Università estiva di Attac: “Città, Comuni e territori della cura”

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Anche quest’anno a Cecina l’Università Estiva di Attac Italia

Qui il programma e le info logistiche 

La sessione di quest’anno dell’università estiva si intitola “Città, Comuni e territori della cura”.

Si tratta di un nuovo passo di approfondimento del percorso intrapreso da alcuni anni da Attac Italia, nato da una riflessione collettiva elaborata dentro l’assemblea nazionale del dicembre 2018.

Dicevamo allora – e ne siamo oggi ancor più convinti – che i movimenti sociali erano chiamati ad un salto di qualità, ovvero al passaggio da una posizione di difesa – di un diritto, di un bene comune, di un territorio – ad una sfida molto più ampia che riguardasse l’alternativa di società.

Un percorso certamente complicato, lungo e difficile, ma senza il quale la narrazione dominante avrebbe potuto continuare a definire quella attuale come l’unica società possibile.

Da quelle riflessioni nacque l’edizione 2019 dell’università estiva che intitolammo “La società che vogliamo”, dentro la quale iniziammo ad esplorare i diversi aspetti che avrebbero potuto caratterizzarla.

L’edizione 2020, svoltasi nel pieno della pandemia, ci ha aiutato a fare un ulteriore passo nel dare un nome, che poi significa un orizzonte, alla società del futuro. L’edizione fu intitolata “La società della cura”, perché è proprio nella cura di sé, delle altre e degli altri, del vivente e della natura che si situa il nuovo paradigma in grado di rivoluzionare il modello capitalistico, interamente basato sull’incuria nei confronti delle persone e dell’ambiente e sulla noncuranza, intesa come indifferenza alle sorti della vita e della dignità per tutte e tutti.

Naturalmente, le nostre università estive non sono momenti di riflessione e di approfondimento fini a se stesse, bensì momenti di autoeducazione orientata all’azione: è così che l’edizione dello scorso anno ha contribuito a dare vita ad un interessantissimo percorso di convergenza – chiamato per l’appunto “società della cura”– tra reti associative e di movimento, che oggi raccoglie oltre 400 realtà collettive e oltre 1500 persone attive individualmente.

Un percorso che, dentro i momenti più bui della pandemia, ha saputo costruire un legame tra esperienze di lotta, pratiche di alternativa, soggetti sociali, ponendosi l’obiettivo, reso evidente dai significati della pandemia, di mettere in campo la sfida per uscire dall’economia del profitto e costruire la società della cura.

Un percorso che nel luglio di quest’anno, in occasione del ventennale del G8 a Genova, si è ulteriormente allargato trovando proprio nelle ragioni di allora, oggi drammaticamente confermate dalla crisi climatica e ambientale e dalla diseguaglianza sociale, la necessità di costruire “un altro mondo è possibile”. Un mondo che, dopo decenni di globalizzazione spinta, dovrà essere ripensato a partire dalla centralità delle città, dei Comuni e dei territori per costruire un altro modello socialmente ed ecologicamente orientato.

Di questo tratteremo in questa edizione, provando a far diventare proposte concrete le idee e le suggestioni sinora affrontate ad un livello più ampio.

Sullo sfondo, l’avvio della campagna “Riprendiamoci il Comune”, pensata ed elaborata da tempo dalla nostra associazione, che, situazione sanitaria permettendo, potrebbe prendere avvio nei prossimi mesi, con due leggi d’iniziativa popolare sulla riforma della finanza locale e sulla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti per  ridare a città, Comuni e territori la dimensione pubblica e sociale della cura invece di essere, come oggi,  i luoghi dell’espropriazione di beni comuni, diritti e servizi a favore degli interessi finanziari e della rendita.

Buona università!

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