Marc Joffe – Libertarian Institute – 4 agosto 2024
Gli ebrei sono il popolo eletto. Dio ci ha promesso la terra d’Israele, l’unico posto in cui possiamo essere veramente al sicuro.
Queste erano alcune delle idee che mi sono state inculcate in tenera età nella Scuola ebraica, un programma di istruzione pomeridiana e nei fine settimana gestito da molte sinagoghe. Ho abbandonato questo pensiero durante l’adolescenza, quando ho abbracciato il libertarismo. Ma sembra che io sia in minoranza tra i libertari ebrei, la maggior parte dei quali cerca di sostenere Israele in un contesto libertario. Lo vedo come un compito impossibile.
Il sionismo è la fede in uno Stato ebraico, quindi è chiaramente in contrasto con il gusto anarco-capitalista rothbardiano del libertarismo, che rifiuta qualsiasi tipo di Stato. Ma il sionismo è contestato anche da una prospettiva minarchica perché implica una religione stabilita, l’ebraismo.
I libertari dello Stato minimo spesso si ispirano ai fondatori americani come Thomas Jefferson e James Madison, che sostenevano fortemente la separazione tra “Chiesa” e Stato. Il Primo Emendamento inizia affermando che “il Congresso non farà alcuna legge che riguardi l’istituzione di una religione o che proibisca il suo libero esercizio“.
Sebbene la Dichiarazione d’indipendenza di Israele prevedesse “la completa uguaglianza dei diritti sociali e politici per tutti i cittadini, indipendentemente dalla religione“, una pagina del sito web della Knesset afferma che la Dichiarazione “non è una legge né un documento legale ordinario“. Questo potrebbe essere il motivo per cui tra il 1949 e il 1966 gli arabi israeliani hanno vissuto sotto una dura forma di legge marziale.
Nonostante controlli la Cisgiordania dal 1967, Israele non ha ancora concesso ai suoi residenti palestinesi pari diritti, non solo per quanto riguarda il voto ma anche la libertà di movimento. Forse ciò potrebbe essere giustificato dal fatto che la Cisgiordania è un territorio occupato, ma questa logica viene meno quando vediamo che i coloni ebrei illegali (alcuni dei quali immigrati da oltreoceano e altri convertiti) ricevono la piena cittadinanza. La disparità di trattamento in base alla religione rafforza l’idea che Israele sia più vicino a una teocrazia che a una società illuminata e classicamente liberale.
La maggior parte dei libertari ebrei americani non si reca in Cisgiordania, quindi dovrete credermi sulla parola: ciò che ho visto lì nel 2018 non può essere confuso con il libertarismo. Quando l’ho visitata, non riuscivo a capacitarmi del numero di bottiglie di plastica riempite di urina che i soldati fanno cadere dal muro di confine a Betlemme e che i coloni fanno cadere dai loro appartamenti sul mercato palestinese di Hebron.
E questo è solo un abuso molto visibile: le restrizioni agli spostamenti, i sequestri di proprietà e la periodica esposizione alla violenza dei coloni hanno senza dubbio un impatto maggiore sulla vita quotidiana dei palestinesi della Cisgiordania.
Ma non sono tutti un gruppo di terroristi che meritano di essere trattati con durezza? I palestinesi che ho incontrato mi hanno trattato bene nonostante sapessero che ero ebreo. E, naturalmente, c’erano tutti i bambini e i neonati, che non hanno avuto la possibilità di commettere atti di terrorismo durante la loro breve vita.
Penalizzare individui che non hanno agito in modo aggressivo a causa della loro identità di gruppo non è una pratica che riconosco come libertaria. Nemmeno l’uccisione di massa di non combattenti a Gaza lo è. Persino le fonti israeliane ammettono 16.000 morti civili a Gaza, più di una dozzina di volte il numero di morti [per mano] di Hamas il 7 ottobre.
E no, non credo a un insieme semi-accurato di antichi testi secondo cui Dio avrebbe promesso “Giudea e Samaria” agli ebrei. In effetti, come ebreo ashkenazita, non ho idea se la mia discendenza risalga all’antico Israele, anche se fosse possibile rintracciarla.
Non abbiamo il diritto di prendere la terra sulla base della nostra religione o di nostre rivendicazioni ancestrali del tutto non verificabili. Sono invece i rifugiati di Gaza, che hanno ancora le chiavi delle loro case di famiglia nel “vero e proprio Israele”, ad avere un diritto più chiaro di reclamare la terra rubata.
Man mano che la guerra si trascina, il libertario pro-Israele deve indulgere in razionalizzazioni sempre più complesse o semplicemente ignorare i fatti. Perché sono stati uccisi i lavoratori della World Central Kitchen? Perché gli israeliani hanno bloccato i camion degli aiuti diretti a Gaza? Perché non c’è un cessate il fuoco anche dopo che l’IDF ha invaso ogni sezione di Gaza?
Potete fare tutte le affermazioni che volete, ma non reggono alla prova dei fatti, della logica e dei principi. Israele è uno Stato teocratico aggressivo che non è coerente con i principi libertari (evidenziato dal Traduttore). Per i libertari sionisti è arrivato il momento di scegliere: si può essere l’uno o l’altro, ma non entrambi.
Marc Joffe è un analista politico specializzato in questioni finanziarie. In passato ha pubblicato articoli su questioni di pace su Antiwar.com e altre pubblicazioni.
Link: https://libertarianinstitute.org/articles/libertarianism-and-zionism-cant-be-squared/
Scelto e tradotto (IMC) da CptHook per ComeDonChisciotte