Dalla Dott.ssa Marilena Favale ho ricevuto questo articolo, con preghiera di pubblicazione.
In realtà tutti noi viviamo quotidianamente piccoli soprusi, piccole vendette, ma difficilmente queste assurgono agli onori della cronaca.
Quando dietro alla molestia vi è una preparazione strategica e un piano ben definito con lo scopo di annientare la vittima, allora siamo ad un livello più alto. Ciò che leggiamo nei fatti di cronaca o vediamo spesso in film e telefilm dalla sceneggiatura particolarmente drammatica, potrebbe essere un buon esempio di una forma di molestia pianificata che si protrae nel tempo, ma, ovviamente, siamo ancora lontani anni luce dal vero Gang Stalking.
Trattasi per lo più di campagne di molestie e discredito, intraprese contro un individuo Target.
Il Gang Stalking è un’azione persecutoria organizzata ai danni di un “Individuo Bersaglio” o “Target Individual” che si perpetra attraverso un insieme di atti ostili non imputabili, singolarmente, come reati o violenze esplicite, ma che, nell’insieme, risultano essere pesantemente lesive per la salute psichica e fisica della vittima.
Il Gang Stalking è perpetrato da una pluralità di esecutori, la maggior parte dei quali è sconosciuta alla vittima, con l’espresso scopo di molestare usando persecuzioni e intimidazioni di tipo psicologico.
L’azione vessatoria produce stress che, protratto nel tempo, induce al disturbo da disadattamento (DDS), il quale può provocare, asocialità, aggressività, misantropia, crisi di panico, attacchi d’ansia, insonnia, comportamenti ossessivi-compulsivi, e nei casi più gravi indurre al suicidio o all’omicidio. Lo stress prodotto dall’azione vessatoria induce inoltre la sindrome del disturbo post traumatico da stress nelle sue diverse forme, depressiva e ansiosa (DPTS), cfr Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Gli obiettivi che esso si prefigge sono il condizionamento degli individui, il loro controllo, “programmazione” o eliminazione attraverso l’induzione alla paranoia (follia) o al suicidio. Il Gang Stalking ha molte somiglianze con il Mobbing con la differenza che quest’ultimo viene praticato solo sul posto di lavoro mentre il secondo abbraccia ogni momento della vita del perseguitato.
Il Gang Stalking è praticato e coordinato da “organizzazioni canaglia” che operano secondo criteri del tutto arbitrari, per perseguire le motivazioni suddette. Questi gruppi si possono attivare per divertimento, fanatismo religioso o settario, persecuzione di genere, di razza, appartenenza politica, ecc. Probabilmente anche la pratica del malocchio e della magia nera si servono di questi mezzi per ottenere efficacia sulle loro vittime.
I gruppi di stalkers operano a più livelli, con diversi gradi di consapevolezza degli obbiettivi del nucleo di comando, così come avviene per diverse organizzazioni terroristiche o segrete. Si ritiene che le origini di questo tipo di vessazione organizzata siano da individuarsi nelle ricerche compiute su cavie umane dai servizi di intelligence di diversi stati, tra cui USA, ex URSS, Germania Est, ecc.; i quali tentavano di individuare un metodo efficace e discreto per ottenere agenti segreti disposti a tutto, eliminare dissidenti o persone che rappresentavano una minaccia all’élite di potere di turno. Tristemente celebri sono le operazioni dell’organizzazione governativa Cointelpro, della Red Squad (USA), o della STASI (Germania Est) per le quali venivano reclutati cittadini di ogni strato sociale, la maggioranza di questi erano tenuti all’oscuro dei veri obbiettivi e convinti di essere paladini della giustizia o eroici agenti segreti, il loro scopo era quello di fornire informazioni sul bersaglio o segnalarne dei possibili. Operazioni simili sono state segnalate in tutto il mondo. Uno dei casi più documentati può essere individuato nel programma del progetto MK ULTRA, segreto e poi divulgato dal coraggioso presidente Clinton, in esso erano previsti esperimenti (a volte vere atrocità) volti a scoprire metodi per il controllo ed il condizionamento degli esseri umani. È noto, inoltre, che tecniche di controllo mentale e lavaggio del cervello sono state utilizzate da diverse sette e organizzazioni terroristiche.
Fatto sta che le stesse tecniche ad oggi, secondo la mia personale opinione, vengono adoperate da sempre più organizzazioni, sia pubbliche che private, agenzie, gruppi politici o religiosi.
Ovviamente le tecniche di manipolazione e controllo mentale dei Servizi dei vari paesi hanno proseguito le loro ricerche e ad oggi i loro mezzi sono di gran lunga più raffinati; ma ciò non toglie che sempre più “sette” si appropriano di “strumenti” di tortura già sperimentati e ben collaudati proprio dai Servizi negli anni precedenti.
Il Target Individual accortosi della tortura cui è sottoposto, si trova a vivere un vero e proprio incubo. Cerca di scoprire le motivazioni di quello che gli sta succedendo senza poterne venire a capo, vorrebbe parlarne ma sa che nessuno gli crederebbe. La sua mente si sforza inutilmente di trovare delle soluzioni ma senza successo. Paranoia, raptus omicidi/suicidi sono i terribili effetti che possono conseguire.
Vi sono diverse tipologie di Target: 1) Bersaglio di allenamento: viene scelto e usato per impratichire il gruppo di Gang Stalking. 2) Bersaglio nemico: una persona considerata dal gruppo di stalking come una minaccia; 3) Bersaglio commissionato: il gruppo è ingaggiato da terzi.
I metodi attraverso cui viene perpetrato il programma di persecuzione organizzata sono:
Reclutamento del gruppo di Stalkers, di solito pregiudicati, volontari, civili, familiari, seguaci di leader carismatici a capo di movimenti o sette. Le leve usate sono il ricatto, il denaro, la promessa di ricompense di altro tipo, la paura. Gli stalker si limitano a fornire informazioni o a eseguire piccoli ordini; in genere non sanno quali siano i veri obbiettivi dell’azione vessatoria, che, come già detto, sono ben chiari solo all’élite che programma la tortura.
Sabotaggio: nei casi più gravi il gruppo di Gang Stalking arriva a manomettere l’abitazione, i veicoli e l’attrezzatura usata dal Bersaglio per stressarlo in ogni momento della sua vita.
Privazione del sonno: diversi espedienti vengono utilizzati per privare il bersaglio del sonno. Con dirette conseguenze sul suo equilibrio psicofisico.
Campagna del rumore: il bersaglio è sottoposto a un forte stress uditivo, attraverso allarmi che suonano continuamente, lavori, clacson, tubature sabotate, cani, ecc. Per aumentare il livello di stress.
Falsa speranza: a volte si illude il bersaglio che la vessazione sia cessata solo per frustrare le sue speranze, fino a quando questi non nutrirà più nessuna aspettativa di salvezza.
Distruzione della vita affettiva: gli stalkers si adoperano per disintegrare la vita affettiva della loro vittima, se il bersaglio ha un partner o amici si elaborano delle strategie per farli allontanare. Se il bersaglio è single lo si illude di aver trovato una persona che lo ama ma si tratta solo di un inganno utile a ferirlo ulteriormente.
Privazioni di mezzi e risorse: per rendere più facile l’organizzazione delle operazioni vessatorie, si limitano le possibilità di spostamento del bersaglio così come le sue entrate. Molti vengono ridotti a senza fissa dimora.
Distruzione dell’autostima: il bersaglio è di continuo colpito con messaggi che lo conducono alla disistima di sé stesso.
Sensi di colpa: il bersaglio viene indotto a pensare che le violenze subite siano giustificate, questo matura in esso un senso di colpa che lo favorisce nelle scelte autolesioniste e riduce la sua capacità di resistenza alle azioni vessatorie.
Diffusione di calunnie o di fatti intimi e personali del bersaglio presso il vicinato e il posto di lavoro; questo sia per favorire la partecipazione alle vessazioni di altri stalkers che per distruggere la reputazione.
Ricatto da tortura: Quando lo stress è al culmine gli Stalkers possono suggerire al bersaglio un’azione da compiere che verrà interpretata da questi come l’unica via d’uscita per smettere di soffrire. Potrebbe essere chiesta qualsiasi cosa. Si comincia da cose semplici senza sapere dove si possa andare a finire.
Diversi gruppi di stalker possono operare per motivazioni diverse sullo stesso bersaglio in modo da confondere le eventuali indagini o tentativi di ricostruzioni. Esempio: un gruppo si preoccupa di spingere la vittima a fare una determinata azione sotto la leva delle vessazioni al lavoro, mentre un altro, nel vicinato, fa lo stesso per un’altra motivazione. Lo scopo unico è aumentare sempre più lo stress del bersaglio.
Gaslighting: Il gaslighting è un’espressione di violenza psicologica dagli effetti devastanti. Essa prende il nome da un celebre film del 1944 (Gaslight, di Georg Cukor) in cui questa forma di crudeltà è illustrata molto bene. Il manipolatore fa credere alla vittima di percepire la realtà in maniera deformata cominciando con il regolare le lampade a gas in maniera sempre diversa e contraddicendo la reazione e i giudizi della vittima. Il Gaslighter è colui che manipola la mente della sua vittima. La violenza viene messa in atto inducendo la vittima a dubitare fortemente dei suoi giudizi e, in genere, sulla sua percezione della realtà, così da portarlo gradualmente a credere di non avere un’idea affidabile e oggettiva di ciò che lo circonda, questo comincerà pian piano a credere di stare impazzendo. Una forma particolare di gaslighting è il ghosting; Il termine “ghosting” si riferisce alla pratica di riorganizzare o spostare i mobili della casa della vittima, le decorazioni del giardino, gli oggetti sulla scrivania al lavoro ecc. o fargli scoprire altri segni incomprensibili, facendo credere al bersaglio di stare impazzendo, in questi casi è necessaria la collaborazione di stalkers molto vicini al bersaglio, collaboratori a lavoro, amici o parenti.
Adescamento: vengono organizzate situazioni in cui il bersaglio viene spinto a compiere azioni contro la morale o la legge per poi colpevolizzarlo, farlo arrestare, licenziare o espellere da organizzazioni di cui lui può fare parte. Ad esempio, gli si potrebbe far mancare lo stipendio e poi metterlo difronte alla tentazione di rubare.
Depistamento: indurre la vittima a pensare che il mandante sia una determinata persona o gruppo in modo da depistare le sue indagini e portarlo a pensare che sia tutto frutto di un pensiero delirante.
Induzione all’odio discriminante: dopo che il bersaglio è stato richiamato alla sua situazione di sofferenza attraverso uno stimolo a cui è stato sensibilizzato, gli si presenta una situazione dove un anziano, bambino, persona di altra razza ed in genere, un soggetto che può essere vittima di discriminazione, viene associato al tormento che sta vivendo, in modo che questi viene spinto ad un odio ingiustificato verso la particolare categoria scelta dagli stalker. Questo al fine di sviluppare nella vittima una sociopatia, aumentare il suo isolamento, e confondere ulteriormente le sue idee.
Comunicazione criptata e non verbale
Molti sono i messaggi trasmessi attraverso simboli, gesti, sguardi, che gli Stalker si scambiano fra di loro per coordinarsi.
Lo scopo manifesto del gang stalking è mettere a tacere la vittima, farla impazzire e possibilmente indurla al suicidio, distruggendone la reputazione e la credibilità. Fare in modo che il bersaglio appaia mentalmente instabile è una delle strategie, e questo si ottiene attraverso un assalto accuratamente dettagliato, utilizzando tecniche avanzate di molestia psicologica e una varietà di altre tattiche che sono il protocollo usuale per lo stalking di gruppo, come il teatro di strada, il mobbing, piccole mancanze di rispetto ma altamente pervasive. La vittima, se dovesse lamentarsi o denunciare l’abuso, sarà giudicata come malata di mente.
Le motivazioni che spingono al gang stalking variano. A volte si tratta di una vendetta per un’offesa reale o immaginaria, una punizione di “un crimine orribile” per il quale la vittima non è stata punita / è riuscita a farla franca, la messa a tacere di un “contestatore” aziendale, l’abbandono di una setta / culto religioso, inimicizia percepita da parte di un gruppo o di un’organizzazione, “sapere troppo”: sono tutti esempi di motivi possibili.
Il gang stalking serve anche per raccogliere informazioni su particolari individui o/e per costringerli a spostarsi o lasciare una città, una regione, uno stato. Dovrebbe essere usata la dovuta considerazione poiché i motivi sopra esemplificati dei gruppi di stalking e molestie non sono in alcun modo limitati a quanto sopra.
Gli stalker, per la maggior parte, sono cittadini comuni e normali. Altri stalker sono “teppisti di strada” che sono stati reclutati o assunti per molestare e intimidire. Alcuni stalker sono veri investigatori privati assunti per raccogliere informazioni sulla vittima. Molti stalker sono membri di gruppi di polizia volontaria.
Gli Stalker Non chiedono o controllano mai se un TARGET sia effettivamente colpevole di un crimine.
C’è un “presupposto di colpa” tra gli stalker. Inoltre, molti stalker vengono pagati per le loro molestie; quindi, queste persone non si preoccupano dell’innocenza o della colpa di una vittima.
PERCHÉ LA GENTE PARTECIPA AL GANG STALKING
Ad alcuni stalker vengono raccontate menzogne, di natura positiva o negativa, al fine di ottenerne la loro partecipazione. Alcuni stalker vengono pagati o ricevono altri benefici. Gli stalker che appartengono a un’organizzazione possono essere dei semplici esecutori materiali degli ordini impartiti dall’alto. Alcuni stalker possono utilizzare la loro partecipazione per ripagare un favore passato. Razzismo, pregiudizio, antisemitismo, omofobia o comunque odio per una vittima. Influenza sociale / Pressione dei pari, la necessità di integrazione.
Ex-stalker hanno dichiarato di aver partecipato per paura di diventare il prossimo obiettivo nel caso si fossero opposti al gruppo. Per l’intrattenimento /Divertimento, Brivido /eccitazione della partecipazione ad un’attività illegale. Alcuni stalker ritengono erroneamente di esserlo per dovere civile.
CHI O CHE COSA C’È DIETRO AL GANG STALKING?
Aziende, Corporazioni, organizzazioni governative, militari, poliziotti corrotti, ,associazioni, confraternite /ordini, gruppi religiosi e gruppi “New Age” distruttivi, gruppi della comunità “preoccupati”/ gruppi di vigilanza, criminalità organizzata, organizzazioni di polizia volontaria ecc.
ESEMPI DI MOLESTIE DI GANG STALKING
Tagli di pneumatici, telefonate minatorie, aggressioni verbali da parte di estranei, danni alle proprietà, minacce di morte, “guardoni”, pedinamenti a piedi o inseguimenti con veicoli, strani biglietti o disegni bizzarri, false accuse anonime comunicate ad amici, familiari e vicini, rovina della reputazione, campagne di diffamazione, “liste nere”, aggressioni psicologiche, molestia del colore, “Convoy” è una tattica degli stalker che si riferisce alla pratica di un gruppo di auto “tail and tailing” che passano ripetutamente davanti all’abitazione della vittima. I veicoli utilizzati possono essere dello stesso colore e gli stalker possono suonare il clacson o far lampeggiare i fari dell’auto mentre passano.
MOLESTIE ELETTRONICHE
Si definisce molestia elettronica l’uso di dispositivi tecnologici per spiare o causare danno alle vittime/obiettivi. Ad esempio, è stato rilevato che l’esposizione a campi magnetici elevati può indurre allucinazioni negli esseri umani mentre l’esposizione a intense radiazioni di microonde può causare reazioni psicotiche e provocare danni cerebrali. Una forma frequente di molestia elettronica consiste nell’invio di un “brusio” o “tono” a bassa frequenza nella casa della vittima o nelle vicinanze. Nel tempo, tale esposizione fa sì che la vittima non riesca a dormire, le causa uno stato di agitazione e la sottopone agli effetti di uno stress prolungato. Tali tattiche sono usate anche nelle situazioni in cui siano stati presi degli ostaggi e in operazioni governative sotto copertura.
Quest’arma di tortura è chiamata con parecchi nomi da chi la studia, chi la usa e da chi ovviamente ne è vittima, ma il più comune è V2K, anagramma inglese che significa, incongruamente, “voice to skull”, ovvero “voce al teschio”. Nonostante il fatto che rifletta correttamente la tecnica usata dall’arma (che fa sentire voci all’interno o vicino al teschio della persona presa di mira), le iniziali non combaciano, per cui qualcuno sospetta sia il solito giochetto ad indovinello che piace tanto a chi non ha rispetto per la vita umana, e che il suo vero significato sia “voice to kill”, cioè “voce per uccidere”.
La legislazione del Michigan riconosce l’esistenza di “dispositivi elettromagnetici nocivi” <http://www.legislature.mi.gov/documents/2003-2004/billenrolled/house/pdf/2003-HNB-4513.pdf>
Adriano Bulla fa una dettagliata disamina dei 23 brevetti di tecnologie V2K, vere armi di tortura elettromagnetica, che consiglio vivamente di leggere, nel suo articolo “L’Olocausto Silenzioso” su https://www.luogocomune.net/30-scienza-e-tecnologia/5186-l-olocausto-silenzioso
Spesso i crimini di gangstalking non vengono riconosciuti come tali dal contesto sociale, rimangono nel sommerso, vengono banalizzati alla stregua di goliardie e la stessa vittima talvolta non si riconosce come tale, benché umiliata nella sua dignità. Queste vittime, più di altre, provano vergogna, senso di colpa, solitudine: emozioni che possono farle apparire reticenti, meno collaborative.
Le forze dell’ordine dovrebbero saper andare oltre a quello che viene detto o non detto, riuscire a capire che dietro rabbia e aggressività c’è spesso tanta paura.
Il reato di Gang Stalking ad oggi non è ancora contemplato nel codice penale italiano.
La forza di questa persecuzione sta nell’invisibilità. Ci sono altre persecuzioni violente, ma sono visibili, sono sotto gli occhi di tutti. Ci sono molti modi di colpire le persone in modo cruento, fino all’omicidio, ma se uccidi una persona il mondo se ne accorge. Ci sono organizzazioni mafiose che compiono stragi e possono occultarne gli esecutori e i mandanti; se ci riescono, se la polizia non li scopre, non possono però occultare la strage. La strage è sotto gli occhi di tutti e nessuno si sognerebbe di negare che sia avvenuta. Il gang-stalking invece avviene, e avviene pure sotto gli occhi di tutti, spesso perché è praticato anche nelle strade, nei luoghi pubblici, in zone frequentate e affollate. Ma gli occhi delle persone intorno non vedono. Non possono vedere, perché un abisso le separa dalla vittima, dalla situazione della vittima che, sensibilizzata, condizionata, è colpita duramente e può essere distrutta da eventi che agli altri passano inosservati, che agli altri sembrano cose normali.
Dunque, la prima sfida da vincere è far conoscere il gang-stalking, far capire alla gente che è un fenomeno che esiste e che la sua gravità è inaudita.
E qui devo riportare una frase di Bulla che ritengo sia illuminante: “Esiste anche il fatto che le vittime, a rischio di essere prese per matte, si sono messe a parlare. Così, un fenomeno che nel 2011 come vedete tirava audience di migliaia di persone ora è mille volte più conosciuto.”
L’unica salvezza sarà la diffusione della conoscenza di questo fenomeno.
Si tratta di una vera guerra, silenziosa e subdola, che può avere per obiettivo chiunque, per i motivi più svariati (motivi che spesso la vittima stessa non riesce a individuare, a identificare, sentendosi così colpita come per caso, senza una ragione). I persecutori suddividono la loro aggressione in piccole unità, ciascuna delle quali, presa in sé, non sembra avere grande importanza o rilevanza. La gente che osserva dall’esterno vede le piccole unità, ma non può vedere il filo che tutte le collega; e dunque, crede che, in sostanza, non stia accadendo nulla di particolare. Che è poi la stessa situazione in cui si trova all’inizio la vittima, quando ancora non sa di essere un bersaglio di gang stalking. Succedono mille cose inquietanti, che coinvolgono un numero alto di persecutori, e la vittima si domanda come sia possibile, come sia mai possibile che così tante persone stiano congiurando contro di lei. Ma poi ti accorgi che tutta la sequenza di eventi non può essere casuale, sarebbe statisticamente impossibile.
La persecuzione organizzata c’è, e vi partecipano le persone più svariate.
Gli stalker possono essere giovani, di mezza età, anziani; possono essere poveri, di medio reddito, benestanti; sono bianchi, neri, ispanici, asiatici o di qualsiasi altra etnia.
Provengono da molte storie personali diverse. Possono essere attraenti, brutti o indifferenti. Non c’è modo di individuare uno stalker guardandolo, è il suo comportamento a identificarlo.
Un ultimo riferimento a ciò che scrive Bulla, che appare un elogio delle vittime – “…le vittime rientrino nella stessa tipologia indicata da Ted Gunderson […]: gente altamente qualificata e moralmente ineccepibile che non si conforma col sistema dominante.”
Purtroppo oggigiorno il gangstalking sta diventando un’arma più diffusa di quanto non si pensi, viene adoperato in modo diffuso su tutta la popolazione, per cui le vittime non sono più soltanto persone di spicco, come afferma Bulla, ma chiunque abbia la sfortuna di incontrare la persona sbagliata.
In ultimo vorrei segnalare un articolo di Armando Manocchia che intravede una estensione del reato alle masse. https://www.imolaoggi.it/2022/01/05/la-tortura/
Dott.ssa Marilena Favale