Non era bastato che Spike Lee venisse obbligato a tagliare i 30 minuti del suo documentario sull’11 settembre dedicati alla teoria alternativa sulle demolizioni del World Trade Center. Adesso Richard Gage è stato anche obbligato a dare le dimissioni da presidente di Architechts & Engineers for 9/11 Truth, l’associazione da lui creata nel lontano 2006, che conta a tutt’oggi oltre 3000 professionisti del settore che contestano, dati alla mano, la versione ufficiale dell’11 settembre.
Nel documentario di Spike Lee, infatti, erano stati intervistati proprio alcuni membri di Architechts & Engineers for 9/11 Truth, i quali portavano le loro argomentazioni contro la versione ufficiale. Queste argomentazioni evidentemente erano così convincenti da aver suggerito alla produzione (HBO) di segare per intero il segmento a loro dedicato. Al contadin non far sapere…
Ma qualcuno ha voluto andare oltre, e ha chiesto anche la testa di Richard Gage, presidente di A&E. Ma come è stato possibile ottenerla?
Semplice: tacciando Gage di antisemitismo.
Per fare il lavoro sporco si è messa all’opera la testata Slate, che con un lavoro minuzioso si è messa ad analizzare ogni singola intervista, ogni singola conferenza, ogni singolo podcast messo in rete da Richard Gage dal 2006 ad oggi. Sono così riusciti a scovare un paio di situazioni, risalenti a 10 anni fa, nelle quali Gage affermava che “il nostro governo e quello di Israele potrebbero essere responsabili per la demolizione delle Torri Gemelle” (nota: “potrebbero”), oppure che “mi sembra evidente chi siano i responsabili degli attentati, visto chi alla fine ha tratto i maggiori vantaggi dagli attentati stessi.”
Tanto è bastato per “inquinare” l’immagine di AE (una associazione che si è sempre definita “tecnica” e “apolitica”), obbligando Gage a dare precipitosamente le dimissioni, prima che l’intera associazione ne venisse travolta.
Nella sua lettera di addio, Gage si è scusato con i membri di AE “per essersi dimenticato, in alcune circostanze, di rappresentare una associazione che ha come unica ‘mission’ quella di analizzare tecnicamente il crollo dei tre grattacieli del World Trade Center”. Le opinioni, evidentemente, agli architetti non sono permesse.
Gage ha comunque deciso di continuare da solo la sua opera di divulgazione per la verità sull’11 settembre.
Come dice un noto proverbio, “per sapere chi comanda, basta sapere chi non ti è permesso criticare”.
Massimo Mazzucco