Venice Climate Camp 2022: l’elenco completo dei workshop

L’elenco completo dei workshop che si terranno al Venice Climate Camp. Sono tante le tematiche che verranno affrontate in forma laboratoriale, dall’approccio decoloniale e internazionalista all’intreccio con tematiche legate al lavoro, al transfemminismo o alla libertà di movimento, dalla comunicazione alle pratiche di lotta e resistenza.

Giovedì 08/09, h. 09:00-10:30

L’Affresco del Clima in Italia

A cura di: The climate fresk

The climate fresco è un laboratorio a cielo aperto divertente, collaborativo e creativo. Attraverso alcune mappe si metteranno in relazione i diversi aspetti della crisi climatica, mostrando i nessi causa-effetto e dando più strumenti per agire subito.

La “narrazione del padrone”. Crisi climatica e infosfera. 

A cura di: Globalproject.info

È noto che la comunicazione rappresenti uno dei campi di battaglia dell’era in cui viviamo. La crisi climatica ha trovato sempre più spazio nel dibattito pubblico degli ultimi decenni, che spesso è stata vincolata tanto dal becero negazionismo quanto dalla narrazione antropocenica. Come ribaltare questa polarizzazione dando il giusto risalto al vero responsabile del disastro ecologico globale: il capitalismo? Come trattare l’ecologia non come fattore esterno, ma intrinseco alle dinamiche economiche, politiche e sociali? Quali strumenti di comunicazione e informazione si possono dare i movimenti climatici? Il workshop sarà in italiano.

Sahrawi Youth Union 

A cura di: Sahrawi Youth Union

Il Sahara occidentale è l’ultima colonia dell’Africa. Lə Sahrawi vivono in 4 scenari: nei territori occupati, nei territori liberati, nei campi profughi e nella diaspora. Un gruppo di attivistə Saharawi e pro-Sahrawi farà un’introduzione alla causa di questo popolo, racconterà quali sono i principali processi estrattivi e come incidono sul territorio, come i progetti rinnovabili siano un altro strumento al servizio della colonizzazione e qual è la situazione nei campi profughi.

Feminism, queerness and ecology. Lotta transfemminista e lotta ambientale 

A cura di: Collettive transfemministe e queer del nordest e Alice Dal Gobbo

Come converge la lotta transfemminista con le lotte ambientali? Il workshop sarà diviso in due tavoli di lavoro: il primo con le compagne transfemministe dei centri sociale del Nord-Est su come il capitalismo sta sussumendo le istanze dei movimenti queer e ecologisti e come si possono disinnescare quei meccanismi di pink-rainbow-green washing che cercano di pacificare le lotte. Il secondo tavolo, invece, con Alice Dal Gobbo proverà a mettere in relazione la lotta per la giustizia climatica con la giustizia sociale dal punto di vista della riproduzione sociale e del lavoro non salariato di cura.

Semi di Attivismo Rigenerativo

A cura di: Alice (Extinction Rebellion Venezia)

Sperimenteremo assieme alcuni aspetti rigenerativi dell’attivismo, con la consapevolezza che nel lavorare in gruppo per una causa comune c’è molto più dello stare insieme. Rifletteremo sui processi che portano i gruppi ad agire verso una certa direzione e faremo pratica di strumenti utili a prenderci cura di noi attivistə prima, durante e dopo le azioni. Lavoreremo sulla comunicazione e l’ascolto reciproco, con l’ottica di portare il cambiamento di sistema anche dentro il nostro modo di fare attivismo.

Giovedì 08/09, h. 10:30-12:00

Agroecologia e reti alimentari contadine 

A cura di: Campi Aperti

Le reti alimentari contadine (RAC) rappresentano l’alternativa alla catena industriale e alla grande distribuzione organizzata nella produzione e nella distribuzione del cibo. Diverse comunità in diversi luoghi, dal basso, stanno curando e diffondendo il sistema delle RAC con i mercati contadini autogestiti, il gruppo d’acquisto solidale, le comunità che supportano l’agricoltura, gli empori solidali. Nell’ambito delle RAC si utilizzano tecniche agroecologiche avanzate, si sviluppano progetti di conservazione di sementi comunitarie libere da brevetti, si praticano i sistemi di garanzia partecipata sull’origine dei prodotti. Per le comunità che lavorano alla costruzione delle RAC è prioritario superare la contrapposizione tra chi produce cibo e chi lo consuma, per arrivare a una dimensione di cooperazione fondata sul rapporto non predatorio con la terra, sulla creazione di relazioni non gerarchiche, sull’accesso a cibo genuino e a una sana alimentazione. 

Corredor Interoceanico, resistance to the mega project in the Mexican Sureste 

A cura di: Mario Alberto Castillo-Quintero (delegato del Congreso Nacional Indígena)

La devastazione dei mega proyectos è all’ordine del giorno in Messico. Le infrastrutture che vengono imposte non hanno alcuna utilità per i popoli che abitano queste zone ma sono volte all’incremento dell’industria del turismo massivo, del commercio internazionale e della produzione di energia. In pochi decenni migliaia di ettari di selva e di suolo sono stati distrutti, espropriati e inquinati dagli allevamenti intensivi e dalle monoculture. Le falde acquifere contano ad oggi solo il 30% di acqua non contaminata. Per il Corredor Intraoceanico si stanno edificando 35 parchi industriali, parchi eolici, oltre al potenziamento dell’arteria di collegamento su rotaia e su gomma e ad un gasdotto che attraversa la costa da Salina Cruz al Chiapas.  A questo scempio si contrappone la resistenza dei popoli e delle comunità originarie del Messico.

Resistenza civile internazionale 

A cura di: Ultima Generazione

La Rete A-22 è nata come una coalizione internazionale di cittadini/e con il desiderio di ingaggiarsi resistenza civile disciplinata. Nell’Aprile 2022 si è data una costituzione. Ora è presente in 13 paesi e con una piccolissima manciata di persone sta ottenendo molta attenzione mediatica e risultati concreti. Questo workshop serve a raccontare la storia della Rete A-22, fare una panoramica dei vari progetti coinvolti, spiegare come si può costruire una struttura internazionale coerente che produca 80% azione e 20% parole e perché abbiamo assolutamente bisogno di una strategia internazionale per salvarci dalla morte che sta arrivando per il collasso ecosociale.

Olimpiadi invernali ai tempi della crisi climatica. Quale futuro per i territori montani? 

Con la partecipazione di: Fabio Tullio ed Elisa Cozzarini, autrice e giornalista La Nuova Ecologia

In questo workshop analizzeremo l’impatto della crisi climatica sull’arco Alpino. Discuteremo quali sono gli investimenti previsti per l’adattamento del territorio alle Olimpiadi di Cortina 2026 e quanto sarà centrale la speculazione. Ci interrogheremo inoltre sulla monocultura dello sci che sta erodendo i territori montani e indagheremo su quali azioni intraprendere per valorizzare e proteggere il patrimonio naturale e umano esistente, in un’ottica di equilibrio e salvaguardia della vita nelle aree montane.

Global Climate Systemic Change Now

A cura di: Climáximo 

In questo workshop discuteremo le principali idee radicate che le persone hanno sul cambiamento del sistema e proveremo a verificare in che modo queste idee influenzino le loro azioni. Cercheremo poi di decostruire alcune di esse e di analizzare la loro utilità nel contesto attuale, pensando a ciò che deve cambiare. Per concludere, forniremo un primo passo per costruire questo tipo di strategie.

Giovedì 08/09, h. 14:30-16:00

Lotte sociali e climatiche in Africa: esperienze dal Congo, Gambia e Uganda

A cura di: Remy Zahiga, Killa Ace, Edwin Namakanga

Insieme agli attivisti di tre Paesi dell’Africa Orientale e Occidentale impareremo dalle loro esperienze e dalla loro lotta a combattere per la giustizia climatica e sociale.

Venerdì 09/09, h. 09:00-10:30

The role of scientists in a planetary crisis – from publications to public actions 

A cura di: Scientist Rebellion

Dobbiamo ripensare il ruolo degli scienziati e impegnarci per capire come avviene il cambiamento sociale su scala massiccia. Non possiamo permettere che continui la “science as usual”. Tutti i modi convenzionali per far capire ai governi e all’opinione pubblica l’imminente catastrofe del collasso del clima mondiale sono falliti. Le emissioni continuano ad aumentare, gli ecosistemi continuano ad essere distrutti. Questo intervento analizza come gli scienziati vedano chiaramente l’enorme divario tra la conoscenza della crisi e l’azione o l’inazione politica.

Decolonizzare la conservazione e il colonialismo verde

A cura di: Survival

Un workshop partecipativo sulla decolonizzazione della conservazione: include le testimonianze dei popoli indigeni, i migliori custodi della natura, gli abusi dei diritti umani commessi nel nome della conservazione e delle false soluzioni ai cambiamenti climatici. Attraverso attività interattive, si crea l’occasione per imparare e discutere la necessità di un approccio decoloniale affinché le azioni per il clima e per l’ambiente siano davvero radicate nella giustizia climatica e sociale.

Lotta per la terra – Resistenza per la vita: i popoli indigeni della Colombia

A cura di: Juan Pablo Gutierrez

La Colombia è il secondo Paese più ricco di biodiversità al mondo e uno dei più ricchi di diversità etnica e culturale. Allo stesso tempo, la Colombia è il Paese in cui viene assassinato il maggior numero di leader sociali e di popolazioni indigene del pianeta. Vittime di un razzismo strutturale e di una guerra civile di oltre mezzo secolo tra esercito nazionale, guerriglieri, gruppi paramilitari e gruppi armati al servizio del narcotraffico, le popolazioni indigene della Colombia lottano instancabilmente per la terra e la vita, persino per la vita stessa.

Venerdì 09/09, h. 10:30-12:30

Paolo Cirio: Workshop al Venice Climate Camp 

A cura di: Paolo Cirio

Osservando i dati sulle emissioni di gas serra dei singoli paesi e delle loro Carbon Majors, Paolo Cirio proporrà un intervento artistico, concettuale e provocatorio, in cui saranno i turisti a pagare il debito climatico. Partendo dalla notizia dell’introduzione del biglietto d’accesso per i turisti che visitano Venezia, il workshop crea una nuova realtà in cui la tariffa d’ingresso è proporzionale alla quantità di emissioni di gas serra del paese di provenienza del turista. Durante il workshop, Paolo Cirio parlerà dei dati sulle emissioni, della scienza dell’attribuzione, della carbon tax e dei crediti, degli accordi globali sul clima e di come questi possono diventare materiale per opere d’arte investigativa e interventista. Inoltre, il workshop sarà un’occasione per discutere delle politiche sulla tassa di soggiorno, del controverso tema del biglietto di ingresso e, in generale, dell’overtourism a livello globale. Il workshop culminerà con un piccolo intervento che proporrà la tassa d’ingresso direttamente ai turisti di Venezia.

Nel 2021, Paolo Cirio ha istituito un utopico Tribunale internazionale del clima per accusare le 100 principali aziende produttrici di combustibili fossili con dati, grafici e documenti che si trasformano in opere d’arte.Attraverso forme creative di giornalismo e attivismo, Paolo Cirio indaga e interviene sulle questioni sociali, economiche e culturali della società contemporanea. Il suo lavoro indaga i campi sociali impattati dalla tecnologia, dalla geopolitica e dall’economia per affrontare i temi dei diritti umani, della disuguaglianza, della giustizia e della democrazia. 

The intersection between climate justice and freedom of movement, a boundless struggle against fortress Europe

A cura di: Melting Pot Europa e Rotte Balcaniche

Un workshop per la libertà di movimento a partire dalla sua natura intersezionale, radicata nelle relazioni di potere e di sfruttamento capitalistico dei territori e dei corpi. Ripercorrendo il movimento delle persone lungo le rotte, elencheremo i nomi e le responsabilità degli enti istituzionali protagonisti della brutale strategia europea di militarizzazione e chiusura delle frontiere, nonché dei privati che ci fanno profitti. Analizzeremo i diversi dispositivi del regime europeo del confine: dai muri all’esternalizzazione delle frontiere, dai campi di confinamento al sistema d’asilo e di rimpatrio. Cercheremo di fare eco alle tante storie incontrate, che condensano le contraddizioni del sistema-mondo ma anche le resistenze. Porteremo esperienze e strategie di lotta per la libertà di movimento per generare dibattito attorno alle pratiche, con l’intento di intersecare ed integrare la lotta per la giustizia ambientale e sociale.

Ecologia e classe

Con la partecipazione di: Niccolò Cuppini (Into the Black Box), Katarzyna Czeczot (OZZ Inicjatywa Pracownicza), Lorenzo Feltrin (Coordinamento No Maxi Polo), Francesca Gabriellini (Gruppo di Ricerca Solidale GKN)

Il movimento per la giustizia climatica ha dato un importante contributo allo smantellamento del ritornello conservatore secondo cui i diritti “sociali” e quelli “ambientali” sarebbero intrinsecamente in opposizione. La crisi ecologica, infatti, non è cieca alle gerarchie intersecantisi di classe, “razza” e genere su scala globale. Di conseguenza, coloro che sono meno responsabili per il degrado ambientale sono anche quell* più colpit* e hanno un potenziale interesse a opporsi alla nocività capitalista. Le immagini di persone costrette a vivere in abitazioni informali ai piedi di uno scintillante magazzino Amazon a Tijuana (Messico), mentre Jeff Bezos andava in vacanza nello spazio, sono emblematiche del nostro presente. Tuttavia, il cosiddetto dilemma ambiente-lavoro non è una mera finzione ideologica. Nella misura in cui la sussistenza della classe espropriata dai mezzi di produzione dipende dal lavoro capitalista, la maggior parte delle persone dipende dalla crescita infinita di produzione di merci per sopravvivere. Se gli interessi riproduttivi dell* lavoratric* costituiscono la base materiale dell’ambientalismo working class, il nesso tra la riproduzione della classe e il lavoro capitalista è la base materiale del negazionismo working class. Come possiamo contribuire a rendere l’ambientalismo working class un’alternativa vincente alla spirale della nocività capitalista? 

Present and future of megacruises at the Mediterranean 

A cura di: Comitato No grandi Navi Venezia, Plataforma contra els megacreuers – Palma, Stop Croisières Marseille

La crisi climatica è qui ed ora. Per questo motivo non ci deve essere più posto per le navi crociera. Dei giganti galleggianti che devastano i mari e le città in cui passano, dei mostri che rappresentano un modello di turismo totalmente insostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico. Il workshop metterà in luce i problemi comuni causati dalle crociere nelle città; sarà un momento di confronto e scambio per individuare pratiche comuni e per la costruzione di un Network Europeo Contro le Crociere.

Neocolonialismo e fossili: il caso del Mozambico

A cura di: Ilham Rawoot (Friends of Earth – Mozambique) e Alessandro Runci (Re:Common)

Nel contesto della guerra in Ucraina, le fonti energetiche sono state trasformate in armi nelle mani di Stati e società. Con il discorso della “sostituzione del gas russo”, Eni e altre major petrolifere stanno portando avanti in modo aggressivo la loro agenda, spingendo i loro progetti di combustibili fossili in tutto il mondo, e in particolare nel Sud globale. Con riserve di gas fossile enormi e in gran parte non sfruttate, il Mozambico è un Paese chiave per l’industria dei combustibili fossili e aziende come Eni, Total ed Exxon hanno già influenzato negativamente le dinamiche politiche, sociali e ambientali del Paese africano. Qual è l’impatto dell’espansione dell’industria fossile sul Mozambico? Perché gli attivisti la descrivono come una forma di colonialismo? Quali sono le forme di resistenza e le campagne in atto? In quali altri Paesi e progetti è coinvolta l’Eni, quali gruppi vi si oppongono e come possiamo entrare in contatto con loro e sostenerli?

Venerdì 09/09, h. 12:00-14:00 + sabato 10/09, h. 10:00-12:00

Super Symbiont. Collective and itinerant performing practice

A cura di: Andreco

Un workshop intensivo per creare un Super-Simbionte, un corpo collettivo in movimento. Sperimenteremo pratiche performative nello spazio pubblico creando sovrapposizioni tra visioni artistiche, scientifiche, politiche ed ecologiche, per arrivare a creare icone trans-disciplinari e alimentare nuovi immaginari per la giustizia ecologica, climatica e sociale. 

L’obiettivo del workshop è comporre una coreografia per la Climate March del 10 settembre, uno spezzone mutante, visionario ed indefinibile, a cui tutti e tutte possono partecipare.

Se il capitalismo verde si appropria di linguaggi ecologisti, masticandoli e svuotandoli di senso, siamo sempre pronti a mutare a trovare altre definizioni e linguaggi per essere inafferrabili e per mantenere la radicalità dei contenuti e delle istanze.

Il Super-Simbionte è un organismo mutante ed iridescente che sa curare come la calendula sulle scottature, come le felci sui terreni inquinati dai metalli. Il simbionte è una nuova Buona Pratica, una Climate Action per generare nuovi immaginari radicali.

Venerdì 09/09, h. 14:30-16:00

Art for radical ecology manifesto

A cura di: Sale Docks e Institute of Radical Imagination

Il Venice Climate Camp 2022 è l’occasione per radunare lavorat_ dell’arte e dello spettacolo allo scopo di iniziare un confronto che porterà alla scrittura collettiva di un manifesto sul ruolo dell’arte nella lotta per la giustizia climatica e nella creazione di nuove ecologie (che tengono presente l’intersezione tra dato ambientale e sociale). Se la pandemia aveva già drammaticamente sottolineato le conseguenze di un’antropizzazione estrattiva, la guerra in Ucraina (oltre al suo immediato carico di morte) è una manifestazione di quello che Andreas Malm ha definito “fascismo fossile”, un mix di autoritarismo e combustibili fossili che indebolisce le già insufficienti misure di lotta al riscaldamento globale.  La scarsità di gas russo ha riportato in auge il carbone e, in Italia, è all’ordine del giorno la costruzione di nuovi rigassificatori. La scelta di organizzare il workshop al Venice Climate Camp rispecchia la nostra convinzione rispetto all’importanza di liberare l’arte dalla cattura dei circuiti istituzionali. Vogliamo sperimentare, come parte in causa nei movimenti sociali, concatenamenti estetico-politico che interpretano la creatività come un radicale carattere del sociale e non come merce. I partecipanti condividono inoltre la convinzione che la lotta alla giustizia climatica sia, necessariamente, una lotta contro e oltre il capitalismo estrattivo, anche nella sua versione green (in realtà un tentativo di trasformare la crisi in nuova accumulazione).

Il workshop si presenta come momento di discussione a partire dalle pratiche degli invitati che convocano alcuni temi centrali. L’utilizzo dell’arte come metodo di inchiesta e visualizzazione nella crisi climatica; la produzione di forme di arte attivista che guardano alla performatività dell’azione diretta; arte come terreno di immaginazione radicale nel disegnare nuove ecologie che ridisegnano il rapporto tra umano e non umano; arte come archivio di pratiche di movimento e così via.

Strumenti utili per la ribellione 

A cura di: Collettivo Fango

Sarà un momento per individuare gli strumenti utili per la ribellione, per riflettere sulle prassi di altre attiviste da inserire nelle nostre pratiche. Ci racconteremo storie di resistenza, esperienze di rabbia e tracceremo insieme nuove vie per continuare le nostre battaglie.

Il giornalismo ribelle al di fuori degli schemi mainstream 

A cura di: Benedetta Argentieri

Che cosa vuol dire raccontare i conflitti, le contraddizioni della nostra società, scovare storie da cui il giornalismo mainstream si tiene ben alla larga? In un mondo in cui le informazioni sono immediate, dei flash, c’è chi vuole raccontare ostinatamente l’altra parte. Usare il reportage, la fotografia. il cinema come scelta politica, “militando” in una scelta, cercando temi e argomenti, scrittura e strategia narrativa per incidere sul cambiamento della realtà in cui si crede. La narrazione assume, così, un valore centrale, per fare un giornalismo militante, ribelle, indipendente, lontano dalla stampa italiana degli ultimi anni, dove ha preso piede una polarizzazione sempre più accentuata tra destra e sinistra, tra stampa di opposizione e stampa di governo, dove non c’è alcuno spazio per altre notizie, movimenti, rivoluzioni che invece meriterebbero ben altra attenzione. Con Benedetta Argentieri, giornalista e regista specializzata in conflitti, Medio Oriente e tematiche legate al femminismo, andremo a indagare su come, invece, sia possibile portare avanti un altro tipo di giornalismo.

Subvertising: how to 

A cura di: Fridays For Future Padova

Nel workshop discuteremo le potenzialità del subvertising come pratica di riappropriazione di spazi e narrazione nella lente della giustizia climatica. Poi costruiremo insieme i materiali e condivideremo le informazioni per poter praticare questa azione nelle città italiane. 

COP27: climate justice and human rights

A cura di: EgyptWide

La COP27 rischia di tagliare fuori dai processi decisionali la società civile e i movimenti dal basso. Una coalizione di associazioni e movimenti egiziani sta costruendo un percorso di lotta che unisce giustizia climatica e diritti umani.

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