La vera rivoluzione? Fare figli (e poi occuparsene)

Il tema del ruolo della donna nella società è diventato centrale per noi del Bar di Don Chisciotte, specie se in riferimento alla situazione demografica italiana denunziata in questi giorni da ISTAT.

Ma non solo: è anche sul senso fondamentale e l’importanza della famiglia, composta da un padre e una madre i cui ruoli sono diversi e complementari per la corretta crescita dei figli, che vogliamo concentrarci.

La situazione economica delle famiglie costringe molte donne a lavorare, ma questa condizione,  che viene idolatrata da decenni come condizione necessaria per determinare il grado di civiltà di una Nazione (la famosa occupazione femminile che aiuta il PIL), è in realtà devastante per la tenuta del nucleo familiare, vera pietra miliare su cui si fonda la nostra società. La cultura dei non figli e del fastidio che comportano ha pervaso la mente di molte giovani donne, che al dare alla luce un figlio preferiscono la corsa alla carriera a tutti i costi. O, in altri casi, si trova del tutto normale lasciare il proprio bambino, a 6 mesi d’età, a qualcun altro, perdendo da un lato molmenti fondamentali della sua crescita, dall’altro vivendo nel rimorso costante di fargli un torto.

I figli, portati a pochi mesi d’età all’asilo nido, di fatto vengono consegnati allo Stato e a estranee che ne diventeranno (ahimè) le madri “adottive”. Un disastro, insomma, che sta travolgendo anche i nonni, ormai costretti a lavorare fino a 70 anni per avere un minimo di pensione e che, quindi, non possono avere il ruolo fondamentale di testimoni di tradizioni e culture antiche, rimanendo impressi nella memoria del bambino prima, e dell’uomo cresciuto poi.

La questione è seria: la fragilità dei nostri giovani va senz’altro fatta ricondurre all mancanza di presenza reale e concreta dei genitori, in particolare della madre nei primi anni di vita e di crescita. Le problematiche dei ragazzi adolescenti sono sotto gli occhi di tutti: o eccessivamente fragili, o eccessivamente aggressivi. Vie di mezzo non ce ne sono. E, naturalmente, la tecnologia, nuova forma di babysitteraggio, non aiuta affatto.

I neo-malthusiani e i nazi-ecologisti saranno in un brodo di giuggiole: se non siamo in grado di crescere i nostri figli, meglio non farne, così salviamo pure il pianeta. E gli immigrazionisti, poi, che sognano un flusso perpetuo di africani e asiatici per sostituirci tutti, con queste nefaste notizie di italiane che non vogliono più fare figli ci vanno a nozze…

E invece no, cari signori: la salvezza di tutti noi occidentali sta nel recupero culturale prima, economico poi, del valore della famiglia e dei ruoli del padre e della madre.

La vera Rivoluzione parte da qui, tornando a fare, davanti a un ideale focolare domestico, una bella calzetta, care donne, con i bambini vicini, possibilmente con il sostegno reale e concreto economico dello Stato (forze politiche che lo propongano, ce ne sono?).

Buona visione!

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