Ventitré fiumi, tutti tra Rimini e Bologna, nella regione chiave per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna, sono esondati negli ultimi giorni a causa di piogge straordinarie e di una mareggiata nell’Adriatico settentrionale che ha spinto le acque dei fiumi. Grazie alla tempestiva allerta rossa e alla mobilitazione della protezione civile, sono morte “solo” 13 persone, mentre 40.000 persone hanno perso la casa (si spera solo temporaneamente). Le aziende agricole sono state devastate.
I fanatici del clima sostengono che ciò sia dovuto alla CO₂ e riempiono i notiziari di ricette anti-industriali. Qualche voce sana di mente, invece, sottolinea che il disastro è dovuto alla mancanza di infrastrutture. Tra il 2015 e il 2022, la Regione Emilia-Romagna guidata dal Partito Democratico ha ricevuto 190 milioni di euro per costruire 23 bacini di contenimento delle piene; tuttavia, dopo otto anni, solo 12 funzionano. Altri due funzionano parzialmente, mentre gli altri nove non sono stati completati. Nell’attuale alluvione, i dodici “sistemi con tali bacini non hanno subito crisi”, ha dichiarato la vicepresidente dell’Emilia-Romagna Irene Priolo.
Quanto al governo Meloni, invece di investire nella sistemazione dell’alveo dei fiumi e nei bacini, investe 1,3 miliardi di Euro in due sottomarini che non servono a nessuno.
Movisol.org
19.05.2023