di tutti i ricambi necessari. La marina del Nord era stata concepita per tener testa al suo vecchio nemico, la Gran Bretagna, ed era ben armata e funzionale.

Durante la guerra, grazie ai cantieri navali di Philadelfia, la marina si sviluppò ulteriormente. A fine 1862 gli stati del Nord potevano contare con 386 natanti muniti di 3.027 cannoni. Le navi dell’Unione svolsero missioni di blocco e sostegno alle forze terrestri in maniera determinante, impedendo il commercio del cotone del Sud e danneggiando irrimediabilmente l’economa della Confederazione.

Il Nord ebbe anche i primi treni blindati e le mitragliatrici Gatling, potè equipaggiare i soldati con fucili a ripetizione Spencer ed Henry (antenato del Winchester) e a retrocarica come lo Sharp. Il tutto grazie alle efficienti e progredite industrie di cui disponeva.

Due mondi diversi e due economie incompatibili

Negli Stati Uniti convivevano quindi due economie completamente diverse, non complementari, non integrate e nemmeno integrabili.

Si trattava di due mondi completamente diversi che facevano fatica a comunicare tra di loro.

Il nord industriale aveva la tecnologia e il know-how necessari per produrre macchine e automatizzare, almeno in parte, i processi produttivi del Sud. Ne è un esempio la famosa sgranatrice (cotton gin) che permise di dimezzare i tempi di raccolta del cotone. C’erano idee ed inventiva. La finanza era parte attiva e sosteneva il sistema. Ma nelle piantagioni del Sud il lavoro di raccolta veniva svolto dagli schiavi e nessuna macchina poteva garantire la stessa qualità, a costi inferiori.

Per espandersi l’industria del Nord aveva bisogno del mercato del Sud ed anche della manodopera nera che lì era disponibile in gran quantità. Il Sud, per contro, non aveva nessun bisogno delle macchine del Nord e non aveva nessuna intenzione di liberare gli schiavi neri, abbandonando quindi il proprio sistema produttivo, anche perché non poteva farlo senza subire un tracollo economico.

Inoltre, il mercato di sbocco del cotone era oltre oceano e le strutture portuali per trasportarlo erano già disponibili negli stati della Confederazione.

Sud, terra di conquista per il Nord

Quindi la secessione non avrebbe alterato gli equilibri economici del Sud mentre ostacolava l’espansionismo economico e finanziario del Nord. Anche il mantenimento dello status quo giocava a favore del Sud e impediva lo sviluppo del Nord.

L’unica soluzione per il Nord era quella di forzare il Sud ad abbandonare il modello economico schiavistico, creando in questo modo un importante mercato di sbocco per la propria industria metalmeccanica, aprendo la strada allo smembramento dei latifondi ed all’acquisto delle proprietà da parte delle banche, e creando nel contempo un enorme bacino di manodopera a buon mercato disponibile per lo sviluppo industriale futuro.

Per questi motivi il Nord spinse il Sud con decisione ad abbandonare lo schiavismo, forzando i tempi, ben sapendo che nel breve periodo per il Sud questo non sarebbe stato possibile. Non dimentichiamo che gli schiavi erano il capitale dei latifondisti ed il loro valore complessivo ammontava a circa 80 miliardi di dollari (valore attuale). Una cifra enorme che se si azzerava da un giorno all’altro avrebbe devastato l’intera economia della Confederazione.

Quindi, la scelta per il Sud fu obbligata, la guerra era l’unica possibilità di sopravvivenza, nonostante fosse praticamente impossibile vincerla.

Il mercato degli schiavi neri

I finanziamenti della Confederazione

Le guerre hanno bisogno di soldi per essere combattute, e non si vincono senza le armi. Per finanziarsi la Confederazione emise obbligazioni che furono acquistate dai proprietari delle piantagioni, gli unici in grado di finanziare la guerra, i quali però dovettero ipotecare le loro proprietà per garantire i prestiti.

L’operazione appariva disperata sin dall’inizio, ma la guerra dava una seppur minima probabilità di sopravvivenza. C’era anche una grande differenza di popolazione tra Nord e Sud e la Confederazione non era in grado di produrre le armi necessarie al combattimento perché non aveva alcuna industria.

La guerra civile americana fu una guerra di espansione del nord e di conquista. La vittoria del sud era praticamente impossibile.

Per la Confederazione si trattava di una guerra persa in partenza.

La Confederazione cercò di finanziarsi nel mercato londinese tramite obbligazioni denominate in Sterline, garantite dal cotone. Erano obbligazioni molto interessanti perché convertibili in cotone ad un prezzo prestabilito. Ma la raccolta di capitale nelle piazze europee non ebbe molto successo, anche perché gli autorevoli Rothschild non appoggiarono finanziariamente la Confederazione.

L’economia del Sud lasciava infatti poco spazio per lo sviluppo della finanza predatoria e gli interessi dei Rothschild erano legati ad una vittoria dell’Unione. E’ stata una delle rare occasioni in cui i Rothschild non appoggiarono entrambi i contendenti.

Le obbligazioni garantite dal cotone ebbero un tracollo quando la flotta dell’Unione bloccò il commercio in uscita dal porto di New Orleans.

Durante l’ultima parte della guerra civile gli stati confederati emisero anche i dollari greyback, quindi moneta senza debito. Ma la mossa non funzionò e generò un’iperinflazione del 4.000%. Alla fine della guerra i greyback non avevano più alcun valore.

L’Unione, uscita vincitrice dalla Guerra Civile, non volle riconoscere i debiti contratti dalla Confederazione. Quindi, i finanziatori esteri che non si erano accodati ai Rothschild persero tutto il capitale investito, ma anche i proprietari delle piantagioni del Sud persero tutto. Questo fu un colpo mortale per tutta l’economia del Sud, rimasta senza mezzi finanziari per far fronte alla produzione di cotone e senza il loro patrimonio più importante, costituito dai 4 milioni di schiavi che con la vittoria del Nord riacquistavano la libertà.

Le banche predatorie e gli speculatori ebbero gioco facile e in breve tempo si spartirono come avvoltoi le proprietà dei latifondisti del Sud, caduti in miseria.

Nessuna proprietà venne comprata dai neri, semplicemente perché non avevano mezzi finanziari a disposizione. Pur sapendo che i neri non erano in grado di acquistare la proprietà delle terre, gli unionisti non proposero la redistribuzione delle terre coltivabili. I neri furono lasciati soli e allo sbando.

Le terre furono predate dalle banche, un vero e proprio bottino di guerra.

Alcune banche acquisirono immediatamente la proprietà delle terre, in forza delle ipoteche accese dai latifondisti per acquistare titoli della Confederazione che alla fine della guerra civile non avevano più alcun valore. Altre banche dovettero attendere come avvoltoi che i coltivatori fallissero in quanto il commercio del cotone era completamente bloccato.

E i Rothschild, adesso si, erano impegnati in prima linea per finanziare la predazione.

nathan mayer rothschild non finnziiò la confederazione bensì gli stati del Nord. Questo era nel suo interesse in quanto dalla conquista del Sud si aspettava una forte espansione della finanza e del sistema bancario

Nathan Mayer Rothschild

Il finanziamento dell’Unione

Il Nord si finanziò con obbligazioni, acquistate dagli investitori della nascente industria metalmeccanica e dalle numerose banche che operavano sul territorio e avevano interesse allo sviluppo industriale del Nord ed all’espansione verso Sud. Altri finanziamenti provenivano dai mercati internazionali, dove l’Unione collocò le proprie obbligazioni, sebbene a tassi elevati.

Queste obbligazioni furono acquistate dai Rothschild che avevano puntato sul futuro del Nord e sull’espansione finanziaria verso Sud.

Anche l’Unione decise di battere moneta in proprio, quindi senza generare debito. Durante l’ultimo periodo della guerra, Lincoln emise i dollari greenback, che ebbero maggior fortuna rispetto ai greyback, non persero il loro valore e crearono un’inflazione minore, pari al 60%.

I fondi finanziari di cui disponeva l’Unione erano immensamente superiori a quelli della Confederazione. L’industria poteva fornire le armi necessarie alla vittoria e le banche tutti i soldi necessari al finanziamento della Guerra Civile. La vittoria finale degli Stati del Nord non fu casuale, ma frutto di un’abissale differenza di uomini e mezzi.

La situazione dei neri durante e dopo la Guerra Civile

Nel 1962, a distanza di un anno e mezzo dall’inizio della guerra civile, Abraham Lincoln emanò il Proclama di Emancipazione. Pochi mesi prima aveva approvato il Confiscational Act e il Militia Act per favorire gli schiavi del Sud che volevano arruolarsi nell’esercito Unionista. L’effetto di queste iniziative fu dirompente. Durante la guerra civile centinaia di migliaia di schiavi emigrarono negli Stati del Nord e si arruolarono nell’esercito dell’Unione, formando interi battaglioni. Ai neri rimasti nella Confederazione non fu permesso, se non in rare eccezioni, di partecipare alla guerra. Molti schiavi si dichiararono disposti a farlo, in cambio della libertà. Ma la maggior parte di essi disertò per combattere nell’Unione.

Abraham Lincoln firma il Proclama di Emancipazione

Abraham Lincoln firma il Proclama di Emancipazione

Alla fine della guerra civile tutti i neri che abitavano nel Sud si ritrovarono liberi, nel giro di un anno. L’emancipazione venne definitivamente approvata all’inizio del 1866. Ma si ritrovarono anche senza una casa, senza un lavoro, senza cibo e, per giunta, in un ambiente ostile e devastato dalla guerra, privo di mezzi di sostentamento e di opportunità.

La proprietà delle terre era saldamente in mano ai bianchi, vecchi latifondisti sopravvissuti alla guerra e nuovi speculatori senza scrupoli, le piantagioni erano state distrutte, gli inglesi avevano trovato nuovi mercati di approvvigionamento del cotone. Nel Sud i neri non servivano più a nessuno. Erano poveri in mezzo ai poveri, disperati in mezzo ai disperati, disarmati in mezzo agli armati. Non avevano partecipato alla guerra, se non in minima parte, e non avevano l’abitudine al combattimento.

I soldati della Confederazione, sopravvissuti alla guerra, erano invece armati, forgiati da quattro anni di battaglie, disposti a tutto per mantenere il controllo del territorio, ormai in balia del caos. La politica del Nord, in un primo momento molto favorevole ai neri, per vendetta e non per convinzione, fece precipitare ulteriormente la situazione, generando violenza e disordine.

In breve tempo i neri si ritrovarono senza un luogo dove andare, preda dei fanatici del Ku Klux Klan, perseguitati ovunque, uccisi e impiccati agli alberi perché neri, non perché avevano commesso un crimine, ma perché i bianchi volevano intimidirli e sottometterli. Due popolazioni allo sbando e milioni di esseri umani senza sostentamento che vagavano come zombie per le campagne del Sud, in mezzo a piantagioni distrutte e paesaggi bruciati.

Negli anni trenta del ventesimo secolo un certo Abel Meeropol scrisse una commovente e memorabile canzone, interpretata anche da Billy Holliday, dedicata a tutte queste persone, uomini e donne neri, uccisi, impiccati agli alberi e lasciati penzolare lì, come fossero uno “strano frutto”.

La canzone si chiama Strange Fruit.

«Southern trees bear a strange fruit,
blood on the leaves and blood at the root,
black body swinging in the Southern breeze,
strange fruit hanging from the poplar trees.»
«Gli alberi del sud danno uno strano frutto, sangue sulle foglie e sangue sulle radici, un corpo nero dondola nella brezza del sud, strano frutto appeso agli alberi di pioppo.»

I movimenti migratori degli schiavi del Sud

Dopo la guerra, molti neri rimasero nel Sud, cercando in qualche modo di sopravvivere, lavorando come braccianti o mezzadri nelle poche piantagioni rimaste in attività, mal pagati e sfruttati. Molti altri emigrarono, insieme alle loro famiglie, verso il Nord degli Stati Uniti, in cerca di un lavoro.

La nascente industria metalmeccanica del Nord poté svilupparsi, mantenendo bassi i salari, anche grazie a quella manodopera proveniente dal Sud, composta da neri affamati, perseguitati e disperati, disposti a tutto pur di lavorare, con una identità non ancora formata, poco coesi e solidali tra di loro, senza alcuna specializzazione, in gran parte analfabeti (l’istruzione era vietata ai neri), senza pretese, senza forza contrattuale, senza coscienza di classe.

Questo tipo di manodopera era un sogno per gli industriali e la finanza predatoria del Nord.

Per gli schiavisti del Sud ogni schiavo nero era un uomo da sfruttare ma anche un patrimonio da salvaguardare. Gli schiavi di classe A1, quindi i migliori, valevano anche più di 40 mila dollari attuali. Cifre simili venivano pagate per le donne in età fertile. Per gli industriali del Nord ogni operaio nero era soltanto un uomo da sfruttare. I neri non avevano alcun valore, morto uno si sostituiva con un altro.

La guerra di secessione o guerra civile americana fu una guerra di espansione del nord e di conquista. La vittoria del sud era praticamente impossibile.

Conclusione

Nessuno finanzia una guerra per motivi umanitari, l’abolizione della schiavitù quindi non c’entra. L’Unione intimò alla Confederazione di abolire la schiavitù, ben sapendo che tutta l’economia del Sud era imperniata su un modello di sviluppo che non poteva prescindere dalla schiavitù stessa. Ma non lo fece perché voleva liberare i neri.

La guerra e l’immigrazione di massa portò al Nord tutta la manodopera di cui avevano bisogno le industrie per sostenere la produzione, mantenendo bassi i salari e senza concedere alcunché ai lavoratori, che già allora pretendevano condizioni di lavoro migliori.

La guerra civile aprì la strada alla finanza predatoria dei Rothschild che in breve tempo si impossessò delle proprietà e dei latifondi. Nel Sud morirono il 30% dei giovani bianchi di età compresa fra 18 e 40 anni (10% al Nord). In ogni famiglia c’era almeno un morto. Alla fine della guerra, il paesaggio del Sud era desolato. Piantagioni abbandonate, case bruciate, uomini e donne bianchi che camminavano senza una meta, uomini e donne neri che vagavano per i campi e le città.

Fino a quel momento bianchi e neri non si erano mai incontrati. Di giorno i neri erano nei campi a lavorare, di notte erano nelle loro baracche. L’incontro tra bianchi e neri, in città, nei campi, di giorno e di notte, fu socialmente devastante.

La schiavitù era stata messa al bando in tutto il mondo, grazie agli attivisti per i diritti dell’uomo. Se il Nord avesse voluto davvero aiutare i neri lo avrebbe fatto in altro modo, evitando la devastazione sociale ed economica del Sud e favorendo l’emancipazione dei neri.

E’ significativo il fatto che i soldati dell’Unione, soprannominati “Billy Yank”, che si batterono per la libertà dei neri furono meno di uno su mille: gli yankees si arruolarono per vendicare l’insulto fatto alla bandiera dalla “ribellione” della confederazione e per mantenere la coesione dell’Unione. Non erano contro la fine della schiavitù, ma ciò che li sosteneva nella battaglia era in primo luogo la sopravvivenza degli Stati Uniti.

Lo stesso Abraham Lincoln aveva dichiarato il 21 agosto 1858, prima della elezione alla Casa Bianca, prima della Guerra Civile, nel corso di un dibattito pubblico svoltosi a Ottawa, in Illinois:

«Non miro affatto a introdurre l’eguaglianza sociale e politica fra la razza bianca e la razza nera. Fra le due vi è una differenza fisica che, a mio avviso, impedirà per sempre che esse vivano assieme in condizioni di eguaglianza perfetta; e nella misura in cui diviene una necessità […], sono favorevole al ruolo di superiorità che deve svolgere la razza a cui appartengo. Non ho mai detto il contrario».

E nel Discorso d’insediamento alla presidenza nel 1860 dichiarò:

«Non ho alcuna intenzione, diretta o indiretta, d’interferire con l’istituzione della schiavitù negli Stati in cui essa esiste».

La guerra civile americana fu una vera e propria guerra predatoria di espansione e colonizzazione. Il suo effetto primario fu il definitivo assoggettamento dell’economia del Sud alla finanza del Nord. Come effetto collaterale positivo si ebbe l’abolizione della schiavitù, ma anche l’inizio della discriminazione sociale dei neri, che si protrae ancora ai tempi nostri.

Ricordiamo infine che Lincoln ebbe a dichiarare che i neri dovevano essere rispediti in Africa, in un paese costituito apposta per loro e chiamato Liberia.

di Paolo Germani

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Bibliografia e sitografia

  1. Niall Ferguson, “Ascesa e declino del denaro – Una storia finanziaria del mondo”, ed. Mondadori
  2. Roberto Maccarini, “La guerra civile americana. Storia del conflitto tra Nord e Sud”, Genova, Il Portolano, 2012
  3. Raimondo Luraghi, “La Guerra civile americana. Le ragioni e i protagonisti del primo conflitto industriale”, Milano, BUR, 2013
  4. Bruce Levine, “La guerra civile americana” Einaudi.
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_secessione_americana
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Schiavit%C3%B9_negli_Stati_Uniti_d%27America

Fonte: https://www.altreinfo.org/una-storia-diversa/19569/falsi-miti-guerra-civile-secessione-americana-per-liberare-i-neri-dalla-schiavitu-il-ruolo-banche-rothschild-paolo-germani/ Pubblicato il 13 Agosto 2018

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