Olimpiadi invernali 2026: oltre 1000 persone manifestano a Cortina contro la pista da bob

Si è svolta ieri a Cortina la manifestazione “Pista da bob. Ultima chiamata”, che ha visto la partecipazione di oltre mille persone, provenienti sia dal Veneto che dal Trentino-Alto Adige. Ad aderire in molti, tra associazioni, comuni cittadini, comitati e figure politiche: tutti uniti dall’impellenza di esprimere un rifiuto corale alla costruzione della pista da bob prevista per le prossime Olimpiadi invernali del 2026.

Se inizialmente la nuova pista sarebbe dovuta costare meno di 50 milioni di euro, si stima oggi che la spesa economica finale supererà i 124 milioni di euro, oltre agli elevati costi gestionali che andranno sostenuti per mantenere attivo l’impianto. Per questo la mattina del 24 oltre mille persone si sono riunite in piazza Dibona, sfilando dal centro città fino al polo sportivo dell’area Sopiazes, dove è stata da poco smantellata la vecchia pista olimpica Eugenio Monti e dove a breve dovrebbero iniziare i lavori di costruzione di quella nuova.

Oltre ai costi di costruzione, si aggiungono i costi di manutenzione: in un’intervista Cristina Menardi del gruppo consiliare “Cortina bene comune” fa presente che “nel primo studio della Regione si stima una perdita di almeno 400mila euro l’anno per 20 anni di vita dell’impianto”. Una copertura che, secondo il documento della regione, dovrebbe essere garantita da un accordo tra la Regione, il Comune e le Province di Trento e Bolzano.

Esiste infatti una lettera d’impegno tra gli enti del 2019, nel quale le istituzioni si impegnavano a coprire le spese. Simico però, nel piano economico allegato al progetto definitivo, ha dato dei dati che sono completamente diversi: per i primi 5 anni prevede infatti si perdano due milioni di euro, mentre dal sesto la pista andrebbe in attivo di 5mila euro. Ma sarebbe la prima e unica pista al mondo ad andare in attivo: anche l’impianto di Innsbruck ha una perdita di 500mila euro l’anno.”

Di fronte a questi costi, alcuni interventi hanno messo in luce come l’AULSS 1 di Belluno abbia chiuso il bilancio 2022 con un passivo di 11 milioni di euro, mentre appunto sembra fondamentale continuare a promuovere la costruzione di una pista da bob, il cui bando e l’assegnazione diretta sono entrambi andati deserti, dati i tempi troppo brevi, e il cui costo sarà non solo altissimo ma anche direttamente sulle spalle delle comunità che vivono quelle vallate per tutti gli anni in cui bisognerà mantenerlo.

La necessità di costruire un dialogo in cui le esigenze delle comunità che vivono la montagna e soprattutto la creazione di modelli di vita delle montagne – perché non siano parchi gioco buttati in pasto ad un turismo di lusso mordi e fuggi – è il fil rouge che unisce le varie realtà e persone che hanno partecipato alla manifestazione di domenica. Si riscontra quindi un segnale positivo di volontà di accorrere in difesa della tutela dei territori e della costruzione di un modo ecologicamente e socialmente più giusto di vivere la montagna.

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