Perchè è così difficile cambiare?

Le persone hanno una qualità eccezionale che può essere di loro aiuto ma anche danneggiarle e questa qualità è la capacità di adattamento. Siamo in grado di adattarci a situazioni estreme e abitiamo dai deserti ai ghiacci, inventando soluzioni e modi geniali per sopravvivere. Questa capacità però diventa un aspetto negativo quando ci adattiamo o abituiamo alle cose più aberranti.
Ci adattiamo al nazismo, alle dittature, alle guerre, ai massacri umani e animali e in ultimo anche alla distruzione finale dello stesso ambiente in cui viviamo: lo stiamo riducendo in maniera così grave che arriveremo al momento in cui non riusciremo più ad adattarci.
Ma da dove nasce il problema di non riuscire a cambiare anche di fronte a qualcosa che evidentemente fa male a noi e ai nostri simili?
Tantissime persone fanno lavori che non amano, anzi spesso che odiano e, visto che il lavoro è l’attività principale dell’esistenza, di conseguenza fanno una vita che non amano e che odiano. Inoltre sognano costantemente e vorrebbero fare altro ma non lo fanno e anche per questo stanno male. Si direbbe che sono autolesionisti, che sono contro se stessi e in effetti è così; ma allora perché continuano? Qualche scienziato del comportamento umano afferma che quando il corpo fa qualcosa per così tante volte, anni e anni di routine, poi anche se consciamente il cervello pensa che sia meglio cambiare, il corpo va in automatico. Addirittura il corpo può dipendere dal dolore, dallo stare male, dal senso di colpa, dai traumi passati continuamente evocati, che danno al corpo stesso la sensazione di provare qualcosa, non importa cosa, basta che in qualche modo li faccia sentire “vivi”. E visto che le sensazioni di provare qualcosa di solito sono quelle superficiali che danno dosi di dopamina immediate, le persone rimangono imprigionate o, per meglio dire, si imprigionano.
Se poi si considera che l’appagamento immediato con mille diavolerie è il gioco di prestigio che riesce meglio a chi ci vende qualsiasi cosa, eccoci servito l’immobilismo perenne.
Tutto questo spiega perché, nonostante siamo consapevoli di essere circondati da cose che ci fanno male, che siano lavori, dispositivi elettronici, cibo, aria, acqua, luoghi malsani o anche persone, continuiamo come se nulla fosse, o meglio con sempre più rabbia, disperazione, tristezza o depressione.
Non è un caso che la depressione sia ormai dilagante nelle nostre società.
Gli scienziati di cui sopra consigliano ad esempio di influenzare e quindi modificare il subconscio attraverso varie tipologie meditative e l’idea non è male, ma l’altra parte della questione è completamente assente in questa analisi. Infatti puoi meditare quanto vuoi e anche cambiare interiormente ma se il lavoro che fai, le attività che svolgi sono nocive per te, gli altri e l’ambiente, probabilmente sarai l’ultimo a godere dei fantastici stati meditativi, perché dopo di te verrà il deserto.
Quindi la famosissima rivoluzione interiore che ormai è un trend, oltre che un business di dimensioni enormi, non basta ed evidentemente non può bastare, visto che noi non siamo solo la nostra interiorità, perché poi agiamo esteriormente con effetti che possono essere molto pesanti. Per completare il quadro e cambiare veramente bisogna quindi anche cambiare la propria situazione di
vita, il proprio lavoro, lasciare gli ambienti e le relazioni malsane e costruire progettualità nelle quali fare prosperare il proprio io interiore in una realtà esteriore diversa e sana per sé e per gli altri.
Allora sì che si può parlare di vera rivoluzione complessiva della persona.

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Il 9 e il 10 settembre 2023 presso Alba Verde, Loc. Montebamboli a Massa Marittima (Grosseto), l’associazione non profit di promozione sociale PAEA, nella splendida cornice della campagna maremmana, organizza due incontri su Come realizzare progetti di cambiamento personali e collettivi. Le grandi potenzialità occupazionali in campo ambientale e su Come difendersi dall’elettrosmog. Il primo sarà condotto da Paolo Ermani, il secondo da Giordano Giannotti.

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I due eventi sono a contributo libero e responsabile

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