Torna a salire la tensione in Guatemala dopo la vittoria alle elezioni del candidato progressista Bernardo Arevalo: con un atto ritenuto illegittimo perfino dalla OEA e dagli Stati Uniti, la magistratura ha sequestrato alcuni verbali elettorali del primo turno nella sede del Tribunale Supremo Elettorale, con l’evidente intento di trovare – o costruire – le prove di presunti brogli da parte del Movimento Semilla, uscito vincitore dalle elezioni.
La conquista del ballottaggio e la successiva vittoria nel duello finale di Arevalo, candidato moderato di sinistra, aveva sorpreso tutti, soprattutto le élite economiche e politiche del paese che però non sono rimaste a guardare. Approfittando dei legami con la magistratura, fin dal giorno successivo al primo turno, hanno provato in tutti i modi ad ostacolare il candidato progressista, prima attaccando il suo partito, il Movimiento Semilla, a cui i giudici hanno cercato di togliere la personalità giuridica con l’accusa di aver falsificato le firme per la presentazione della candidatura, ed ora con questo nuovo attacco all’organo elettorale del Paese.
Organo elettorale che, è bene ricordarlo, è tutt’altro che pro-Arevalo, dal momento che fin dalla presentazione delle candidature ha messo i bastoni tra le ruote ai candidati più scomodi impedendogli di presentarsi alle elezioni e chiudendo invece gli occhi sulla candidatura della figlia dell’ex dittatore Ríos Montt a cui è stato concesso di partecipare alla contesa elettorale nonostante la Costituzione guatemalteca lo vieti ai discendenti di ex dittatori.
In questo clima teso si inserisce l’azione della magistratura guatemalteca. Venerdì scorso la mossa della FECI (Fiscalía Especial Contra la Impunidad guidata dal giudice Rafael Curruchiche) e del Ministerio Publico (guidato dalla giudice Consuelo Porras) che con un blitz a sorpresa si sono presentati presso la sede del TSE (Tribunal Supremo Electoral) sequestrando con la forza alcuni verbali elettorali, per un’indagine di cui non hanno voluto rivelare i dettagli ma che ha lo stesso numero di protocollo del caso che riguarda il Movimiento Semilla.
Secondo la magistrata del TSE Blanca Alfaro, il Ministerio Publico ha sequestrato i verbali inerenti al primo turno del 25 giugno scorso. Nel verbale numero 4, elaborato dalla Juntas Receptoras de Votos, sono segnati il totale dei voti presi da ciascuna organizzazione politica in ogni seggio, mentre il verbale numero 8, elaborato dalla Juntas Electorales Departamentales, è il documento finale con i risultati totali, comprese le modifiche dovute alle contestazioni, ottenuti in ogni dipartimento.
Il presidente eletto Arevalo e la sua vice Karin hanno subito denunciato attraverso un video pubblicato nei social network il tentativo di colpo di stato messo in atto dal Ministerio Publico e lanciato un appello alla popolazione a scendere in strada per difendere il risultato del voto e la democrazia.
L’appello del presidente eletto è stato raccolto da numerose organizzazioni indigene e sociali del Paese, in particolare dai 48 Cantoni di Totonicapán (una delle organizzazioni indigene più forti del paese) che ha proclamato immediatamente il “paro nacional” a tempo indeterminato da lunedì 2 ottobre. Obiettivo dei manifestanti è la rinuncia dei giudici “golpisti” Consuelo Porras, Rafael Curruchiche, Fredy Orellana «e di tutti gli attori vincolati con la persecuzione contro i magistrati del TSE, il Movimiento Semilla, giornalisti, attivisti e operatori di giustizia».
Nel primo dei due giorni di “paro nacional” la Provial (il ministero della sicurezza viaria) ha ufficializzato almeno 16 punti di protesta nel paese, di cui 5 nel dipartimento di Sololá. Ma già il secondo giorno i punti di protesta o blocchi stradali sono raddoppiati. Il centro della protesta è tuttavia la sede del Ministerio Publico nella capitale Città del Guatemala, dove da due giorni centinaia di attivisti sono in presidio permanente per chiedere le dimissioni dei vertici giudiziari responsabili dell’attacco al nuovo presidente eletto.
Qui, Luis Haroldo Pacheco, presidente dei 48 Cantoni di Totonicapán ha spiegato ai giornalisti che «se oggi [Consuelo Porras] presenta le dimissioni e viene nominato un nuovo giudice noi ci ritireremo, in caso contrario le mobilitazioni saranno a tempo indeterminato, fin quando sarà necessario». Pacheco, ha poi aggiunto che in queste ore cercheranno di farsi ricevere dai magistrati della Corte Costituzionale per presentare la loro richiesta di dimissione della giudice Consuelo Porras.
A supporto del presidente eletto è arrivato anche il messaggio del Segretario di Stato americano Blinken, il quale ha annunciato che il Dipartimento di Stato userà «tutti i suoi strumenti contro coloro che cercano di minare la democrazia in Guatemala» aggiungendo il proprio sostegno alla transizione pacifica del potere in atto in queste settimane.
Per il presidente eletto Arevalo il cammino si fa in salita ancora prima di cominciare ufficialmente il mandato, ma dalla sua parte ha la determinazione di migliaia di cittadini che con prontezza e determinazione sono scesi in strada a difendere quella speranza di cambiamento sancita con le elezioni.