La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso la sentenza di una causa di lavoro promossa a gennaio dall’impresa di calcestruzzo Glacier Northwest di Seattle contro il Sindacato dei Teamsters (camionisti). L’accusa al Sindacato era di aver danneggiato le betoniere dell’azienda durante uno sciopero proclamato nel 2017. L’azienda ha denunciato un danno di 100.000 dollari ai veicoli, oltre che la perdita di affari in corso. La sezione locale 174 del Sindacato ha negato le accuse, dicendo che i lavoratori si sono assicurati, andandosene, che i camion fossero in finzione per mantenere il cemento bagnato e quindi utilizzabile. La Corte ha annullato il precedente pronunciamento di un tribunale di grado inferiore dello Stato di Washington, secondo il quale la perdita d’impresa era accessoria a uno sciopero che poteva essere considerato protetto ai sensi delle vigenti leggi sul lavoro.
Con un’unica dissenziente, la giudice Ketanji Brown Jackson (la quale ha prefigurato per il futuro, grazie alla sentenza dei suoi colleghi, un mondo del lavoro statunitense di servi a contratto) la Corte Suprema si è espressa con 8 giudici su 9 a favore dell’impresa.
Una maggioranza cioè ancor più elevata di quelle ormai consuete dopo l’inserimento di giudici reazionari da parte dei Trump al posto di quelli deceduti. Il caso più noto del conseguente ribaltamento dei giudizi della Corte è la cancellazione della storica sentenza Roe vs Wade del 1973, ciò che fa sì che ora il diritto all’aborto non sia più tutelato a livello federale, ma normato dai singoli Stati. Con ciò, in quelli governati dal Partito Repubblicano (quasi tutti nel Sud e del Centro degli USA) l’aborto è divenuto praticamente impossibile e illegale, assimilandolo in prospettiva al reato di omicidio.
Gli Stati Uniti non sono il massimo neanche nella tutela dei diritti del lavoro. In particolare, non è permesso il picchetto fisso di fronte ai cancelli ma deve essere attuata una passeggiata (walkout) onde non impedire l’ingresso dei crumiri. E tali crumiri, negli scioperi cosiddetti economici quali quelli per il miglioramento di salari orari condizioni di lavoro, possono sostituire i lavoratori in sciopero, i quali hanno il diritto di chiedere la reintegrazione solo se non trovano lavori equivalenti al precedente. Invece se lo sciopero avviene contro una pratica aziendale illegale, gli scioperanti non possono essere sostituiti in modo permanente al termine del conflitto di lavoro. Non sono ammessi scioperi sit-down (occupazione dei reparti, ampiamente praticata negli anni Trenta). E anche quelli di solidarietà con lavoratori di altre aziende; il che sta nella logica degli USA che impone la contrattazione sindacale di singolo stabilimento e nei fatti non prevede, se non i pochissimi casi, contratti nazionali, né di di tutta l’impresa. Nazionali sono solo i contratti dei ferrovieri e dei postini; aziendali, ad esempio, quelli delle tre grandi aziende automobilistiche (General Motors, Ford e Chrysler, ora incorporata in Stellantis). Infine, nel Pubblico Impiego non esiste il diritto di sciopero ma in molti Stati e città i lavoratori se lo sono conquistato sul campo.
La legge attuale reputa legali gli scioperi se non vi sia violenza e/o danno deliberato alla proprietà. La maggioranza dei giudici della Corte Suprema ha sottovalutato nel suo giudizio la parola “deliberato”, rafforzando la possibilità del padronato di citare in giudizio i lavoratori per presunti danni causati durante gli scioperi, se si sostiene che essi non hanno preso ragionevoli precauzioni per proteggere le proprietà aziendali. In via neanche tanto ipotetica, gli stessi capi aziendali potrebbero causare danni, questi sì deliberati, per poi incolparne i lavoratori e i loro Sindacati.
La sentenza della Corte potrebbe esser letta anche come una risposta al recente protagonismo del National Labor Relations Board (NLRB), l’Ente federale che si occupa di lavoro, in difesa di alcune vertenze di sindacalizzazione in grandi aziende, cui ha concorso anche la nomina nel 2021 a suo Consigliere generale (col voto contrario di tutti i senatori repubblicani) di Jennifer Ann Abruzzo. Che in precedenza era stata anche consulente del Sindacato dei media e delle comunicazioni, e consigliere di Biden durante la transizione dei poteri presidenziali.
Il numero totale di casi gestiti dal National Labor Relations Board (per licenziamenti e petizioni per lai rappresentanza sindacale) è aumentato nel 2022 del 23% (il più grande incremento annuale in 46 anni e il più grande aumento percentuale in 63 anni). A marzo, il NLRB ha affermato che l’anno fiscale 2023 sta registrando un incremento ancora maggiore. Non a caso la sentenza della Corte avviene mentre l’attività sindacale e gli scioperi dei lavoratori (così come i licenziamenti di rappresentanti sindacali) stanno crescendo negli Stati Uniti, ad anni di distanza dalla caduta di conflitto e di presenza sindacale iniziata negli anni 80.
La “causa delle betoniere”, seppur di scarsa rilevanza economica, è di notevole rilevanza politica. Ed è certamente legata anche al caso del luglio 2022 dei 900 minatori della Warrior Met Coal (Alabama). In sciopero da quasi due anni, per recuperare le condizioni contrattuali che l’azienda intende abolire per riaprire gli impianti dopo un fallimento, essi sono stati sanzionati dal NLRB locale, il quale, sposando qui la causa padronale, ha ordinato al sindacato United Mine Workers of America (UMWA) di pagare 13,3 milioni di dollari, poi ridotti a 435.000, di risarcimento all’azienda dei costi per opporsi allo sciopero. Il Sindacato ha ovviamente fatto ricorso per non pagare le spese per la perdita di produzione (che è lo scopo di ogni astensione dal lavoro), comprensive paradossalmente dell’affitto dei bus aziendali per trasportare i crumiri oltre la linea di picchetto. Il caso di questi minatori, che il NLRB (perché si tratta di conflittualità e non solo di sindacalizzazione? perché si svolge nel Sud conservatore degli Stati Uniti?) ha affrontato in modo opposto a quello che spesso tiene in questi mesi in materia di diritti del lavoro, era già grave perché metteva in discussione il diritto di sciopero.
Sebbene la Presidente della grande Federazione sindacale AFL-CIO, Liz Shuler, abbia dichiarato che, quando il caso verrà nuovamente affrontato da un Tribunale dello Stato di Washington, il Sindacato vincerà, i lavoratori, a partire dai grandi prossimi rinnovi contrattuali di United Parcel Service (UPS) e delle tre Grandi dell’auto, potrebbero avere un ulteriore ostacolo a scendere in campo con lotte più radicali. Quelle appunto promesse dalle nuove dirigenze, elette dal basso, dei Sindacati dei trasporti e dell’auto.
Fonti:
Noam Scheiber, Supreme Court Backs Employer in Suit Over Strike Losses, New York Times, 1.6.2023
Alexandra Bradbury, Unions Can Still Strike—Don’t Let the Supreme Court Tell You Otherwise, Labor Notes, 1.6.2023
John Wojcik, In historic step backward, the Supreme Court limits the right to strike, People’s World, 2.6.2023
Ginger Christ, Supreme Court limits union’s strike protection, HRDive, 2.6.2023