“There are many more of us than you!”: la risposta antifascista all’estrema destra nel Regno Unito

L’estrema destra inglese ha organizzato violente proteste in seguito all’omicidio di tre bambine in un asilo di Southport, località nel nord dell’Inghilterra. Disinformazione e una serie di post fuorvianti nei social sono stati la causa scatenante. Infatti, un richiedente asilo di fede islamica veniva falsamente menzionato come responsabile. In risposta, gruppi dell’estrema destra locale, perlopiù legati alla defunta English Defence League di Tommy Robinson, hanno attaccato una moschea a Southport, saccheggiando la zona, prendendo di mira cittadini stranieri e intonando slogan razzisti come “stop the boats”, ripetutamente utilizzato anche dai governi conservatori al potere negli ultimi 14 anni (prima della vittoria del laburista Keir Starmer). Gli stessi governi conservatori che hanno contribuito ad amplificare l’odio contro migranti e rifugiati attraverso una politica di “hostile environment”, implementata con leggi come il Nationality and Borders Act, l’Illegal Migration Act e il celebre Rwanda Plan (che prevedeva la deportazione di richiedenti asilo in Rwanda), di recente cancellato dal nuovo governo laburista.

Sebbene nei giorni successivi alla prima protesta sia stato annunciato che l’omicida non era islamico, i network di estrema destra hanno continuato con i raid in diverse altre zone del Regno Unito, con gli episodi più eclatanti in cittadine come Belfast, Middlesborough e Rotherham. In particolare, in quest’ultima località dello Yorkshire, i manifestanti hanno attaccato e incendiato parzialmente un hotel ospitante richiedenti asilo, dando vita a violenti scontri con la polizia.

Nei giorni successivi, è stata messa in circolazione sui canali Telegram dell’estrema destra una lista di 60 sportelli e uffici di supporto per richiedenti asilo e rifugiati, con l’obiettivo di continuare le proteste in prossimità di questi luoghi. In risposta, gruppi della società civile, attivist* antifascist* e antirazzist*, hanno immediatamente annunciato delle contro-proteste per togliere spazio all’estrema destra e impedire la diffusione di ulteriore odio. I media hanno creato un clima di terrore (a cui ha contribuito un tweet di Elon Musk inneggiante a una “inevitabile guerra civile”), invitando la popolazione a rimanere a casa, anche per evitare di alimentare il conflitto. Nonostante ciò, decine di migliaia di persone si sono radunate mercoledì 7 agosto davanti ai luoghi individuati dai razzisti, tra cui il Waltham Forest Immigration Bureau a Walthamstow, quartiere multietnico a Nord Est di Londra.

La chiamata alla partecipazione è stata rapida, con meno di quattro giorni di preparativi. Le comunità locali non si sono fatte intimorire dalle aggressioni razziste e dal terrore dei media, scendendo nelle strade per rivendicare il diritto all’asilo e dimostrare il vero volto della società britannica, multiculturale e accogliente. Nel giorno stesso della contro-protesta, coalizioni di attivist*, gruppi ambientalisti, ultras antifascisti e movimenti per il diritto all’abitare hanno invitato le loro reti sociali a partecipare. Alcuni commercianti hanno addirittura chiuso le proprie attività in modo da permettere ai dipendenti di esprimere il loro dissenso verso l’estrema destra. Di conseguenza, le piazze del 7 agosto a Londra, Brighton, Liverpool, Manchester e molte altre città, sono state riempite dalle comunità locali, dimostrando quanto diffuso sia il sentimento antifascista. L’ampia partecipazione – 10,000 solo al sit-in di Londra – ha fatto sì che i gruppi di estrema destra non si presentassero o che arrivassero in gruppi ridottissimi. Per esempio, a Brighton, solo cinque suprematisti bianchi hanno manifestato, accerchiati da circa 2000 antifascisti.

Sebbene al momento le contro-manifestazioni siano riuscite a tamponare l’odio razzista e islamofobico di questi gruppi minoritari, le elezioni del luglio 2024 hanno dimostrato la presenza di un clima diffuso di intolleranza verso richiedenti asilo e minoranze etniche, in particolare nelle aree remote del paese. È anche la conseguenza delle politiche di austerity dei governi conservatori degli ultimi 14 anni. Infatti, in alcune zone del Regno Unito, disoccupazione e stagnazione economica persistono, con sempre meno servizi pubblici disponibili, come sanità e case popolari. Questo processo ha portato il Reform UK Party di Nigel Farage a raggiungere il 14% dei voti (anche se, a causa del complicato sistema elettorale, questi si sono tradotti in soli quattro seggi). La campagna elettorale di Farage si è focalizzata sul blocco dell’immigrazione, attraendo il supporto non solo dell’estrema destra tradizionale, ma anche di cittadini insoddisfatti della classe politica e della graduale erosione del welfare state.

Il governo Starmer ha iniziato la repressione delle violenze, accelerando i processi contro i partecipanti ai riot razzisti. Ad ogni modo, la risposta della società civile sembra aver almeno temporaneamente cambiato la narrazione dei media, dimostrando un clima di solidarietà e accoglienza contro le violenze fasciste. Ancora una volta, la voglia delle comunità di scendere assieme nelle piazze ha prevalso sull’odio dell’estrema destra

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