Con un grande dispiegamento di forze dell’ordine, alle 6 di questa mattina, è stata eseguita un’operazione disposta dalla Procura della Repubblica di Padova a Padova, Mestre, Treviso e Schio, attuata da oltre centinaio di agenti tra carabinieri e polizia.
A Padova sono state perquisite le case di tredici persone, a Mestre cinque, a Treviso tre e Schio una: tutte abitazioni di militanti dei centri sociali del Nord-Est. Inoltre, sette attivisti sono sottoposti a misure cautelari che vanno dall’obbligo di dimora all’obbligo di firma quotidiana. Sono anche stati sequestrati telefoni e computer personali.
I reati contestati sono “violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali in danno ad appartenenti a forze di polizia”.
I fatti in questione sono una presunta aggressione a un pattuglia di carabinieri di fronte al Centro sociale Pedro nella serata del 5 novembre 2022 e le cariche subite dai manifestanti durante lo sgombero di un’occupazione abitativa ATER in via Melette il 9 novembre scorso.
L’ostentazione con cui è stata portata avanti l’operazione di questa mattina, a quasi tre mesi di distanza dagli episodi contestati, è una chiara intimidazione che si inserisce in un quadro nazionale molto preoccupante, fatto di continue e pesanti limitazioni dell’agibilità politica di chi in questo Paese costruisce forme di opposizione sociale e rivendica diritti.
A suon di leggi, decreti e provvedimenti repressivi, emerge la cifra “Law and order” con cui il governo Meloni sta affrontando la pesante crisi sociale ed economica in atto nel Paese.
I mille interrogativi sul futuro imposti dalla crisi climatica, sociale ed economica in cui siamo immersi vengono affrontati dal governo Meloni tagliando sulle forme di Welfare per assicurarsi il benvolere di industriali e imprenditori, mentre si tenta di mettere a tacere ogni forma di dissenso per assicurarsi la placida accettazione di ogni privazione di diritti da parte delle istituzioni. Non ci presteremo a questo gioco.
Nel nordest produttivo le politiche sociali non fanno eccezione: a fronte di centinaia di famiglie sfrattate o senza casa, interi complessi di edilizia residenziale pubblica abbandonati, l’ente ATER commissariato in alcune province, di fronte alla speculazione abitativa che sta riguardando tutto il Veneto e all’impossibilità di trovare un affitto a prezzi ragionevoli, ancora una volta le risposte sono sgomberi violenti e repressione.
Di cosa stiamo esattamente parlano?
Atto primo. La sera del 5 novembre una persona subisce un controllo e viene immobilizzata a terra dai carabinieri davanti al Centro Sociale Pedro, suscitando l’indignazione dei presenti, che intervengono a sua difesa di fronte a questo sopruso.
Atto secondo. La mattina del 9 Novembre, quaranta celerini sfondano le porte dei quattro appartamenti occupati in via Melette. La proprietà è dell’ATER, agenzia territoriale per la casa, e vengono buttate in strada con i loro effetti personali dieci persone. Fuori dall’edificio si raduna un presidio di solidarietà che manifesta il suo sconcerto e partono diverse cariche, contro persone a mani nude. Il presidio si sposta successivamente sotto la sede dell’ATER per ottenere un incontro con la direzione. Lì si trova polizia e carabinieri in tenuta antisommossa, che caricano più volte i manifestanti e feriscono cinque persone.
Quindi, alla luce dei fatti descritti, da che parte sta la violenza?
La violenza sta in chi perquisisce, sequestra, manganella, reprime e criminalizza, nella mancanza di misure di welfare, nell’assenza di risposte sociali alla crisi economica, nella negazione del diritto all’abitare, nei controlli selettivi. Le lotte sociali sono l’unica risposta possibile e non si fermeranno.
Potete svegliarci all’alba, perquisirci, provare a intimidirci, ma non ci fate paura perché rivendichiamo fino in fondo la voglia di immaginare e costruire ogni giorno un mondo più giusto. I veri violenti siete voi, la nostra lotta è per la vita.
Oggi alle ore 18 è stato convocato un presidio, di fronte al Comune di Padova, per denunciare gli avvenimenti accaduti questa mattina.