Deafal: «Inaccettabile greenwashing di Bayer: attenzione all’agroindustria “rigenerativa”»

Negli ultimi anni importanti aziende della filiera agroindustriale hanno lanciato programmi per lo sviluppo dell’agricoltura rigenerativa. Danone nel 2021 dichiarava di aver avviato progetti di agricoltura rigenerativa con 50.000 aziende agricole(1), Nestlè nel 2022 parlava di investimenti per 1,2 miliardi di franchi svizzeri, e ancora Pepsico, McCain, Cargille e Walmart.

«Il fatto che enormi aziende dell’agroindustria, uno dei sistemi che ha causato perdita di fertilità dei suoli ed erosione della biodiversità a livello mondiale(2), parlassero di agricoltura rigenerativa non ha stranamente suscitato un grande interesse da parte dell’opinione pubblica. Qualcosa però nelle ultime settimane ha acceso i riflettori su una questione sin qui sottovalutata – spiega Deafal, che da anni si occupa di agricoltura organiza rigenerativa, quella vera – L’agricoltura rigenerativa è a rischio greenwashing, poiché la visione di Bayer è opposta a quella di Deafal. A ottobre 2023, Bayer ha pubblicato il proprio programma di agricoltura rigenerativa(3), adottando, senza citarla, la “Carta dei principi e dei valori dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa” elaborata da Deafal nel 2018 dopo anni di diffusione delle pratiche rigenerative ed agroecologiche e la collaborazione con oltre 4.500 agricoltori e 200 aziende agricole. Gli strumenti che Bayer dichiara di voler adottare sono, tra gli altri, l’uso di nuove molecole di fungicidi ed erbicidi, dell’intelligenza artificiale, l’adozione di sementi modificate e le biotecnologie. Anche il glifosato rientra tra i tools che Bayer considera indispensabili per la transizione verso l’agricoltura rigenerativa(4)».

La carta sviluppata e pubblicata da Deafal nel 2018 – e che ben esprime la missione dell’associazione, cioè quella di Rigenerare i Suoli per Rigenerare le Società, si declina in quattro principi:

● Rigenerare il suolo. Implementare pratiche che aumentino la fertilità dei suoli, quantificabile dall’aumento di carbonio organico, dalla maggiore dotazione e disponibilità di elementi minerali e dall’aumentata diversità microbiologica. In terreni di collina e di montagna, scegliere sistemi e tecniche che limitino l’erosione del terreno. Adottare pratiche scientifiche, innovative e sperimentali che valorizzino le specificità e le culture locali, traendo spunto dalle tradizioni dei territori;

● Rigenerare gli ecosistemi e la biodiversità. Operare diminuendo le contaminazioni ambientali da sostanze chimiche di sintesi valorizzando gli scarti aziendali del territorio attraverso l’autoproduzione dei mezzi tecnici, rivalutando le risorse genetiche locali, gestendo in maniera efficiente le acque e le risorse agro-silvo-pastorali. Garantire alle piante cure colturali e trattamenti che favoriscano la loro salute nel tempo e il loro costante equilibrio fisiologico;

● Rigenerare le relazioni tra gli esseri viventi. Agire nella cura e nel rispetto della dignità delle persone e degli animali. Favorire rapporti di lavoro e di scambio basati sulla tutela dei diritti e sulla trasparenza;

● Rigenerare i saperi. Promuovere la conoscenza come bene collettivo in continua trasformazione ed evoluzione, da acquisire e trasmettere in una dimensione di apertura e interazione con gli altri.

Oltre all’ambito strettamente agronomico, che include pratiche come il compostaggio in cumulo, la produzione di corroboranti e biostimolanti in ottica di economia circolare, gli inerbimenti e le rotazioni nei seminativi, lavorazioni minime del suolo e consociazioni, sistemi agroforestali e pascolamento razionale, l’Agricoltura Organica e Rigenerativa incentiva gli agricoltori a creare reti sul territorio e nuove relazioni, partecipative e collaborative, tra gli attori della filiera agroalimentare.

Il percorso svolto da Deafal in questi anni, che inizia ben prima del 2018, ha portato – come esempi più emblematici – alla pubblicazione nel 2019 del libro “Agricoltura Organica e Rigenerativa. Oltre il biologico: le idee, gli strumenti e le pratiche per un’agricoltura di qualità”, e alla costituzione, nel maggio 2023, dell’Associazione Nazionale produttori per l’Agricoltura Organica e Rigenerativa, una realtà che raccoglie le aziende agricole che adottano le tecniche di agricoltura e allevamento rigenerativi.

«L’agricoltura rigenerativa e gli interessi economici dell’agroindustria sono due mondi incompatibili – spiega Deafal – A differenza dell’agricoltura biologica, normata in Europa fin dai primi anni 90, non esiste a oggi una definizione universalmente accettata di agricoltura rigenerativa: ciò genera uno spazio di ambiguità che può permettere ad alcuni attori, come le multinazionali, di appropriarsi del termine per operazioni di greenwashing(5). Un recente studio(6) ha però provato a fare ordine nelle numerose definizioni di agricoltura rigenerativa analizzando siti web, documenti e studi scientifici: tra gli obiettivi più citati ci sono “la riduzione o l’eliminazione degli input di sintesi e la massimizzazione degli input on farm”, la “presenza degli animali in azienda” e “l’aumento della biodiversità”. Nessuno dei lavori raccolti nella review cita il ricorso a nuove molecole per gli agrofarmaci o l’uso delle nuove tecniche genetiche, come invece riportato nei documenti di Bayer(7). Sembra chiaro che l’azienda, come molte altre, cerchi di accreditarsi tra gli agricoltori e i consumatori per rafforzare la propria presenza sul mercato mondiale confermando logiche di dipendenza e di sfruttamento (dei suoli, delle aziende agricole), attraverso una narrazione “rigenerativa”».

Due autori italiani, Barberi e Antichi, in un recente lavoro(8) riportano come attraverso l’agricoltura organica e rigenerativa sia “possibile ottenere produzioni adeguate e stabili minimizzando l’uso di input esterni e preservando le risorse ambientali”. Questo dimostra che quanto più i sistemi agricoli sono complessi e diversificati, maggiore è la resilienza degli stessi e minore è la dipendenza da mezzi tecnici esterni all’azienda(9) (antiparassitari, erbicidi, fertilizzanti di sintesi, …): «è evidente che nessuna multinazionale di prodotti e servizi per l’agricoltura trovi economicamente appetibile questa strada di “liberazione” degli agricoltori» spiega Deafal.

Un altro elemento di attenzione dell’agricoltura rigenerativa è la salute del suolo, un tesoro di biodiversità che ospita i 2⁄3 delle specie viventi conosciute. Una recente review12 di 148 pubblicazioni ha concluso che “gli agrofarmaci causano gravi rischi per l’ambiente del suolo e la salute umana” e che “gli agrofarmaci causano un disequilibrio della fertilità del suolo, che influisce direttamente sulla resa delle colture.” 

«Di fronte a questi dati, come può una delle aziende più importanti nella commercializzazione di agrofarmaci, tra cui l’erbicida più usato al mondo, proporsi come leader nella diffusione dell’agricoltura rigenerativa, che intende eliminarne l’utilizzo? – scrive ancora Deafal – L’agricoltura rigenerativa “dà esplicita importanza al creare una rete di relazioni tra produttori, cittadini e altri attori locali, in un contesto di filiera corta o cortissima, assente nella definizione di agricoltura conservativa”. Di queste reti di produttori, filiere locali e comunità che interagiscono e cooperano non c’è ovviamente traccia nei documenti di Bayer: gli ultimi due punti della carta dei principi e dei valori di Deafal, relativi alla rigenerazione dei saperi e delle comunità, restano infatti privi di una declinazione. In definitiva, l’agricoltura rigenerativa non è solo un insieme di pratiche agronomiche, ma uno strumento di cambiamento politico, per fare dell’agricoltura un “luogo” di diritti e giustizia sociale».

«L’accostamento tra Bayer e agricoltura rigenerativa ci sembra generare un vero e proprio ossimoro, ovvero, come recita Treccani, l’unione di “due parole o espressioni che sono inconciliabili nel significato in quanto indicano propriamente una antitesi o contrarietà” – prosegue Deafal – L’adozione di un approccio rigenerativo all’agricoltura non può infatti prescindere da una critica del sistema agroindustriale nella sua totalità, con le sue logiche di produzione, distribuzione e consumo estrattive e predatorie».

Per fermare questi tentativi di greenwashing e impedire l’utilizzo improprio del termine “Agricoltura Rigenerativa” da parte di Bayer e dell’agroindustria, attivando al tempo stesso un percorso di dialogo che coinvolga agricoltori, lavoratori, associazioni e collettività, Deafal ha lanciato la campagna #DifendiLaRigenerativa, a cui Terra Nuova ha aderito.

Aziende agricole, cittadini, enti, associazioni e imprese possono sottoscrivere la campagna #DifendiLaRigenerativa con l’obiettivo di tutelare l’Agricoltura Rigenerativa dalle mistificazioni e dall’appropriazione dell’agroindustria. Nei prossimi mesi si lavorerà insieme alle realtà aderenti per portare l’Agricoltura Rigenerativa tra i temi dell’opinione pubblica e sui tavoli istituzionali e per rafforzare una rete di lavoro in cui definire e promuovere questo approccio.

QUI per sostenere l’iniziativa e partecipare alla campagna

1 https://www.danone.com/content/dam/corp/global/danonecom/about-us-impact/policies-and-commitments/en/2021/Danone-re generative-agriculture-2021.pdf

2 Horrigan, L., Lawrence, R. S., & Walker, P. (2002). How sustainable agriculture can address the environmental and human health harms of industrial agriculture. Environmental health perspectives, 110(5), 445-456. 

3 https://www.vegetables.bayer.com/it/it-it/informazioni/notizie/agricoltura-rigenerativa–la-soluzione-di-seminis-per-un-futuro-.htm l

4 https://www.sustainableviews.com/bayer-accused-of-greenwashing-over-regenerative-agriculture-claims/

5 Tittonell P., et al (2022). Regenerative agriculture—agroecology without politics? Front. Sustain. Food Syst.

6 Newton P. et al (2020) What Is Regenerative Agriculture? A Review of Scholar and Practitioner Definitions Based on Processes and Outcomes. Front. Sustain. Food Syst. 194 9https://terraevita.edagricole.it/difesa-sostenibile/agricoltura-rigenerativa-bayer-punta-ad-una-transizione-globale/?fbclid=IwAR0 w_Xjr1rtrT9zimP6AacDdmgWU-sG8E2-CYxOOvK3RSmE11-Pprtq3A6A

7 Barberi P., Antichi, A. (2023) Tecniche di conservazione e rigenerazione del suolo in agricoltura biologica: si può e si deve fare. In Bioreport 2021-2022, l’agricoltura biologica in Italia.

8 Barker, D. (2007, January). The rise and predictable fall of globalized industrial agriculture. San Francisco: International Forum on Globalization.

9 Meena, R.S.; Kumar, S.; Datta, R.; Lal, R.; Vijayakumar, V.; Brtnicky, M.; Sharma, M.P.; Yadav, G.S.; Jhariya, M.K.; Jangir, C.K.; et al.(2020). Impact of Agrochemicals on Soil Microbiota and Management: A Review. Land 2020, 9, 34.

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