Nella giornata di martedì 17 ottobre la Rete Italiana Pace Disarmo e l’Osservatorio Permanente Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa di Brescia hanno partecipato a una Audizione presso la III Commissione Affari esteri e difesa del Senato della Repubblica, che sta affrontando l’analisi preliminare del Disegno di legge n. 855 (di iniziativa governativa) che prevede modifiche alla Legge 185/90 sul controllo dell’import-export di materiali di armamento.
All’avvio dell’iter parlamentare su questa modifica normativa la Rete Italiana Pace Disarmo aveva espresso la propria preoccupazione rispetto al rischio che tale iniziativa potesse comportare una riduzione di controlli e una messa in primo piano di affari “armati” e in secondo il rispetto dei diritti.
«Intervenendo a nome delle due Organizzazioni della società civile, Giorgio Beretta (Ricercatore OPAL) e Francesco Vignarca (Coordinatore Campagne RIPD) hanno sottolineato come il tema delle esportazioni di armamenti sia sempre stato al centro dell’attenzione delle organizzazioni e dei movimenti della società civile italiana che si occupa di disarmo e Pace – spiegano la Rete e l’Osservatorio in una nota – La stessa Legge 185/90 trae origine infatti da una campagna condotta negli anni ’80 del secolo scorso da associazioni, sindacati, centri di studio. Che poi, nel corso degli anni successivi, hanno sempre cercato di stimolare l’attenzione del Parlamento su questo tema, non sempre trovando l’opportuna disponibilità ad esercitare le funzioni di controllo previste dalle norme. Nel corso dell’Audizione si è sottolineato come sia fondamentale far diventare la proposta di modifica della Legge 185/90 occasione positiva affinché il controllo parlamentare sui dati forniti dal Governo e un dibattito articolato e approfondito sugli stessi siano effettivamente garantiti da ora in poi. Senza cedere a motivazioni di modifica infondate (avanzate solo per favorire il fatturato dell’industria militare) e nemmeno a richieste di rapidità del dibattito poco sensate: qusta Legge è e rimarrà infatti una normativa quadro su un tema delicato e dai possibili gravi impatti: non può essere quindi dibattuta in maniera superficiale».
«Nonostante queste premesse problematiche Rete Pace Disarmo e OPAL ritengono importante che finalmente il Parlamento e il Governo vogliano adeguare la normativa italiana sull’esportazione di armamenti alle nuove situazioni internazionali: il tutto però deve essere fatto allineandosi ai principi originari della legge e alle norme internazionali che l’Italia ha sottoscritto e che devono essere un punto di partenza (mentre invece nelle proposte governative non sono nemmeno citate) – prosegue la nota – Può essere considerato positivo il ripristino del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD) già originariamente previsto dalla legge n. 185/1990, affinché possa assicurare un coordinamento al massimo livello politico delle scelte strategiche in materia di scambi di materiali di armamento. Ciò però non deve diventare in alcuna maniera un alibi per non essere tempestivi nelle scelte o evitare valutazioni specifiche per ogni singola richiesta di autorizzazione, spostando tutte le decisioni “a priori” e in maniera solo ipotetica. Il cuore della legge 185/90 (e anche dei trattati internazionali che ha ispirato) è infatti il concetto che ogni singola esportazione di armamenti abbia una propria valenza e un proprio possibile impatto negativo, che deve dunque essere sottoposto ogni volta a una valutazione approfondita e specifica. Queste sono le richieste in particolare del Trattato ATT (Arms Trade Treaty) sul commercio di armi che il Parlamento italiano ha ratificato all’unanimità nel 2013 (entrata in vigore nel 2014) proprio indicando la legge 185/90 come strumento implementato nazionale di tale Trattato. Se dunque ora tale legge viene modificata è ineludibile un richiamo ai principi, ai criteri, ai meccanismi del Trattato ATT: per questo Rete Pace Disarmo e OPAL hanno richiesto di inserire nel nuovo articolato della norma un esplicito riferimento sia alle ipotesi di tassativo rifiuto di concessione di licenze di export (Articolo 6 ATT) sia sia alle situazioni nelle quali è richiesta una specifica valutazione del rischio con conseguenti rifiuti (Articolo 7 ATT). Sottolineando in particolare come le prescrizioni dell’Articolo 7 dell’ATT non possano essere gestite e implementate con decisioni di natura generale e preventiva».
«Altri elementi nel testo di DDL proposto dal Governo destano preoccupazione: la cancellazione della prescrizione per cui il CISD riceve informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte di enti internazionali e dalle organizzazioni non governative, la eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento che potrebbe pregiudicare le attività di confronto con la società civile e l’armonizzazione della raccolta dati sull’export di armi, la non attribuzione di una funzione di stimolo a ipotesi di conversione delle imprese militari (prevista già nei principi fondamentali della Legge 185/90) – si legge ancora nella nota – Il DDL proposto dal Governo potrebbe al contrario diventare l’occasione per aumentare la trasparenza sul commercio di armi e rendere strutturali le modalità con cui vengono redatte le Relazioni al Parlamento sul tema. Nel corso degli ultimi anni abbiamo più volte avanzato proposte di miglioramento di tali documenti, sempre scontrandosi con il fatto che non esistono prescrizioni cogenti di Legge in questo senso, e tutto è quindi lasciato alle decisioni di natura amministrativa o redazionale (in capo ai vari Dicasteri). Per tale motivo le due organizzazioni audite hanno proposto ai Senatori (molto attenti all’esposizione, e protagonisti di un o scambio proficuo con gli esperti della società civile) di inserire migliorie già in precedenza suggerite sulla redazione delle Relazioni annuali al parlamento in un apposito articolo di Legge, che configuri con precisione la tipologia e la modalità dei dati che ogni Ministero deve riportare nella propria parte delle Relazioni. Rete Italiana Pace Disarmo e OPAL hanno posto all’attenzione della III Commissione Affari esteri e difesa del Senato della Repubblica un documento riassuntivo approfondito con le proposte e le analisi illustrate durante l’Audizione».