L’Esercito Messicano e la Guardia Nazionale proteggono il Cartello di Sinaloa in Chiapas, entità ubicata alla frontiera con il Guatemala e che rappresenta uno dei punti più importanti per il traffico di cocaina proveniente dal Centro e Sudamerica. Questo avviene con la complicità dell’attuale governatore Rutilio Escandón, del partito ufficiale Movimento di Rigenerazione Nazionale (Morena), che governa il Chiapas dall’ottobre del 2018, così come di Francisco Orantes Abadía, sottosegretario alla Sicurezza Pubblica e Protezione cittadina dello Stato, di Roberto Yahir Hernández Terán, direttore della Polizia Statale di Frontiera, di Jordán Orantes Alegría procuratore della Procura di Stato e di Jesús Méndez Rojas capo della Polizia Ministeriale dello Stato.
Così si afferma nelle denunce cittadine indirizzate al presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador e inviati alla Procura Generale della Repubblica, diretta da Alejandro Gertz Manero.
Ma secondo coloro che hanno denunciato, che mi hanno inviato una copia dei documenti e con i quali ho parlato direttamente, la Procura Generale della Repubblica non ha fatto nulla a riguardo.
Secondo le denunce questa situazione ha causato il fatto che il municipio Frontera Comalapa, ubicato nel sud del Chiapas e che confina con il Guatemala, sia divenuto la base operativa di una potente cellula del Cartello di Sinaloa comandata attualmente da un narcotrafficante del quale fino ad ora nessuno ha parlato, conosciuto nella regione come “Güero Pulseras”, originario di Sinaloa e inviato direttamente da Ismael “El Mayo” Zambada, capo del suddetto cartello, per controllare il Chiapas.
Questa cellula criminale, segnalano, controlla parte dei municipi di Frontera Comalapa, Tonalà, Venustiano Carranza, Pijijiapan, Teopisca, San Cristobal de Las Casas e Tuxla Gutiérrez, la capitale del Chiapas. Questa zona è strategica per il traffico di droga e di migranti.
Si afferma che la presenza del Cartello di Sinaloa abbia provocato nella regione una brutale ondata di sequestri, estorsioni, sparizioni, furti di combustibile, meglio conosciuti come “huachicoleo” e omicidi, a farne le spese la popolazione comune in generale.
“Il Cartello di Sinaloa si è radicato nello stato del Chiapas, grazie alla protezione del governo dello stato, attraverso i suoi organismi di sicurezza pubblica i quali sono al servizio dello stesso cartello, che inoltre conta anche dell’appoggio dell’Esercito messicano, Marina e Guardia Nazionale, ora vi sono sparizioni, estorsioni, sequestri, furti di combustibile, etc”, segnalano in una delle denunce indirizzate a López Obrador nel giugno scorso.
“Lo stesso El Mayo Zambada ha designato Güero Pulseras come incaricato della piazza del Chiapas e effettivamente il Güero Pulseras può contare su case di sicurezza a Tuxla Gutiérrez, San Cristobal de las Casas, Teopisca, Pujiltic, Tonalá, sfruttando dell’appoggio dell’Esercito Messicano e della Guardia Naionale” si denuncia in un altro documento.
La settimana passata, su richiesta di AMLO, le camere dei Deputati e Senatori hanno approvato la risoluzione che prevede il passaggio della Guardia Nazionale sotto il controllo operativo, amministrativo e strategico dell’Esercito, passando illegalmente alla militarizzazione totale della sicurezza pubblica, violando quanto stabilito dalla Costituzione.
Diverse organizzazioni civili in Messico e perfino l’ONU si sono pronunciate contro questa misura perché la militarizzazione porterà l’aumento delle gravi violazioni dei diritti umani e una restrizione delle libertà individuali dei cittadini.
“No al golpe militar” ha scandito e protestato il 15 settembre un collettivo di donne parenti di persone scomparse in Messico attraverso un monumentale striscione collocato sul monumento conosciuto come Estela de Luz a Città del Messico, durante la commemorazione del Giorno dell’Indipendenza.
Questa è seconda denuncia specifica e concreta che ho ricevuto rispetto alla presunta protezione o omissione delle forze armate e della Guardia Nazionale nei confronti del Cartello di Sinaloa.
La settimana scorsa in questo spazio avevo pubblicato la denuncia del sindaco di Sayula de Alemán a Veracruz, Lorena Sánchez Vargas, la quale mi ha assicurato in intervista che il suo municipio e i municipi Playa Vicente e San Juan Evangelista, tutti governati dal partito Morena, sono sotto al controllo di un gruppo chimato “Los chivos” che realizza attività criminali ed è collegato al Cartello di Sinaloa. Questo avviene a fronte della presenza e con la compiacenza della Guardia Nazionale, che ha una base operativa a Sayula.
Nonostante il governo di AMLO e il suo segretario della Difesa Nazionale, Luis Crescencio Sandoval, affermino che la militarizzazione sia l’unica soluzione per combattere la violenza e il potere dei cartelli della droga, il caso di Veracruz e ora del Chiapas dimostrano che la militarizzazione ha prodotto la protezione diretta e indiretta del Cartello di Sinaloa, organizzazione con la quale il partito Morena ha realizzato un patto narco-elettorale, come segnalo dal 2021.
Genesi del Cartello di Sinaloa in Chiapas
Da vari decenni il Chiapas è una zona strategica per il Cartello di Sinaloa per la sua vicinanza al Guatemala, che è uno dei principali punti di transito della cocaina e dei migranti provenienti dal Centro e Sudamerica.
Per anni la figura più visibile del Cartello di Sinaloa nello stato fu Gilberto Rivera Amarillas, alias “Tío Gil”, il quale è stato incarcerato in Guatemala nel 2016 ed estradato nel 2017 negli Stati uniti grazie alla richiesta della Corte del Distretto Est in Colombia.
“Eletto Andrés Manuel López Obrador, disgraziatamente vediamo come il paese si sia convertito in un narcostato incoraggiato dalle alte sfere dell’attuale governo, senza abbandonare le stesse pratiche dei governi precedenti come il PRI ed il PAN, esistono prove schiaccianti di questo e nonostante le tante denunce, le autorità sono le stesse che incorrono in questi atti…”.
Si afferma che l’ex Procuratore Generale del Chiapas, Raciel López Salazar, il quale ha occupato l’incarico dal 2012 al 2018 durante i governi di Juan Sabines, del PRD, e Manuel Velasco, del Partito Verde Ecologista, “era condizionato” dal “Tío Gil”. Nel 2018 è stato candidato a deputato federale per il PVEM e il PRI per il distretto VII del Chiapas.
Secondo i denuncianti, quando il narcotrafficante Antonio Leonel Camacho Mendoza, alias “300” o “Bin Laden”, capo dei sicari del Cartello di Sinaloa nello stato di Chihuahua, venne catturato a marzo del 2022 nella capitale dello stato del Chiapas, era con Raciel López, figlio di Raciel López Salzar. Si afferma che “Bin Laden” fosse ospitato in casa dell’ex procuratore del Chiapas.
La fedina penale 15-cr-00189 aperta in Colombia, della quale ho una copia, conferma quello che segnala la denuncia dei cittadini. Indica che “El Tío Gil” era un potente narcotrafficante che trasportava tonnellate di cocaina da Venezuela e Colombia al Messico per poi essere ripartita per la vendita.
Secondo la fedina penale della Corte di Colombia, il Dipartimento di Giustizia pagava tangenti ad autorità in Messico per protezione ad autorità della Procura Generale.
I documenti giudiziari indicano che le tangenti erano di 50 mila dollari per autorità federali in Messico, 50 mila dollari per i funzionari della Procura e 25 mila dollari per gli ispettori aeroportuali.
Successione
“El tío Gil” è morto nel 2017 a causa di una malattia terminale in un carcere degli Stati Uniti e lo ha sostituito in Chiapas suo figlio, Ramón Rivera Beltrán, alias “El hijo del tío” o “El JR”.
Nel 2018 è stato eletto come governatore del Chiapas Rutilio Escandón, del partito Morena e si afferma che nella sua amministrazione si sia continuato a proteggere il Cartello di Sinaloa.
Nonostante siano cambiati i titolari alla Segreteria di Sicurezza Pubblica ed il procuratore Generale del Chiapas, sono rimasti però con gli stessi incarichi Francisco Orantes Abadía, come sottosegretario alla Segreteria di Sicurezza Pubblica e Jordán Orantes Alegría alla Procura Generale, i quali sono rimasti inamovibili ai propri posti sin dal governo di Sabines a prescindere dal cambio di partito politico e di governo.
“El hijo del Tío Gil aveva a disposizione scorte di militari e di elementi attivi della Segreteria di Stato della Pubblica Sicurezza per la sua protezione, a riprova di questo, il giorno 7 giugno del 2021, quando venne assassinato, vennero uccisi anche le sue scorte, che risultarono essere elementi attivi della segreteria di sicurezza pubblica statale. Si è appreso tuttavia che vennero manipolati i fascicoli in modo che risultasse che erano già stati dimessi dall’istituto” afferma uno dei documenti.
Dopo il suo omicidio rimase come incaricato Juan Isidro Rivera, alias “El Chilo”, però successivamente lo stesso “Mayo” Zambada inviò il narcotrafficante del quale fino ad ora praticamente non si era mai parlato e il cui soprannome è “Güero Pulseras”. Zambada viene inoltre anche accusato di aver pagato 3 milioni di dollari per la protezione dei propri uomini.
Come dimostrazione dell’impunità di cui godono, il 22 maggio del 2022 hanno realizzato “una dimostrazione di forza con un convoglio di circa 16 camionette blindate che fecero un giro per il municipio di Teopisca.
Nei giornali scrissero che erano integranti Cartello Jalisco Nueva Generación, tuttavia erano integranti del Cartello di Sinaloa” secondo la denuncia presentata.
Si aggiunge: “El Güero Pulseras dispone di un esercito di sicari con armi mini-calibro 50 (una specie di mitraglietta), AK-47, lanciagranate calibro 40, carri blindati e case per fabbricare veicoli blindati artigianali. I sicari provengono da Sinaloa e Michoacán e si sa che hanno legami con El Abuelo ((Juan José Farías), capo dei Los Viagras e acerrimi nemici del Cartello Jalisco Nueva Generación…”.
Il presidente municipale di Teopisca, Rubén de Jesús Valdez Díaz, si è esposto contro la presenza del gruppo criminale ed è stato assassinato nel giugno scorso.
I veicoli del Cartello di Sinaloa che sono stati usati per la sfilata criminale, si afferma, “ sono custoditi in proprietà nella comunità di Piljiltik e sono stati scortati dalla stessa Guardia Nazionale dopo la sfilata a Teopiusca…”.
Guardia Nazionale e Esercito, scorte del Cartello di Sinaloa
“El Güero Pulseras arriva direttamente nell’ufficio del Coordinatore della Guardia Nazionale settore stradale, il Capitano Reinel Martínez Aguilar, il quale riceve l’ammontare di centomila dollari mensili per non infastidire gli integranti del Cartello di Sinaloa”, assicurano nella denuncia presentata.
Ho potuto confermare che Martínez Aguilar è comandante della stazione della Guardia Naionale a San Cristobal de Las Casas. È stato comandante della 12° Sezione della Polizia Militare in Chiapas.
L’attuale coordinatore della Guardia Nazionale nello stato è il generale Manuel García Morcillo.
Nella denuncia cittadina si afferma che l’indirizzo nel quale si costruiscono i blindati artigianali utilizzati nelle azioni del Cartello di Sinaloa è Calle 20 Poniente Sur número 2089 colonia Penipak a Tuxla Gutiérrez. Lì preparano anche i droni con l’esplosivo “questo viene denunciato a causa dell’estremo pericolo che sta per verificarsi con la compiacenza di tutte le autorità a tutti i livelli dello Stato”.
Denunciano inoltre che nel paese di Chamic, del municipio Frontera Comalapa, è dislocato un gruppo di sicari del Cartello di Sinaloa che hanno istituito posti di blocco “questo punto è quello di maggiore importanza per il Cartello di Sinaloa perché vi controllano l’ingresso della droga…”. I narco-posti di blocco, affermano, “sono a 300 metri scarsi dal posto di blocco militare conosciuto come el Jocote con la compiacenza del personale militare”, “si sa che le autorità militari proteggono questo gruppo per le tangenti che vengono pagate agli stessi comandanti dei battaglioni come il 15RCM (Reggimento di Cavalleria Motorizzato), il 91 e 101 Battaglione di Fanteria”.
Secondo i denuncianti, per i fatti narrati la Procura Generale della Repubblica ha aperto la cartella investigativa FED/SEIDO/UEITA-CHIS/000274.
La guerra che arriva
Nelle denunce più volte citate si avverte che a Chamic è stato creato un centro di addestramento nel quale il Cartello di Sinaloa sta reclutando migranti cubani, haitiani, guatemaltechi e honduregni per allenarli a maneggiare le armi.
La popolazione che vive nei municipi che secondo i denuncianti sono sotto al giogo del Cartello di Sinaloa in Chiapas sorpassa il milione di persone. Nel giugno scorso, a San Cristobal de Las Casas, uno dei territori che si denuncia essere in mano di “El Güero pulseras”, in pieno giorno un gruppo di uomini armati ha preso il controllo del mercato pubblico per almeno 5 ore sparando in aria e usando armi di grosso calibro terrorizzando la popolazione.
Ho cercato di confermare le affermazioni nelle denunce attraverso altri strumenti. Quello che posso affermare è che fonti di intelligence della Segreteria della Marina mi assicurano che attualmente i gruppi con più presenza in Chiapas son il Cartello di Sinaloa ed al secondo posto il Cartello Jalisco Nueva Generación.
Effettivamente come segnalano le denunce, nonostante la Guardia Nazionale sia presente in Chiapas dal 2020, i delitti continuano ad aumentare. Dal 2020 al 2021 il tasso di prevalenza del crimine in Chiapas è aumentato del 13%, convertendosi in uno dei cinque stati con il maggior aumento di tutto il paese secondo la relazione dell’Istituto Nazionale di Statistica e Geografia datata febbraio 2022.
Allo stesso modo, l’indice di percezione di insicurezza di persone maggiorenni è arrivato nel 2022 al livello più alto degli ultimi 10 anni. Nel 2012, il 37,9% della popolazione ha dichiarato che Chiapas era insicuro, ora lo pensa il 72,6%degli abitanti, secondo INEGI (Instituto Nacional de Estadística y Geografía).
“La popolazione è stanca di questa narcopolizia e dei sequestratori corrotti”, affermano i denuncianti, i quali hanno portato le proprie contestazioni anche nella rete sociale attraverso Facebook.
“Se non daranno soluzioni un giorno inizieranno gli scontri contro questi poliziotti corrotti, i quali ormai non sappiamo se siano poliziotti o dipendenti del Güero Pulseras, si inizierà anche una caccia contro il sequestratore Güero Pulseras e la sua gente del Cartello di Sinaloa. Non si permetterà a questo gruppo di sequestratori che continuano a terrorizzare la popolazione con i rapimenti, le sparizioni e gli omicidi” avvertono i denuncianti.
Se le affermazioni dei denuncianti venissero confermate questo chiarirebbe come la Guardia Nazionale non ha la capacità e l’integrità per detenere il monopolio della sicurezza pubblica in Messico e che, al contrario, lasciare tutto il controllo nelle mani di questo organo potrebbe generare più violenza e dare maggior potere in modo selettivo a certe organizzazioni criminali o come il Cartello di Sinaloa.
Articolo pubblicato su Dw.com e tradotto per Globalproject da Lorenzo Faccini.