La nostra redazione Esteri si arricchisce di nuovo, questa volta di una gentile signora di grande cultura ed esperienza e, soprattutto, molto versata in una materia particolarmente importante, i video, per noi sempre più preziosi, alla preparazione dei quali collaborerà appena possibile. È quindi con grande piacere (e con la stessa gratitudine che abbiamo espresso a Samuele) che diamo il benvenuto a Slash, uno pseudonimo che ben ne rispecchia l’affilata mentalità e, come avevo anticipato nel precedente benvenuto, vi presentiamo una sua ottima scelta su un tema purtroppo sempre più attuale e che sembra starle particolarmente a cuore. Anche con lei abbiamo discusso la “vexata quaestio” se tradurre quanto più possibile la terminologia “anglo” e purtroppo, in questo caso specifico, non abbiamo raggiunto un accordo. Se a qualche lettore dispiacerà l’eccesso di termini “anglo”, sappia che deve prendersela con me, perché Slash ha difeso a spada tratta la purezza della nostra lingua; sarà lei a ricevere il plauso del Sommo e di “quel tal Sandro”. Benvenuta!
Jonathon Van Maren – LifeSiteNews – 14 aprile 2023
Sembra che ci troviamo a un punto di svolta nella guerra culturale trans gender: la violenza a lungo minacciata sta diventando reale e alcune persone sono state uccise. “Scott” Newgent, una donna biologica che si è pentita della “transizione” e che ora si batte contro l’agenda trans (potreste riconoscere la Newgent dal documentario di Matt Walsh “What is A Woman?”), mi ha detto nel podcast di questa settimana che la violenza è da tempo inevitabile. Nel corso di una tavola rotonda, Walsh ha anche osservato che, sebbene non possa entrare nei dettagli per motivi di sicurezza, ritiene che la violenza sia in arrivo.
Non abbiamo ancora visto il manifesto della tiratrice omicida “sessualmente confusa” che, in una scuola cristiana di Nashville, nel Tennessee, ha ucciso tre bambini e tre adulti, ma sappiamo tutti perché i gruppi LGBT hanno immediatamente diffuso comunicati stampa chiedendo che venisse soppresso. Questa sparatoria di massa è avvenuta solo una settimana dopo che, in Nuova Zelanda, un’oratrice femminista è stata aggredita e malmenata da manifestanti transessuali; più recentemente, l’attivista Chris Elston è stato aggredito fisicamente a Vancouver dallo stesso tipo di militanti. Questi, e altri episodi, sono stati riportati singolarmente dalla stampa, ma i giornalisti non hanno notato un modello o uno schema.
Ma le storie continuano ad arrivare. Si consideri questo servizio di Andy Ngo, che ha notato che ” i media e la polizia di Portland si rifiutano ancora di dire SE il sospetto, accusato di aver brutalmente ucciso un tassista la domenica di Pasqua, SIA un transessuale”. Solo la Fox ha trattato la storia:
C’è anche l’inquietante storia dell’insegnante “transessuale” della Florida, attualmente in fase di transizione da maschio a femmina è (non sorprendentemente) alle prese con una malattia mentale. Nonostante abbia presumibilmente minacciato di “sparare ai bambini” e poi a se stesso, questo insegnante è ancora in classe, nonostante le lamentele dei genitori che sono comprensibilmente spaventati (alcuni giornali più recentiriportano che lo psicopatico è stato allontanato dalla scuola e licenziato).
Anche la nuotatrice Riley Gaines, ex concorrente del nuotatore “trans gender” (biologicamente maschio) William “Lia” Thomas, che gareggia nelle gare femminili, ha subito violenze per aver protestato contro l’ingiustizia di far gareggiare maschi biologici insieme a donne biologiche. Il mese scorso, durante un discorso alla San Francisco State University, Gaines, 12 volte campionessa All-American, è stata “aggredita e malmenata” da una folla di attivisti transessuali, mentre un gruppo di poliziotti ha dovuto metterla in salvo. I militanti le hanno urlato contro, mentre la polizia circondava Gaines, gridando “Perché stai scappando?”, “Fottuta puttana transfobica” e “Stai piangendo!”.
Si è reso necessario l’intervento degli agenti e del personale di sicurezza per portare la Gaines in un luogo sicuro.
Questi sono solo esempi delle ultime quattro settimane. Ognuno di questi incidenti è isolato e non relazionato? Oppure tutta questa violenza – nella maggior parte dei casi, esplicitamente diretta contro coloro che dissentono da quella ideologia – indica che le guerre culturali di genere stanno diventando molto reali? Se tutta questa violenza fosse stata perpetrata come dagli ignobili atti razzisti che si verificarono a Charlottesville nel 2017 – e in aperta difesa di una specifica ideologia – la stampa avrebbe giustamente notato una tendenza molto ed avrebbe riflettuto su ciò che potrebbe accadere in seguito.
La realtà è che molti attivisti che stanno cambiando sesso credono davvero che l’opposizione alle identità da loro scelte costituisca una “cancellazione” o addirittura un “genocidio”. Hanno “ucciso” le proprie identità precedenti, ed è per questo che è considerato “violenza” riferirsi a loro con il loro nome di nascita, alcuni di loro lo chiamano “nome morto”. Rifiutare di partecipare alla costruzione della loro nuova identità opponendosi al cambio di sesso per i bambini, oppure usando nuovi “pronomi preferiti”, oppure permettendo a maschi confusi di genere di entrare in spazi femminili, è considerato un attacco a questa nuova identità equivalente a una vera e propria violenza. In risposta, alcuni di questi attivisti ritengono che la violenza sia una risposta appropriata e proporzionata.
In alcuni casi, ciò significa usare violenza su donne che osano opporsi a loro, come Posie Parker in Nuova Zelanda o Riley Gaines in California. A volte si tratta di sparare ai bambini di una scuola cristiana.
Jonathon Van Maren, laureato in Storia presso la Simon Fraser University e Direttore delle comunicazioni del Canadian Centre for Bio-Ethical Reform, è un oratore, attivista pro-vita e scrittore tradotto in più di otto lingue. Nel 2016 ha pubblicato il su primo libro, “The Culture War”.
Scelto e tradotto da Slash per ComeDonChisciotte