Europa, i vaccini hanno causato 10 volte più morti della guerra

di Giovanni Zibordi

La guerra in Ucraina ha fatto sinora tremila morti tra i soldati (duemila ucraini e 500 russi, ma dato che il totale aumenta ogni giorno arrotondiamo a tremila). Tra i civili le stime variano molto. L’ONU indica duecento o trecento mentre gli ucraini parlano di duemila, ma come si sa le stime dei morti civili sono spesso assai variabili nelle guerre, ad esempio in quelle in Iraq, Siria, Afganistan e Libia variavano di centinaia di migliaia. Per stare sul sicuro, raddoppiando le stime  dell’ONU e quindi stimando quattrocento o cinquecento morti fra i civili, si può ritenere realistico un totale dei morti pari a circa quattromila.

Facciamo un confronto con l’aumento di morti in Europa nel 2021 per tutte le cause, in quanto tale aumento è stato anomalo.

Nella fascia di età in età militare (sotto i 44 anni) nel 2021 in Europa con la vaccinazione c’è stato un aumento di 3400 morti (fonte: EuroMomo, European Mortality Monitor) rispetto al 2020 (quando si era palesato il covid-19).

Mortalità in eccesso della media (Europa), fascia 15-44 anni.

Nella fascia di età tra 44 e 65 anni nel 2021 in Europa con la vaccinazione c’è stato un aumento di 38600 morti (fonte: EuroMomo, European Mortality Monitor) rispetto al 2020 (quando, va ribadito, si era palesato il covid-19).

Mortalità in eccesso della media (Europa), fascia 45-64 anni.

Si potrebbe quindi affermare che in Europa si sono sinora avuti quattromila morti a causa della guerra in Ucraina, mentre con la vaccinazione si sono registrati oltre quarantamila morti in più rispetto al 2020.

Come specificato, la comparazione è rispetto al 2020 ma se il confronto fosse con gli anni precedenti all’insorgenza del covid-19 allora l’aumento tra i decessi sarebbe di quasi cinquantamila. Dato che, rispetto al 2020, il 2021 presentava le vaccinazioni (oltre che il covid-19 come nel 2020 e i lockdown come nel 2020), è logico dedurre che buona parte di questo aumento di oltre quarantamila decessi (sotto i 65 anni) sia legato ai vaccini. Ovviamente non in toto, giacché anche i lockdown hanno inciso riducendo l’attività degli ospedali e dunque causando morti in più di pazienti non diagnosticati, non operati o comunque non tempestivamente curati.

Nel caso delle compagnie di assicurazioni sulla vita ad esempio, ho già trattato il caso anomalo delle assicurazioni sulla vita mostrando come per il 2021 si sia verificato un aumento medio dal 20 al 50% di pagamenti legati a decessi (si tratta di un caso comune ad Aegon, BKK in Germania, AIG, Unum, Hartford, oltre a tutte le altre società statunitensi operanti nel ramo delle polizze vita) e non sono l’unico ad avere evidenziato tale fenomeno. Questa è una storia di cui si è parlato non solo su siti d’informazione indipendenti, bensì è anche finita in prima pagina sul Wall Street Journal.

Rise in non-covid-19 deaths hits life insurers

Come esempio si riporta di seguito il conto economico di una delle più importanti società statunitensi (si tratta della Aegon) operante nel ramo delle assicurazioni sulla vita, dove si mostra l’aumento di pagamenti per i beneficiari (morti).

Adverse individual life mortality experience was USD 92 million in the fourth quarter of 2021,compared with USD 61 million of adverse experience in the fourth quarter of 2020.

Anche nel caso delle assicurazioni sulla vita si tratta in media di persone sotto i 65 anni, quindi non si sta parlando di ottantenni con tre patologie in cui l’aumento di mortalità dipende da infezioni, influenze stagionali (come il covid-19), etc.

Riguardo al Vecchio Continente, mentre in Italia non sono sinora disponibili dati disaggregati ad esempio per Generali o Unipol, in Germania le analisi inerenti i dati di milioni di assicurati e indicanti un numero molto più alto del normale di morti pubblicate dalla BKK (Betriebskrankenkasse, tra i più grandi fondi assicurativi tedeschi), dove si parla senza mezzi termini di “allarme”,  hanno suscitato scalpore.

Dichiarazioni di Andreas Schöfbeck, dirigente BKK, sul numero anomali di morti nel 2021.

Cercando “Andreas Schöfbeck BKK” via internet su un motore di ricerca (e nonostante Google provi a censurare i risultati di ricerca sul tema) si possono trovare le dichiarazioni di questo dirigente sui danni da vaccini e tanti articoli a riguardo.

(Vedasi, ad esempio, articolo specifico sul tema reperibile su media in lingua inglese qui.)

A seguito di tali dichiarazioni, il dirigente della BKK in questione è stato improvvisamente licenziato proprio questa settimana:

comedonchisciotte.org/denuncia-gli-effetti-collaterali-del-vaccino-licenziato/

CONCLUSIONI

Si può quindi affermare con certezza come vi siano due gruppi di dati, quelli dell’Osservatorio Europeo della Mortalità e quello dei pagamenti per gli assicurati deceduti nel 2021, che convergano nell’indicare un aumento straordinario dei morti tra la popolazione in età lavorativa e nei giovani. Inoltre, questo incremento risulta essere dell’ordine di decine di migliaia solo in Europa (e altrettanti e più nel resto del mondo vaccinato presumibilmente, se si guarda anche ai dati provenienti dagli USA).

Al confronto di questa vera e propria strage, per ora la guerra in Ucraina è un fatto tragico, certamente, ma secondario se guardiamo solo alle vite umane perse visto che quattromila morti sono 10 volte meno di quarantamila morti. Stiamo parlando di fasce di età comparabili, non dei morti per covid-19 con età media di 80 anni in cui giocano altre patologie e la mortalità naturale degli anziani.

Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J (ma soprattutto le prime due) hanno condotto una guerra su base farmacologica per mezzo di questi trattamenti sanitari, conculcati sotto forma di iniezioni sulla popolazione non anziana e resi nei fatti obbligatori attraverso i provvedimenti normativi adottati dagli Stati. Il risultato è nei dati di mortalità totale e nei dati delle assicurazioni sulla vita (oltre che nelle rilevazioni riportate dai sistemi di rilevazione dei danni a vaccini come VAERS e Eudravigilance). Un aumento di oltre quarantamila morti sotto i 65 anni. E questo parlando solo dell’Europa. In USA, dove i dati delle assicurazioni vita sono più dettagliati, si denota un aumento eccezionale di morti nel 2021 superiore di 100mila decessi alla media statistica.

Se oltretutto si volesse ragionare sulle vite umane perse nell’area del Nordafrica e del Medio Oriente, i Paesi arabi sono stati bombardati e anche invasi per anni da USA e Regno Unito. Di conseguenza, i Paesi arabi non sono affatto impressionati ora quando viene loro chiesto di aderire alle sanzioni nei confronti della Russia e se si dice loro che i russi commettono crimini di guerra, questi Paesi ricordano come le stime (di fonte statunitense) riguardanti 20 anni d’intervento militare angloamericano viaggino sui quattrocentomila civili morti in tali Paesi. Inoltre, i Paesi arabi non bombardati hanno in mente i morti in Palestina, Gaza e Libano a opera d’Israele (alleato degli USA e sovvenzionato dagli USA) e ad esempio solo a Gaza secondo l’ONU i morti causati dagli interventi militari israeliani sono stati seimila negli ultimi 20 anni.

In Europa vi è poi la Serbia, ovviamente, dove ancora la popolazione ricorda i due mesi di bombardamenti NATO su Belgrado, svoltisi ininterrottamente nel 1999 e causanti più di 500 vittime civili, e lì ci si chiede come mai la separazione dei russi di Crimea, Donbass o Donetsk dall’Ukraina sia trattata in modo diametralmente opposto rispetto a quella del Kosovo dalla Serbia. Anche la Grecia (ortodossa) e altri Paesi di cultura balcanica e/o mitteleuropea come Bulgaria, Slovenia, Slovacchia sono più neutrali. Inoltre, la Turchia ha ribadito che non può mettere sanzioni alla Russia, con la quale ha troppi legami economici importanti.

Se parliamo quindi di vite umane perse, abbiamo appena avuto – e, anzi, è ancora in corso – una guerra di tipo farmacologico le cui conseguenze sono state di creare nel mondo centinaia di migliaia di vittime da parte di Pfizer e di Moderna con il sostegno pieno degli Stati occidentali.

Sarebbe pertanto opportuno cominciare a imporre sanzioni contro i responsabili di queste decine di migliaia di morti, sia verso le società farmaceutiche, sia tra i politici (intesi come quei rappresentanti istituzionali conniventi e corresponsabili di questa strage). La perdita di vite umane, di vite di persone giovani e adulte in buona salute, non può più essere nascosta. Usare ora i (relativamente pochi, per il momento) morti in Ucraina al fine di cambiare argomento è ipocrita. C’è una guerra in corso che causa morti, ma quella più letale fino a oggi adopera iniezioni e non bombe.

Giovanni Zibordi

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