Operazione Socrate 2.0. Comunicato numero tre: la rivoluzione dei cotton fioc

Cotton Revolution – Rivoluzione Bianca.

Grazie a chi mi dedica del tempo scrivendo a marcosfrancia@protonmail.com; come avete visto rispondo sempre, anche se magari non subito.

Lo sviluppo ha una dimensione storica e una contemporanea.

Nasciamo nel passato, ci confrontiamo nel presente e costruiamo il futuro.

Adesso stiamo affrontando una crisi (quando non capita?) che sembra più grave delle altre, ma non è così.

Ho la certezza che quanto viviamo abbia radici antiche che, come accade col Karma, prima o poi dovevamo superare.

Nel Diciottesimo secolo in Europa eravamo tutti presi dalla Rivoluzione Francese e Facebook non raccontava che altrove lo sport nazionale era l’importazione dall’Africa di schiavi da adibire alla coltivazione del cotone (quel materiale che ci accompagna tutti ogni giorno tranne quando ci facciamo la doccia, per capirci).

Il prezzo pagato per uno schiavo nero specializzato raggiunse nel 1858 i 1.280 dollari, pari orientativamente a 34.500 euro di oggi.

Per fortuna ora non importiamo più schiavi perché abbiamo scoperto che è più conveniente far lavorare i bambini nella loro terra sul cotone trasformato in t-shirt o Lacoste.

A quegli schiavi dobbiamo molto.

Il cotone grezzo (non le Lacoste) è la chiave per la nostra libertà che, oggi, ci costa molto meno di 34.500 euro. Il nostro riscatto dura 48 ore, ma su base annua potrebbe costarci al massimo 2.737 euro (un tampone ogni 2 giorni).

Perché nessuno si offende o si risente per un prezzo della libertà così basso? La dignità e l’orgoglio dove sono finiti? Non siamo gli eredi dell’Impero Romano?

Non vi dovete offendere: in base alla speranza di vita media attuale (rimasta invariata fino all’inizio della cura sperimentale di massa), il prezzo della libertà facendo, a un trentenne, un tampone ogni 2 giorni per cinquanta anni ammonta a circa 137.000 euro.

Il che fa riflettere su come le cure sperimentali saranno superate a breve… il vero business è altrove, molto più snello, conveniente e duraturo. Pensate se solo 10 milioni di italiani per un anno facessero tamponi ogni 2 giorni: verrebbe fuori una cifra che non entra nella calcolatrice: 27.370.000.000, un importo che supera i ricavi per una delle cure sperimentali attualmente somministrate, con molti meno costi…

Ma torniamo al valore degli schiavi. La giusta scala di valori è ristabilita: noi e il nostro smartphone valiamo più di uno schiavo malato e malnutrito del 1858, il progresso c’è stato.

Non poteva essere diversamente se si pensa alla leggiadria e alla conturbante morbidezza di un cotton fioc, impugnato da un’infermiera, rispetto ai colpi di frusta e di bastone dati da maleodoranti uomini a cavallo nei campi di cotone.

Ma torniamo agli Stati Uniti: gli Stati del sud regolarono con leggi le condizioni degli schiavi: non potevano avere proprietà, portare armi da fuoco, riunirsi con altri neri se non in chiesa, abbandonare la proprietà del padrone senza permesso, deporre come testimoni in tribunale contro un bianco, sposarsi legalmente, nè potevano imparare a leggere e a scrivere.

E qui si impongono altre riflessioni.

Gli schiavi potevano incontrarsi in chiesa, il che rispetto a quanto è avvenuto in Italia da marzo 2020 è un vero lusso; non potevamo neanche andare in palestra né in biblioteca, a tratti neanche in spiaggia (droni ovunque). Mentre la spiritualità e la trascendenza degli schiavi erano comunque tutelate…

Mi vengono però in mente le migliaia di bambini nativi sepolti intorno alle chiese in nord America e penso che forse sia stato un bene che le chiese da noi, anche se per poco, siano state chiuse, i riti addirittura rivisti, come ho amaramente scoperto a un funerale di un amico durato meno di un quarto d’ora con una liturgia irriconoscibile. Vi ricordate i funerali di Spazio 1999 o Star Trek, quelli in cui si preme un bottone per scegliere il rito, parte un disco in automatico che canta, recita e poi la bara viene espulsa nello spazio infinito?

D’altronde è pericolosissimo assembrarsi, anche spiritualmente. I medium stanno facendo affari d’oro.

Fortunatamente, rispetto alle morti tremendamente solitarie del 2020, quando tutto era vietato e nei cimiteri pulivamo con l’amuchina dopo la chiusura dei loculi, qualche passo avanti è stato fatto.

Relativamente ai tribunali, in Italia a giudicare dagli atti sinora posti in essere sembra siano stati tutti chiusi.

In Spagna dopo una settimana sono intervenuti ripristinando lo stato di diritto…

Mah, sarà perché in Spagna c’è ancora il Re e tutti lo temono? Forse sì perché anche in Gran Bretagna, Danimarca e Svezia non ci sono più restrizioni. Viva la Monarchia.

Anche rispetto all’ultimo divieto noi siamo molto più fortunati. Gli schiavi non potevano imparare a leggere e a scrivere, mentre i nostri giovani possono partecipare alle lezioni con la mascherina e vengono fermati solo quando devono spiccare il volo, cioè ai cancelli delle università. Così potranno scrivere libri come “Il tradimento dell’Alma Mater”, oppure “Una vita ai margini” o fare qualche video per Tik Tok.

Spero solo che crescendo non ci accusino di aver fatto troppo poco e di non aver garantito loro una vita degna come stanno già facendo quegli incauti fissati col cambiamento climatico.

Tornando alle piantagioni di cotone, è difficile fare un quadro generale sulla vita e la condizione degli schiavi: dipendeva dalla regione in cui vivevano, dal raccolto, dalla stagione, e dal carattere dei singoli padroni. Pur tuttavia lo schiavismo fu un sistema basato essenzialmente sulla paura.

La vera degradazione della schiavitù non era fisica, ma psicologica: essa ingenerava spirito di dipendenza e d’incapacità e minava la consapevolezza del proprio valore.

Sembrerebbe che nulla sia cambiato da allora… Ci sono anche incauti sociologi che descrivendo la nostra società parlano di società della paura o società liquida…

Dopo queste amarissime constatazioni e la scoperta in una cripta sotto la Piramide Cestia della Dichiarazioni dei Diritti dell’Uomo, dell’Infanzia e dell’Adolescenza e della Costituzione Italiana, come Leader ingiudicabile, indiscutibile e sommo, dichiaro oggi aperta la Cotton Revolution, la Rivoluzione Bianca, quella che poggia morbidamente sui cotton fioc ed è inarrestabile.

Il primo atto è quello di constatare che in fondo in Italia la libertà ha un prezzo bassissimo e dobbiamo esserne felici: bene o male magari per un paio di giorni alla settimana, tutti saremo in condizione di sentirci liberi. Sarà come sentirsi inebriati dopo un momento di somma poesia. Apriremo la gabbia al canarino tenendolo comunque legato per una zampetta con il filo da pesca trasparente, leggero, lungo, quasi invisibile… E lui tornerà al suo nido d’ovatta, alle sue abitudini. Tornano sempre, specie se li leghi.

Se ci saranno integralisti che vogliono addirittura la libertà gratis, il passaggio obbligato è la partecipazione al famoso gioco del criceto, quello in cui la ruota ogni tanto s’inceppa e il criceto ha qualche piccolo trauma ma, si sa, di criceti ce ne sono tanti…

Noi italiani, pazientemente, accetteremo anche questo, grati a chi ci mette alla prova.

I lavoratori, prenderanno un giorno di ferie ogni quattro dato che il quinto bisogna comunque mangiare e 15 euro fanno la differenza.

I fumatori fumeranno meno.

I pendolari saltando un giorno a settimana risparmieranno benzina e l’inquinamento diminuirà.

I bambini a scuola sopporteranno la mascherina perché è nelle loro mani la nostra salvezza e loro sanno essere tenaci.

Siamo un grande popolo, non facciamo rivoluzioni come in Francia o nei Paesi Arabi o in Africa. Noi ci affidiamo ai movimenti e alla civiltà.

L’Italia, con la Cotton Revolution, indica la strada all’Umanità verso nuove e incredibili mete di pace e serenità.

Continuo a non capire perché i Media Mainstream ci nascondano che in tanti si lamentano e riempiono le piazze. Proprio non capisco. Sono solo quattro gatti lamentosi. Qui va tutto bene.

Il comunicato di oggi è: “Ci sono pietre che rotolano e raccolgono sugo, anche se non capita quasi mai”.

Il vostro Leader trasparente.

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