L’imputato Trump è “colpevole”

Ieri Donald Trump è stato giudicato colpevole in primo grado, nel primo dei quattro processi che ha in corso con la giustizia americana.

Dopo avere discusso per quasi ventiquattr’ore, la giuria di 12 membri ha stabilito che Donald Trump è colpevole di aver falsificato i libri contabili, per coprire con non meglio identificate “spese legali” i 130.000 $ che ha pagato alla pornostar Stormy Daniels per tacere sulla sua relazione con lui.

Tutta la stampa del Deep State – dalla Cnn al New York Times – parla già di “convicted criminal”, ovvero di “criminale condannato”, ed è ormai evidente che questo sarà l’etichetta che Trump si porterà dietro fino alle elezioni di novembre. Lo slogan dei democratici sarà inevitabilmente “alla Casa Bianca volete Biden, oppure volete un ‘criminale condannato’ ”?

Ma non è detto che questa vittoria del Deep State si trasformi necessariamente in una sconfitta per Trump alle presidenziali. Anzi, tutti i più importanti leader repubblicani hanno già indicato che il tema della loro campagna elettorale sarà invece la “lotta ad un sistema legale corrotto”, e questo è certamente un argomento che avrà una grande trazione sulla base repubblicana.

Quindi, nella sostanza non cambia niente. Quelli che hanno già deciso di votare per il Rimba lo faranno comunque, “pur di non avere Trump alla Casa Bianca”. E quelli che avevano già deciso di votare Trump, avranno semplicemente un motivo in più per farlo.

Restano i famosi indecisi, quelli che notoriamente determinano l’esito delle elezioni negli swing states (ovvero negli “stati in bilico”), sui quali ricadrà il compito di scegliere il nuovo presidente. Sinceramente, se io fossi un elettore americano, non vorrei trovarmi nei loro panni.

Massimo Mazzucco

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