Come affrontare un autunno di resistenza: 18 imperativi

La Redazione di ComeDonChisciotte.org riceve e pubblica il vademecum comportamentale elaborato dal comitato Di Sana e Robusta Costituzione, 18 imperativi per affrontare l’autunno di resistenza che ci attende.

  1. METTI IN PREVENTIVO TUTTO: bisogna entrare nell’ottica che quando si scende in piazza non è come andare in gita dal Papa; da ora in poi bisogna mettere in preventivo tutto, dal semplice riconoscimento (ricorda di limitarti a fornire le tue generalità), a denunce, attacchi, repressione, financo (purtroppo) scontri.
  2. DIFFIDA INTELLIGENTEMENTE: diffidare dai movimenti sociali che hanno una rapidissima ascesa perché servono soltanto a dirottare il dissenso; abbiamo visto in passato che i movimenti che hanno una rapida ascesa, poi hanno un’altrettanta rapida discesa (per es. gillet arancioni di Pappalardo oppure il M5S). “Basta dittatura” ha fatto migliaia di iscritti sul loro canale telegram in pochissime ore ma si è rivelato un gruppo farlocco, con il flop del blocco delle ferrovie. L’iniziativa è andata disertata perchè i veri manifestanti hanno capito che gli admin anonimi hanno organizzato l’iniziativa solo per creare caos così da legittimare la repressione ad opera dei nemici. Non possiamo lasciare a lungo che questi personaggi facciano passerelle in combutta col potere. I movimenti veramente rivoluzionari nascono piccoli e indifesi ma conservano dentro di sé un potenziale di energie rivoluzionarie in grado di rendere cenere della storia tutto l’“ancien regime”. I movimenti rivoluzionari nascono piccoli e poi crescono gradualmente, proprio come un organismo vivente. I movimenti che hanno una rapidissima ascesa sono da paragonare a un bambino che viene partorito già all’età di 18 anni, ovvero mostri!
  3. INDIRIZZA BENE IL TUO TEMPO: il nostro tempo è la risorsa più importante, più dei soldi perché questi vanno e vengono, il tempo va in un’unica direzione. Paragonando il tempo ai soldi, vi sognereste mai di fare un investimento a bassa resa o addirittura a perdere? NO! Invece con il nostro tempo facciamo proprio così, lo disperdiamo in azioni che non ci torneranno utili, come la ricerca compulsiva di notizie sensazionali da postare nei vari gruppi whatsapp, credendo di contribuire all’informazione. In realtà non abbiamo bisogno di entrare nello specifico delle notizie, di spaccare il capello in 4 delle evidenze scientifiche relativamente ai vaccini, ai tamponi salivari ecc…così facendo il nostro tempo lo si disperde in azioni che non tornano utili, il nostro tempo invece deve essere investito in azioni ad alto rendimento come l’organizzazione concreta delle iniziative di lotta. Badiamo bene: non è che non serve ricercare notizie, è stato un lavoro indispensabile in questo anno che ha consentito il risveglio di tanta gente, ma adesso urge voltare pagina, innalzare il livello delle rivendicazioni, con l’organizzazione. Altro aspetto relativo al tempo: non sprecarlo con coloro che sono totalmente pro-regime. In una maxiemergenza, tipo il crollo di un palazzo, il soccorritore deve indirizzare il proprio tempo verso coloro che hanno possibilità di vita, lasciando andare chi purtroppo non ce le ha. Ecco noi dobbiamo fare la stessa cosa: lasciar andare chi è totalmente anestetizzato e concentrare la nostra più importante risorsa esclusivamente a fare in modo che da una moltitudine caotica ed eterogenea, nasca un blocco sociale rivoluzionario.
  4. PRENDI TEMPO PER TE: il nostro tempo deve essere anche indirizzato a ritrovare giorno per giorno le energie psicofisiche necessarie per affrontare una lunga stagione di lotta; quindi fare tutto quello che serve per purificare la nostra mente da tutte le scorie che troviamo in giro, cosi per focalizzarla unicamente sulla rivoluzione che ci attende. Quindi uscire, ascoltare musica, rilassarsi, fare pratiche meditative laiche o religiose che siano non ha importanza, ha importanza fare tutti i giorni un allenamento mentale per mantenerci lucidi, proprio come chi vuole gli addominali scolpiti deve allenarli tutti i giorni.
  5. NON PRENDERE SCORCIATOIE: tipo lasciapassare verde falso, o pseudocertificati di esonero vaccinale. Non dobbiamo MAI piegarci a chi ci propone (per venirci in contro) tamponi gratis o salivari…Non è questo il terreno della trattativa. Una norma incostituzionale e liberticida deve essere ripudiata in toto; Non bisogna mai tentare di sanare le contraddizioni che quelle norme producono, al contrario si devono fomentare le contraddizioni per farle emergere in modo da essere legittimati a rigettare tutto il castello di menzogne che le ha prodotte.
  6. SI VIS VITAM PARA MORTEM: se vuoi tornare a vivere preparati a morire. Cosa deve morire? Dobbiamo far morire quell’ io egoico, individualista e materialista che rimane attaccato alle cose che possiede all’interno del suo metro quadro. Noi siamo per natura solidali e tendiamo ad agire per il bene collettivo, ma quell’io egoico che ora prevale dentro di noi è la vittoria del potere che ci vuole tutti disintegrati ed è la principale fonte di consenso di questa dittatura. La rivoluzione contemporanea è strettamente collegata ad un piano interiore, quindi se non muore quell’io egoico, facendo nascere dalle ceneri di esso, un io in connessione, la rivoluzione non potrà mai dirsi avviata. Perdo il lavoro? CORAGGIO, stiamo costruendo reti solidali per accogliere tutti coloro che faranno questo passo.
  7. PENSARE A NUOVE FORME DI CONTESTAZIONE: dalla consapevolezza che la rivoluzione è strettamente connessa a un processo di liberazione interiore, dobbiamo dar vita a forme di manifestazione nuove che esprimano questa connessione. Non più manifestazioni violente, con scontri e cariche, incendi di cassonetti e vetrine spaccate. No! I nemici vogliono questo per essere legittimati a sopprimerci ma invece noi li dobbiamo spiazzare e far impazzire! Ci vuole un formato di manifestazione che consenta di liberarci delle tensioni, delle paure, dei condizionamenti ed al contempo ci faccia caricare di energie positive, necessarie per vivere la rivoluzione tutti i giorni. La piazza deve diventare un vero e proprio “dispositivo del dissenso” allestito ad hoc per mobilitare, vocalizzandole, le passioni tristi; i manifestanti devono manifestare, appunto, le proprie ansie, paure e condizionamenti e così, condividendole, esse si trasformano in divertimento, aggregazione ed orgoglio d’appartenenza ad una storia comune. In questo modo il dispositivo del dissenso, assume un valore terapeutico poichè consente da un lato di scaricare le passioni tristi e dall’altro di nutrire le anime di energie positive necessarie per vivere la rivoluzione in maniera permanente tutta la settimana. La piazza deve essere un luogo, come a teatro, in chiesa, allo stadio, di ristoro per l’animo e al contempo deve essere un atto politico forte, radicale, democratico e possibilmente non violento. Mobilitando con la propria voce il dissenso, il singolo sente che il proprio contributo è utile ad una causa collettiva; il manifestante sente che la sua voce si fonde con la voce degli altri, ritrovando così l’idea di un popolo unito. Non solo, vocalizzando, per esempio: “Noi resisteremo” il singolo si sente responsabilizzato, ed è come se stringesse un patto con gli altri sodali manifestanti. In questo modo il dispositivo del dissenso sarà un centro propulsore di energie ed emozioni che si propagheranno fino a coinvolgere e travolgere le masse dormienti. In definitiva, urge escogitare un modo di manifestare che sia l’espressione del motto “liberazione interiore, trasformazione del mondo”.
  8. NON CREDERE NELL’AUTOSUFFICIENZA DELLE SINGOLE AZIONI DI LOTTA: la manifestazione del sabato deve essere un evento straordinario, un evento che deve sprigionare energie rivoluzionarie, per questo sono indispensabili nuovi riti, simboli, segni e motti. La manifestazione del sabato deve essere concepita come tappa finale di una serie di altre iniziative poste in essere durante la settimana come presidi sotto gli obiettivi sensibili (ordine dei medici, ordine degli infermieri, ordine dei giornalisti, sede del PD) oppure flash mob, affissione di striscioni e adesivi. ATTENZIONE! Basta dire: “non servono i flash mob, non servono le manifestazioni, non serve questo e quell’altro” Nessuna iniziativa di lotta è autosufficiente, cioè nessuna DA SOLA potrà sortire un risultato, ma funziona l’effetto sinergico di tutte queste azioni, a patto che siano organizzate e coordinate tra di loro. Promuovendo varie forme di iniziative, potremo inserire tutti nella lotta, a seconda del livello di attivismo che ciascuno sceglie di avere, diversamente se decidiamo di fare per esempio solo occupazioni, avremo tagliato fuori parte degli attivisti intenzionati a dare il proprio contributo in altre forme contestative.
  9. NON CREDERE NELL’ AUTOSUFFICIENZA DELLA RAPPRESENTANZA: nelle azioni di lotta (es. occupazione università), le rappresentanze interessate (studenti) sono costituite da poche centinaia di persone. Siamo le minoranze di tutte le categorie, dobbiamo muoverci con la formula “avanguardia + popolo”. Cioè nelle azioni di lotta ci deve essere sempre un’avanguardia di rappresentanti promotori di quell’azione + il sostegno del popolo della rivoluzione. La lotta contro l’infame lasciapassare verde in università o a scuola, non interessa solo gli studenti, ma interessa in generale il diritto allo studio che verrà difeso tramite gli studenti con l’appoggio del popolo difensore della Costituzione. Allo stesso modo, la lotta contro l’ordine degli infermieri non interessa solo gli infermieri ma interessa il diritto alla salute che viene difeso tramite un’avanguardia di infermieri + il popolo a sostegno. Quindi nessuna rappresentanza di una categoria è autosufficiente a se, perché non sono più rivendicazioni di categoria ma è la nuova battaglia del popolo italiano unito!
  10. COMBATTERE LA VIOLENZA DEL POTERE: la violenza del potere è un qualcosa che subiamo ogni giorno, prima era il ricatto economico, adesso il ricatto alla nostra libertà e alla nostra inviolabilità quale esseri umani. Combatti ogni forma di discriminazione e di oppressione promuovendo la cultura e la partecipazione, anche a costo di contravvenire a norme ingiuste in antitesi coi principi della nostra Costituzione.
  11. SPEZZA LE ABITUDINI: i nemici stanno producendo leggi intrise di irregolarità e cariche di minacce per fare in modo che le nuove regole della socialità post-covid si sedimentino nella consuetudine (che è fonte di diritto anch’essa). Per esempio, non c’è una legge che vieta ad una persona di andare a lavorare in costume da bagno, tuttavia c’è la consuetudine che dice che così non si fa. Loro ci vogliono portare a questo, a fare in modo che la consuetudine si sostituisca alle leggi in modo tale che non ci sarà neanche più bisogno di legiferare sulle nuove regole di comportamento distopico. Siamo al centro di un vero e proprio esperimento sociale e noi dobbiamo attivarci ORA a spezzare queste dinamiche prima che diventino consuetudine. Quindi per esempio andare a fare la spesa senza mascherina, è un atto che spezza l’abitudine.
  12. TROVA UN ORDINE E UNA DISCIPLINA INTERIORE: siamo tutti disgregati interiormente, nei nostri animi vige un caos infernale, in cui oscillano fasi depressive caratterizzate da momenti di struggente percezione di impotenza e fasi ipereccitanti in cui si vuole andare a invadere il parlamento. Vincerà chi si sarà dotato di menti lucide e nervi d’acciaio oltre che a tanto coraggio. Urge ordine interiore, tra tutte le parti che compongono il nostro io; in pratica uno stato dell’io che è sovrano delle sue parti, delle proprie schiavitù interiori. Ci vogliono regole e disciplina. Siamo tutti inseriti in centinaia di gruppi tra whatsapp e telegram, che il più delle volte sono rassegne di link e notizie pubblicate compulsivamente o tribune delle frustrazioni di ciascuno di noi. Bisogna elevare il livello delle discussioni, NO a frustrazioni, SI a idee per immaginare il futuro…bisogna allenarsi a visualizzare un futuro nuovo e sognare la vittoria, perché questi sono atti rivoluzionari contro il potere che ha metastatizzato le nostre menti facendoci credere che non c’è altro mondo all’infuori di questo.
  13. CONDIVIDI LA STRATEGIA GRADUALE DELLA LOTTA: prima di arrivare a schiacciare la testa del mostro, bisogna spezzare uno a uno tutti i suoi tentacoli. Dunque per arrivare a rovesciare l’oligarchia dominante, dobbiamo neutralizzare tutti gli strumenti e le istituzioni di cui si serve. Quindi una nuova strategia di azione che non contempli la sfilata sotto il parlamento ma che inauguri il conflitto con gli obiettivi sensibili, ovvero gli organi intermedi dello Stato, per intimarli all’obbedienza costituzionale, quindi alla disobbedienza civile.
  14. PREFERISCI SEMPRE GLI INCONTRI DAL VIVO: non abusiamo delle piattaforme di videoconferenze, perché sono un’arma a doppio taglio che il potere ci ha messo a disposizione apparentemente per facilitarci gli incontri, in realtà per allontanarci sempre di più. Ci sono persone che prima erano disposte a percorrere 10km per un incontro fisico ma che adesso preferiscono l’incontro a distanza perché si sono accomodate troppo. Urge spezzare questa nuova consuetudine perché ne va della qualità delle relazioni. Attenzione a queste trappole seduttive del potere che hanno effetto anche su di noi “risvegliati”.
  15. METTI DA PARTE IL DIBATTITO SCIENTIFICO: dal momento che il piano scientifico è completamente staccato dal piano politico, urge concentrare tutte le nostre energie psicofisiche sull’analisi e sulla contestazione della deriva politico autoritaria che sta prendendo la storia contemporanea. I nemici fanno apposta a proporci quei dibattiti sull’efficacia scientifica della terza dose o dei tamponi salivari. Queste argomentazioni fungono da cortina fumogena per portare il terreno del dibattito su un piano scientifico poiché essendo la scienza divisa al proprio interno, anche i dibattiti che ne derivano, sono forieri di ulteriori divisioni. Dunque lasciamo “scornare” gli scienziati sul dibattito scientifico e noi come popolo concentriamoci su ciò che ci unisce: la necessità di un’organizzazione politica rivoluzionaria in difesa della Costituzione.
  16. RIANIMA LO SPIRITO RIVOLUZIONARIO DENTRO DI TE: si sentono in giro proposte emancipative individuali, come l’autodeterminazione, la sovranità individuale, il fuggire all’estero o il rifugiarsi sulla cima di qualche montagna. Del resto, la mente di un io egoico-materialista e individualista può partorire solo proposte emancipative del genere. La mente di un io in connessione con le energie dell’universo, con la potenza artistica, creatrice e divina che risiede in ciascuno di noi, invece potrà partorire vere idee rivoluzionarie che siano veramente emancipative di tutta una collettività. Il problema dei problemi, quindi, è proprio rianimare lo spirito rivoluzionario che ha da sempre mosso i popoli e scandito la storia in nome libertà, ma che invece in questa generazione fatta di eghi materialisti e individualisti, sembra essere ibernato. Quindi bisogna promuovere, oltre le piazze, contesti aggregativi intermedi come locali, pub, ristoranti in cui ci si vede (non è da escludere la possibile futura natura clandestina di questi incontri) e si parla. Contesti aggregativi che fungano da luoghi di riparo, di mutuo soccorso solidale e da “camere” di rianimazione del pensiero rivoluzionario.
  17.  PENSARE A NUOVE FORME DI UNIONE: in molti invocano l’unione di tutti i movimenti, partiti, comitati e associazioni che hanno organizzato nel corso di quest’anno mobilitazioni in tutta Italia. Ma l’unione tanto ambita, è più facile a dirsi che a farsi. È materialmente impossibile unire persone disgregate al proprio interno, frammentate nell’animo, dove l’io egoico prevale sempre ed ostacola i processi aggregativi con gli altri. Persone disgregate al proprio interno non possono che dar luogo a configurazioni sociali (per es. confederazioni) altrettanto disgregate e disgreganti. Come si fa a materializzarsi l’unione se dentro di noi siamo disgregati? Dunque l’unione di pezzi disgregati non funziona. Altro elemento ostacolante l’unione è il prevalere divisioni superficiali (fascisti Vs antifascisti) che non si riescono a sanare. Evidentemente, quindi, i processi di unione devono essere più profondi, devono materializzarsi nell’interiorità, a partire dalla consapevolezza che la prima controindicazione all’unione è proprio il prevalere dell’io egoico, frutto del dominio mentale che il potere ha avuto su di noi, da 40 anni. Infine, le unioni tra configurazioni sociali di vario genere, fatte a tavolino, si sono dimostrate non funzionanti; altresì l’unione vera destinata a durare negli anni è quella che si genera a partire da un’avanguardia che sprigiona energie rivoluzionarie destinate poi ad attrarre elettivamente tutti gli altri soggetti. È come il matrimonio: un matrimonio combinato a tavolino è destinato a durare poco, un matrimonio in cui arde l’amore vero e la passione, è destinato a durare per sempre.
  1. CONVERGI SU ROMA: la capitale è il centro delle lotte. Fare di tutto per concentrare le lotte qui, prendere gli ultimi risparmi, usare tutti gli istituti contrattuali previsti (ferie, aspettative, ecc) per mollare tutto e venire a Roma. Noi trionferemo quando rivoluzione sarà tutt’uno con la nostra vita!

                        CONTESTAZIONE 

Non c’è divario, fratelli, tra la liberazione interiore

e la contestazione radicale di questo mondo.

Non fatevi ingannare, ragazzi e ragazze del XXI secolo.

Non fatevi tagliare in due

tra anima e mondo, tra psiche e storia,

tra spirito, fede e rivoluzione.

Questo mondo di pura menzogna

resiste proprio perché

gli umani non sanno ancora integrare

le loro parti, le loro emozioni, le loro azioni,

la loro parola, il fuoco del loro anelito

con la danza dei loro giorni. Lo so,

lo sappiamo molto bene, quanto sia arduo

incarnare un moto rivoluzionario nuovo,

che tragga dalle profondità sorgive dell’essere

la propria energia trasformativa. Ma questa

è la via, non ce ne sono altre, e questa via

è quella della vera gioia, e del vero eros,

in quanto il corpo diventa erotico

nella misura in cui incarna

il fuoco sovversivo dello Spirito.

Marco Guzzi – “Dizionario della lingua inaudita, la lingua e la rivoluzione”

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