Nel mondo dell’agroindustria, dove gli alimenti sono una merce e quello che conta sono solo i soldi, si assiste a tante contraddizioni e assurdità che fanno dubitare della credibilità di chi protesta per ottenere più soldi dal cibo-merce. Prendiamo ad esempio l’acqua: si assiste a sprechi pazzeschi per alimentare una agricoltura fatta di monocultura, che è quanto di più assurdo e insensato si possa fare.
Getti da pompe e impianti giganteschi per innaffiare campi in estate a mezzogiorno, con sprechi non solo di acqua ma anche di soldi e di energia. Ulivi piantati ovunque, tutti vicini e con sistemi di irrigazione laddove mai gli ulivi nella storia sono stati irrigati; ma si deve vendere, quindi la pianta deve crescere in fretta, produrre tanto e il resto non interessa. Vigne che vengono irrorate oltre che con infiniti trattamenti anche con abbondante acqua laddove tutto intorno brucia di calore con temperature sempre più alte, perché mica possiamo non fare arrivare sulle tavole degli americani, cinesi, inglesi tedeschi e così via, il nostro pregiatissimo vino pieno di pesticidi…
Però poi vediamo quegli stessi agricoltori artefici di questi scempi dire di essere pro ambiente, che non stanno dentro con i costi, ecc. Ma se ciò è vero, perché non attuano tutte le misure possibili per risparmiare, in primis l’acqua? Mistero…
Se si volessero davvero risparmiare soldi e tutelare l’ambiente, la raccolta dell’acqua piovana dovrebbe essere uno dei primi comandamenti agricoli e lo era al tempo dei nonni, quando si era “arretrati”, poi siamo “progrediti” e questo non si fa più.
Il paradosso di tutto ciò è che quando si chiede agli agricoltori convenzionali perché non usano sistemi di recupero dell’acqua piovana, rispondono spesso che tanto non piove…..!? Ma è proprio perché piove meno che, quando succede, va assolutamente raccolta l’acqua. Un peccato che con il passaggio del cibo da valore a merce si sia perso anche il senno, quello che da sempre aveva contraddistinto il contadino.
Per chiunque voglia progredire e quindi fare le cose con intelligenza, è uscito un ottimo manuale per il recupero dell’acqua piovana scritto da Renee Dang per le edizioni Terra Nuova: “Raccogliere l’acqua piovana. 7 semplici passi con il sistema Quickrain per la casa, l’orto e il giardino”. Il libro dimostra che è possibile installarsi da soli un impianto di recupero dell’acqua piovana, sopratutto nella versione fuori terra, quindi non con serbatoi interrati. In 7 semplici passi l’autrice spiega come installare un impianto nella nostra casa sia per gli usi dell’abitazione che per quelli agricoli che sia un orto o altro appezzamento di terra. Vengono descritti in maniera particolareggiata i materiali, i raccordi, tubi, pluviali, cisterne e spiegate chiaramente le varie fasi dell’installazione e allo stesso tempo gli errori da non fare. Il tutto è spiegato precisamente e corredato di foto e disegni che rendono la lettura gradevole, semplice da replicare e il testo è arricchito anche delle normative italiane.
Importante sottolineare che non necessariamente si devono spendere tanti soldi per fare i propri sistemi di recupero di acqua piovana e si possono utilizzare recipienti di vario tipo e renderli disponibili per l’obiettivo, come la Deng spiega in maniera esaustiva.
E la migliore sinergia che ci può essere è abbinare i sistemi di raccolta dell’acqua piovana con gli orti autoirriganti che hanno bisogno di poca irrigazione e in questo modo si otterranno i risultati più efficaci con un grande risparmio di acqua, lavoro e soldi.
Una notazione finale interessante è che l’autrice non è un architetto, un biologo, un ingegnere, non è un CEO di un azienda ma una semplice persona appassionata e competente ed è l’ennesimo esempio di chi pur non avendo titoli ne sa e ne fa più di chi i titoli li ha ma spesso non ha competenze reali.