L’immaginazione al potere

di Nestor Halak
ComeDonChisciotte.org

“Beati i poveri di spirito, perché erediteranno la terra” diceva qualcuno. Difficile capire cosa intendesse esattamente, sono passati troppi anni, troppi rimaneggiamenti sul passo, troppe traduzioni e sono diverse le filosofie, i modi di dire, le metafore, le mentalità. Voglio adesso provare ad usare il detto per un ennesimo concetto: comandare il mondo senza avere nulla in mano, senza possedere nulla, solo chiacchiere. Ai nostri tempi ci stiamo sempre più avvicinando a questo antico ideale apparentemente contraddittorio.

Le basi del potere sono il controllo delle risorse essenziali alle civiltà umane. Dall’invenzione dell’agricoltura in poi, hanno comandato i signori della terra, quelli che possedevano i campi dove si produceva il cibo per tutti. Ma cosa significa “possedere”? La terra stava lì, loro ci potevano abitare sopra senza possederla affatto, com’era infatti sempre stato e come continuava ad essere per la maggior parte delle persone. Possederla significava rivendicarne l’esclusivo sfruttamento di fronte a tutti gli altri uomini, il che presupponeva di farlo o perlomeno poterlo fare, con la forza. La seconda base del potere è dunque militare: comanda chi controlla l’armata.

Per controllare l’esercito, tuttavia, è necessario convincere gli altri che tu sei il capo e che loro ti devono ubbidienza. Questa è la parte più impalpabile del potere, quella più difficile da definire e da ottenere, ma che è sempre stata necessaria in tutti i secoli dei secoli. L’obbedienza è stata ottenuta attraverso tutta una serie di tecniche tra le quali lo sfruttamento delle credenze umane e del concetto di sacro hanno da sempre avuto un gran ruolo.

Naturalmente anche il possesso dell’industria e delle materie prime che all’industria sono necessarie è fondamento del potere, anzi questa parte è andata via via aumentando nel tempo, da quando si scheggiava l’ossidiana, alla rivoluzione industriale con la sua produzione in serie di milioni di oggetti.

Possiamo dunque dire che il potere si fonda sul controllo della terra, delle materie prime, dell’industria e dell’esercito, tutte cose concrete e materiali, ma il tutto è tenuto assieme dal più evanescente dei fondamenti: il controllo delle menti altrui per poter indurre la gente a collaborare col sistema.

Se diamo uno sguardo a cosa sta succedendo nel nostro mondo attuale, ci accorgiamo che l’attuale potere egemone, l’impero globalista americano, non possiede più il controllo esclusivo e nemmeno maggioritario sulla terra, sull’industria e sull’esercito: punta tutto sul controllo delle persone. Le industrie sulle quali si è conservato l’esclusiva sono quelle che producono consenso, in altri termini sono quelle che producono la convinzione che l’egemone “possieda” il mondo: la finanza, le industrie elettroniche, i mezzi di comunicazione di massa, l’intrattenimento. Cioè le industrie dell’illusione. E nonostante l’apparente impalpabilità, si tratta di roba pesante.

Ci fanno credere di essere ricchissimi, ma in realtà tutto ciò che possiedono sono dei numeri che girano in programmi di computer conservati in qualche edificio a Londra o New York. Finché lo crediamo vero, l’illusione sta in piedi, se cessiamo di crederci, succede come quando, nei cartoni, Willy il Coyote, si rende conto di aver oltrepassato il bordo del canyon: precipita. Il punto importante è che non precipita quando fisicamente oltrepassa il bordo, ma quando se ne rende conto. L’immaginazione è il cemento che tiene in piedi tutta la trama.

Mano a mano che i sistemi di rappresentazione della realtà e di diffusione di questa rappresentazione si sono perfezionati, la realtà stessa ha cominciato a perdere d’importanza a favore della sua rappresentazione. Oggi possiamo proiettare un’epidemia inesistente nella mente della gente, convincerli ad iniettarsi non si sa bene cosa, a chiudersi in casa a portare una pezzuola sulla faccia che dovrebbe filtrare con buchi di diversi ordini di grandezza superiori virus inimmaginabilmente piccoli.

Oppure possiamo ribaltare completamente la genesi di una guerra, far apparire l’aggressore aggredito e il carnefice vittima con pochi filmati di scarsa qualità e con ragionamenti palesemente contraddittori, solo pubblicizzandoli e ripetendoli all’infinito, sceneggiandoli, facendo intervenire patetici attori bambini o intervistando la mamma del morto su come considera gli assassini: usando tutte le tecniche di manipolazione necessarie. La rappresentazione di una realtà addomesticata ha oramai sostituito per la grande maggioranza della popolazione la realtà fisica. L’immaginazione è arrivata al potere, come diceva un vecchio slogan sessantottino, i poveri di spirito hanno ereditato la terra.

Su questo piano il potere egemone è di fatto incontrastato, ha vent’anni di vantaggio su tutti i concorrenti, i tentativi russi o cinesi, peraltro abbastanza grossolani, non scalfiscono in nulla la superiorità occidentale. Non potendo farle concorrenza sul suo stesso piano, il solo sistema per cambiare le cose sembra essere quello di andare a vedere il bluff, la mancanza di realtà fisica sotto il velo di Maya della narrazione. Gli attuali concorrenti dell’egemone hanno il potenziale agricolo, quello estrattivo, quello industriale e quello militare per surclassarlo. Se vanno a vedere il bluff con decisione, la realtà virtuale costruita dalla sua macchina dei sogni finirà per scomparire dalla mente dei più, ma se non lo fanno, saranno loro ad essere risucchiati nell’illusione, ad essere usati solo come utili ingranaggi per tenere in piedi il sistema comandato dagli oligarchi nascosti anche loro a Londra e a New York.

In realtà i concorrenti non sono sciocchi, se questo capovolgimento non è ancora avvenuto, lo si deve in gran parte all’arsenale nucleare strategico americano che è la sola realtà solida e credibile rimasta dietro quel gioco di specchi che è diventato l’impero globalista.

Il livello di perversione dell’oligarchia occidentale ha oramai superato qualunque limite tollerabile, chi non lo ha ancora capito non può più essere compreso e considerato una brava persona che sbaglia: dopo la pandemia l’ignoranza è diventata una colpa. Abbiamo a che fare con dei criminali assassini e con i loro servi fedeli. Guardate cosa sta succedendo in Ucraina: l’ideologia dei nazionalisti, nel suo demenziale riferirsi alla Rus di Kiev, fondata, pare, da popolazioni scandinave, assume che gran parte del loro stesso popolo sia di razza impura, in qualche modo non “ariani” e si tratta di milioni di persone. Gli occidentali stanno coltivando, proteggendo e armando questi pazzi criminali semplicemente per usarli ai loro fini, come hanno già fatto con gli estremisti islamici.

E per quanto riguarda più specificamente noi italiani, qualcuno vagamente ricorda che siamo già stati da quelle parti ottanta anni fa per portarci il fascismo inquadrati in un esercito che ha fatto decine di milioni di morti? Vi pare non dico opportuno, ma semplicemente decente ritornare come alleati di Prave Sector e del Battaglione Azov che portano le medesime insegne? E se alla Wermacht almeno si può riconoscere il valore militare, a noi non spetta neppure quello: la sola cosa per cui il corpo di spedizione italiano è rimasto famoso nella campagna di Russia è stata la ritirata. I russi non hanno già avuto anche troppa pazienza con noi? Quante volte devono riconquistare Kharkov? Chi “non ha capito”, chi ancora appoggia questa scellerata politica, non può che essere considerato complice.

Nestor Halak

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