Morte Lisa Federico: le sabbie mobili tricolori stanno inghiottendo il processo

di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

È stato nominato un nuovo perito, l’ennesimo, nel procedimento a carico di due medici dell’Ospedale Bambino Gesù responsabili, secondo il PM, della morte di Lisa Federico, la diciassettenne deceduta a seguito del trapianto di un midollo osseo infuso in presenza di globuli rossi incompatibili.
I due medici del reparto in cui Lisa è stata a lungo ricoverata sono adesso indagati per omicidio colposo e un fascicolo è stato aperto anche a carico di Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità dal 22 febbraio 2019 (è stato confermato nel 2022) e direttore del Dipartimento di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico della nota struttura pediatrica.

Dopo un primo rinvio dell’udienza preliminare, che si sarebbe dovuta tenere lo scorso 15 marzo, anche a inizio aprile il Giudice per l’Udienza Preliminare non aveva fatto partire il processo chiedendo, a sorpresa, una nuova perizia da aggiungere a quella di parte dei genitori e del PM (che coincidono) e a quella dell’Ospedale.
Il nuovo perito era stato individuato nel Professor Alessandro Rambaldi che, tuttavia, è stato successivamente ricusato dagli avvocati della famiglia Federico poiché si è scoperto essere legato da un rapporto prolungato di collaborazione proprio con l’indagato eccellente in questa vicenda: il Prof. Franco Locatelli. Una semplice ricerca su Google evidenzia infatti che Rambaldi e Locatelli hanno firmato insieme 10 pubblicazioni scientifiche internazionali, la prima nel 1997 e l’ultima nel 2020, e che hanno tuttora rapporti lavorativi in corso con un progetto di ricerca finanziato dall’Airc, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

È stato lo stesso Rambaldi, la scorsa settimana, a rinunciare all’incarico una volta che l’istanza di ricusazione con la lista delle sue collaborazioni è stata letta in aula dai legali dei genitori di Lisa. “L’amico e collega di Locatelli davanti al giudice ha ammesso e ha rinunciato. Poi è sgattaiolato via con gli occhi bassi senza nemmeno un cenno di saluto a nessuno”, ha raccontato il papà della ragazza, Maurizio Federico.
A questo punto, il Giudice per l’Udienza Preliminare ha rimandato tutto di ulteriori sette giorni, nel tentativo di rintracciare un nuovo perito che è stato individuato tre giorni fa nella persona di Benedetto Bruno MD, PhD presso l’Università degli Studi di Torino. Il giudice in questione, tuttavia, non avrà modo di ascoltarlo in quanto ieri, 19 maggio, ha terminato la propria attività ed è andato in pensione, di conseguenza la famiglia Federico dovrà attendere ancora e rimandare la ricerca della verità e della giustizia per la figlia in base alle tempistiche stabilite dal nuovo GUP.

Lisa non soffriva di una patologia neoplastica, ciononostante i sanitari decisero per un trapianto di midollo e la prepararono a questo intervento con un’aplasia midollare completa attraverso un condizionamento, necessario per protocollo, ma che l’avrebbe inevitabilmente condannata a morte, se poi non le avessero fatto un trapianto di midollo. Il dramma è che si procedette ugualmente nonostante gli esami effettuati avessero evidenziato che la donazione midollare non fosse assolutamente adeguata sia per lo scarso numero di cellule utili che per la compresenza di una gran quantità di globuli rossi incompatibili ed è stato proprio questo, secondo i periti del PM e della famiglia, a ucciderla tra dolori lancinanti (QUI la storia di Lisa attraverso la lunga e dettagliata intervista rilasciata dai suoi genitori).

L’accusa attuale per i medici è di omicidio colposo, dovrà essere il dibattimento processuale a definire responsabilità e ruoli.
Ammesso che il processo effettivamente prenda il via, perché i continui ostacoli e rallentamenti che si sono susseguiti fino a oggi fanno obiettivamente dubitare che ci sia una volontà in tal senso. Ci si chiede, ad esempio, come sia stato possibile nominare un perito, il Prof. Rambaldi, in palese conflitto di interessi. Ci si era forse dimenticati che anche il Prof. Franco Locatelli, responsabile del reparto dove Lisa ha perso la vita, è indagato in un procedimento parallelo per gli stessi fatti? E come può avere accettato, il professor Rambaldi, di presentarsi di fronte al GUP pur essendo consapevole di non poter essere imparziale? Domande che inevitabilmente vengono alla mente.

Mettendoci per un attimo nei panni di questa famiglia colpita da una tragedia così grande, ci auguriamo vivamente che, nonostante gli ultimi sviluppi, il nuovo perito appena nominato sia in grado di lavorare con coscienza e competenza e che il dibattimento possa svolgersi prima possibile regolarmente in modo tale che il contraddittorio, l’analisi e l’esposizione dei fatti di entrambe le parti in causa permetta di chiarire l’accaduto e le effettive responsabilità di ciascuno.
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