Il 12 luglio avremo il piacere di ospitare, allo Sherwood Festival, Rebeca Lane, artista hip hop e attivista transfemminista proveniente dal Guatemala, che, con le compagne del collettivo “Somos Guerreras”, porta avanti un importante battaglia nel mondo della musica, organizzando iniziative in cui le donne sono protagoniste nella trasmissione di saperi e nella costruzione di relazioni sociali e lavorative fuori dal sessismo e dal machismo imperante nel campo dell’hip hop.
Con lei ci sarà anche il figlio. Come è possibile coniugare concerti e ritmi serrati con l’accudire un bambino piccolo? Impossibile, direbbe qualcuno, senza trascurare una parte o l’altra. Rebeca e le compagne che sono con lei in questo tour internazionale ci dimostrano che è possibile solo quando si compie l’atto rivoluzionario di mettere in condivisione il lavoro di cura, instaurando reti e relazioni d’impostazione femminista.
Con i testi di Rebeca il transfemmminismo diventa quasi tangibile, perché è possibile riconoscersi in essi, sentire la rabbia che li anima, e l’urgenza di giustizia che attraversa i corpi in lotta, che li fa sentire uniti e desideranti.
E se la musica è divertimento e socialità, sappiamo che essa può essere occasione d’incontro, e non possiamo che concordare con Rebeca quando dice che l’arte è la memoria dei popoli: è proprio l’arte che racconta la storia da un punto di vista diverso da quella dei libri e dei manuali. Un punto di vista situato, dal basso, un punto di vista che condividiamo come attivist3 dei centri sociali del nordest. Siamo le stesse persone, in fondo, che costruiscono un mese di musica e cultura dove per il resto dell’anno regna il vuoto di un parcheggio.
È per questa occasione di incontro e per questa condivisione di punti di vista che per noi il 12 luglio non sarà una serata qualunque con un concerto qualunque.
Non capita tutti i giorni di ospitare l’unica data in Italia di una cantante che non solo è riconosciuta artisticamente nella cultura hip hop, ma che è anche portavoce di tantissimi messaggi positivi di autodeterminazione dei corpi, di istanze transfemministe, decolonialità e testimonianze della realtà sociale di un paese che da decenni viene depredato delle sue risorse e violentato nei corpi e nei territori dalle politiche neoliberiste.
Anche l’arte è qualcosa che ci contendiamo con il capitalismo neoliberista e predatorio: sappiamo bene come il settore dello spettacolo sia uno dei più precari, uno dei più sfruttati e uno dei più macisti.
Attraverso Sherwood Festival rendiamo possibile un’alternativa a tutto questo, lavoriamo per costruire un festival inclusivo, in cui sia l’ambiente lavorativo che quello dedicato alla socialità possa essere terreno per intessere relazioni di cura reciproca.
È per questo che ormai sono anni che dedichiamo serate alle questioni di genere, alle istanze lgbtqia+, alla liberazione dal patriarcato e dal capitalismo neoliberale. In questi anni abbiamo sfilato, abbiamo giocato, ballato e performato sul palco e un po’ in tutti gli spazi del festival, riappropriandoci dello spazio, della voce e della visibilità che troppo spesso ci vengono tolti.
Abbiamo costruito collettivamente e in modo aperto anche la serata del 12 luglio, una serata che si strutturerà in diversi momenti e spazi. Innanzitutto attraverso un dibattito in cui andremo ad analizzare le miriadi di forme di relazioni che possono esistere fuori da eteronormatività e monogamia, e come esse possano essere rivoluzionarie.
Continuando con la serata, durante il concerto di Rebeca, l’evento principale, metteremo in scena alcune performance e racconteremo le tematiche, le storie, le violenze, il riscatto e l’organizzazione transfemminista che sono la nostra realtà quotidiana.
Da apertura a chiusura potrete visitare, ammirare e supportare i banchetti con le autoproduzioni artigianali a tema transfemminista e queer allestiti dalle abili mani dell3 artigian3 locali, queer e transfemminist3 pure loro, ovviamente.
Insomma, le motivazioni per venire a Sherwood Festival quel giorno sono innumerevoli, e se non ci siete mai stat3 Rebeca Lane al prezzo popolare di 1 euro potrebbe essere una ragione più che sufficiente per prendere treni, autobus o biciclette e raggiungerci al Parcheggio Nord dello stadio Euganeo, a Padova.
Vogliamo estendere l’invito a questa serata il più possibile, parliamo ad ogni persona la cui sensibilità la porti a lottare per un mondo ed una società più giusta, perché non sarà un semplice concerto ma sarà una meravigliosa occasione di scambio, di conoscenza, di approfondimento tra persone, collettivi e realtà che sentono di dover rispondere sempre più uniti all’avanzata delle destre e all’attacco che viene perpetrato sui corpi delle donne, sui corpi non conformi, invisibilizzati, razzializati, poveri e che resistono in tutto il mondo.