Marcello Pamio – 23 marzo 2023
“L’anidride carbonica è infatti un componente maggiormente fondamentale per la sopravvivenza di quanto non lo sia l’ossigeno”, Yandell Henderson.
L’anidride carbonica generata come prodotto finale dell’ossidazione dei grassi, dei carboidrati che mangiamo e dell’attività fisica, viene trasportata attraverso il flusso ematico venoso ai polmoni dove, per condizioni di pressioni parziali basse e di pH in aumento dovuto all’entrata dell’ossigeno dagli alveoli polmonari, viene espulsa.
Respirare un corretto volume di aria, in termini di rapporto inspirazione/espirazione, aiuta i polmoni a mantenere la quantità necessaria/vitale di CO2, che dovrebbe mantenersi sul 6,7%.
Quando invece ci si iperventila viene eliminato un quantitativo eccessivo di CO2, facendone crollare drasticamente la pressione parziale con le conseguenze che vedremo…
L’ossigeno è relativamente insolubile nel sangue, cosicché circa il 98% viene trasportato da una metalloproteina contenuta nei globuli rossi: l’emoglobina!
Il rilascio di ossigeno alle nostre cellule, da parte dell’emoglobina DIPENDE dalla quantità di Anidride Carbonica prodotta dalle stesse in fase metabolica.
Detto in altri termini: dove c’è più anidride carbonica disciolta in forma di bicarbonato, l’emoglobina percepisce un ambiente più acido e rilascia più facilmente ossigeno, nelle periferie, dove c’è più attività metabolica, come nel caso di attività muscolare.
Questo fondamentale fenomeno fisiologico si chiama “Effetto Bohr” e prende il nome dal suo scopritore Christian Bohr fisiologo danese padre del più celebre Niels Bohr.
In condizioni normali di respirazione (volume d’aria di 4-6 litri al minuto) il 75% dell’Ossigeno inspirato viene buttato fuori.
Respirare un volume maggiore di aria NON aumenta il quantitativo d’ossigeno nel sangue, dato che risulta già essere saturo al 97-98%, al contrario farà diminuire i livelli di pressione parziale di CO2.
Henderson scrisse: “…anche per i malati, il prolungamento di insufflazione di O2 puro può portare a danneggiare i polmoni e ridurre la quantità di globuli rossi, predisponendo il corpo a trarre meno ossigeno in futuro. “
Quindi, anche se aumentiamo volume e frequenza respiratoria (IPERVENTILAZIONE) la quantità di ossigeno caricato sull’emoglobina in fase inspiratoria non sarà direttamente proporzionale al suo rilascio a livello cellulare. Solo attraverso un aumento dei valori di CO2 ne verrà rilasciato proporzionalmente di più!
Ora potete comprendere cos’hanno combinato i medici tre anni fa negli ospedali pompando ossigeno puro nei polmoni di persone che respiravano a fatica, magari con polmonite bilaterali o peggio ancora con la CID, la Coagulazione intravasale disseminata? Quanti ne hanno stecchiti?
Forse sarebbe bastato tener conto dell’effetto Bohr e delle evidenze di Henderson e invece hanno eseguito pedissequamente i protocolli delinquenziali basati su farmaci letali e pompando ossigeno.
Risultato: strage di innocenti, ovviamente morti per Covid, mica per cause iatrogene!!!
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