Razzismo, nerezza ed emancipazione secondo “Negretta”

Marilena Delli Umuhoza ha presentato a Sherbooks Festival 2023 il suo secondo libro – già giunto alla terza ristampa: Negretta. Baci Razzisti pubblicato da Red Star Press. Delli Umuhoza è scrittrice, fotografa, regista e produttrice musicale, di origini italo-ruandesi. Ha moderato Alessandro Cracco, di Radio Sherwood.

“Negretta” è un’opera che da subito si presenta con forza, con decisione proprio attraverso il suo titolo. Una scelta d’impatto, che rappresenta al meglio i contenuti altrettanto forti trattati all’interno del libro. L’autrice sceglie di usare la N-word nel suo titolo perché è proprio attraverso questo termine che lei è stata identificata per tutta la sua vita, sin dalla nascita. Una parola carica di storia e di dolore che le è stata troppe volte attribuita e di cui lei, quindi, sceglie di riappropriarsi e raccontarne il significato attraverso le esperienze di vita della protagonista.

Questo non è un testo esplicitamente autobiografico, come ci tiene a precisare Delli Umuhoza; tuttavia, prende libero spunto da fatti reali, dal vissuto diretto dell’autrice, per evidenziare e risignificare tutte le aggressioni simboliche e fisiche che una persona afro-discendente in Italia è costretta a subire. La narrazione avviene attraverso una serie di racconti che possono essere definiti come “istantanee”, una serie di memorie fondamentali che determinano la vita della protagonista, come “pezzi di uno specchio in frantumi” che si collegano tutti l’uno all’altro e si completano.

“Negretta” è una flash novel e il suo obiettivo è di far immergere il lettore negli episodi che costituiscono la vita della protagonista, una bambina che pian piano cresce e deve navigare le profonde acque dello stigma razziale mentre diviene donna. In ciascuno degli episodi narrati, la protagonista è vittima di un tipo di micro-aggressione, che l’autrice definisce come “una forma narcotica del pregiudizio che si esprime attraverso frasi, espressioni che sembrano apparentemente innocue, ma in realtà ti vogliono stigmatizzare ed escludere”. Le micro-aggressioni possono essere una frase detta, come “Ma come parli bene l’italiano!”, quando già era stato spiegato che la persona a cui è riferito il commento è nata e cresciuta in Italia, o anche meravigliarsi che una persona di origini africane abbia un buon lavoro d’ufficio piuttosto che di addetto alle pulizie.

Attraverso questi esempi concreti, l’autrice vuole portare l’attenzione alla realtà dell’Italia e del suo grave problema col razzismo fin troppo sminuito, una problematica assai pericolosa non solo quando “miete vittime” ma anche quando “si addentra nell’istituzione” come nelle politiche per la cittadinanza, per l’accesso allo sport, per le politiche di mobilitazione internazionale, tutti meccanismi che producono effetti prolungati sulla società italiana.

Delli Umohaza presenta il suo libro con chiarezza e un’impressionante eloquenza nell’articolazione e analisi sia della sua esperienza con il razzismo istituzionale e quotidiano, sia con i fatti di cronaca nera più recenti e la storia della discriminazione raziale. L’autrice, con padre italiano e madre ruandese – così come la protagonista del suo romanzo – è cresciuta nella città italiana di Bergamo e proprio tra le mura di questa città ambienta la sua storia e descrive l’esperienza di essere una donna afro-discendente in Italia, anzi in una delle roccaforti leghiste degli anni ’90.

Si parla inoltre della consapevolezza con cui è cresciuta l’autrice di dover sempre dimostrare di essere meritevole, di essere in grado, impegnandosi il doppio dei compagni/colleghi caucasici in tutto ciò che fa, per assimilarsi ed essere riconosciuta come pari.

Proprio attraverso questi passaggi, l’autrice ci fa capire la difficoltà dell’auto-definirsi, ovvero di gestire le diverse culture con cui entra in contatto nella sua quotidianità, sia in casa essendo figlia di un matrimonio bi-nazionale, sia fuori dalla sfera domestica dove incontra le abitudini e le diversità degli altri. Questa difficoltà e confusione nell’individuare la propria identità culturale è rappresentata nel libro attraverso l’uso di molte lingue oltre all’italiano, come il chichewa, il ruandese, il dialetto bergamasco e ancora l’inglese e il francese.

Un aspetto importante che si narra nel romanzo, che simboleggia il risvolto positivo della storia, è l’incontro che la protagonista ha con una compagna di scuola e da cui nasce un’amicizia profonda, tra i cori urlanti dei compagni che chiamano una “caffè” perché ha la pelle “troppo” scura e l’altra “latte” perché ha la pelle “troppo” chiara. Queste due bambine diventano proprio amiche per la pelle e il loro rapporto rimane una forte componente nella vita della protagonista lungo tutto il romanzo, e grazie al quale l’autrice ha la possibilità di mostrare l’importanza dell’amicizia e delle persone che possono fare la differenza.

Marilena Delli Umuhoza ha sottolineato nella presentazione come il suo sia un contributo alla storia della letteratura, non migrante, ma italiana. È a cuore dell’autrice sottolineare l’importanza di scrivere e portare in prima persona l’inizio di un cambiamento nella narrazione delle diversità etniche in Italia e delle proprie esperienze in merito, proprio per questo ha scelto di produrre un’opera che avesse come focus l’esperienza di una donna nera. L’obiettivo è quello di dare voce a individui afrodiscendenti, una voce che deve sprigionarsi da sola e non essere più veicolata da uomini bianchi.

La nerezza in Italia, ci tiene a sottolineare Delli Umuhoza, è ed è stata troppo a lungo strategicamente resa invisibile, a partire dalla storia: le voci e l’apporto di pensatori, imperatori, uomini religiosi neri che sono stati oscurati dalla memoria storica, la pagina del colonialismo ad opera dell’Italia che è stata, anch’essa, oscurata, i partigiani neri italiani dimenticati e mai rappresentati, le femministe nere che hanno fatto la storia del movimento in Italia mai ricordate.

Quello di dare voce a chi di solito non è ascoltato è il fil rouge della carriera dell’autrice, non solo attraverso la scrittura ma anche attraverso progetti di produzione musicale e progetti sociali, come la sua online academy “Academy dell’antirazzismo” attraverso la quale offre corsi per decostruire la propria bianchezza e offre una decolonizzazione culturale per tutti.

Infine, con Marilena Delli Umuhoza ricordiamo Oussama Ben Rehab, 23enne di origine tunisina morto annegato nel Brenta – Padova – il 10 Gennaio 2023, e con Oussama ricordiamo tutti coloro che sono morti a causa della profilazione raziale e atti di violenza razzista e discriminatoria in Italia.

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