Un mio amico che abita in una grande città mi ha scritto questa frase: “Siamo in un mondo dove corriamo senza sapere il motivo”. Frase direi filosofica, che racchiude in sé una perfetta descrizione della situazione attuale.
Si corre tutti (o quasi) senza sapere bene perché e con quali obiettivi. Certo, chiunque poi dà delle risposte ovvie sul perché corre: bisogna studiare, bisogna lavorare, bisogna guadagnare, abbiamo le bollette e il mutuo da pagare, bisogna prendere i figli a scuola (i pochi che ormai li hanno i figli), portarli poi a destra e sinistra come pacchi, rigorosamente in automobile, ecc.
Tutte motivazioni apparentemente ineccepibili, ma a volerci vedere più chiaro assomigliano più a scuse per non cambiare e forse anche per non pensare, piuttosto che a motivazioni reali.
Infatti anche solo trenta o quarant’anni fa la gente doveva lo stesso campare e mantenere figli (e se ne facevano ben di più di quelli che si fanno attualmente) però non erano tutti sempre di corsa come oggi. Ma andiamo un pochino più a fondo della questione avvalendoci dei dati Istat.
In Italia il 33,2% delle famiglie ha un solo componente, il 27,7% ha due componenti, il 18,9% ha tre componenti, il 15,2% ha quattro componenti, il 3,9% ha cinque componenti, l’1,2% ha sei o più componenti. Quindi circa il 61% degli italiani, ovvero la netta maggioranza, non deve mantenere nessuno oltre se stesso o la coppia. Nel caso della coppia, quasi sempre entrambe le persone lavorano, perciò non solo dividono le spese ma hanno anche due entrate. Inoltre quasi il 19% delle famiglie deve mantenere solo un figlio, questo significa che complessivamente si arriva a ben l’80% degli italiani che, a differenza di qualche decennio fa, non deve mantenere nessuno o al massimo solo un figlio.
Si direbbe quindi che siamo in una situazione ottimale per non correre dalla mattina alla sera senza sapere nemmeno dove, così come dice giustamente il mio amico; invece succede l’esatto contrario e le persone sono strapiene di “impegni” nemmeno fossero tutti segretari dell’ONU.
Eppure abbiamo un progresso tecnologico strabiliante, fantascientifico, che doveva farci lavorare un paio di ore al giorno e per il resto goderci la vita. Non sarà che anche in questo caso si dimostra che il progresso tecnologico (teso al solo profitto e non certo al miglioramento della vita di tutte le persone al mondo) è il peggior bluff della nostra esistenza?
Si prenda ad esempio il cellulare, detto anche acceleratore di vite e di disorganizzazione; che questo mezzo semplifichi l’esistenza e ci regali più tempo è una delle balle del millennio, infatti fa esattamente il contrario. Del resto non potrebbe essere altrimenti dato che attraverso quell’oggetto ci arrivano innumerevoli input giornalieri modello tsumani. Una ondata di stimoli come mai nella storia umana abbiamo avuto. Provate a chiedere a un genitore con figli a scuola se anche solo le centomila chat a cui deve essere “assolutamente” iscritto sono un relax e un aiuto oppure un incubo.
Poi la maggioranza delle persone vive in città dove il caos, la fretta, lo stress, il rumore e soprattutto i costi sono esorbitanti.
Infatti se si vuole avere una motivazione per rendersi l’esistenza assai difficile e costosa, basta abitare in città e il gioco è fatto; così ci si potrà lamentare all’infinito del solito mutuo, delle bollette, di questo e quello, oltre che correre sempre come matti.
Se poi si sceglie di isolarsi non costruendo più alcun legame comunitario, che è ben altra cosa che avere mille amici sui social, allora i costi e il relativo stress, aumentano ancora di più. Proprio recentemente uno studio della Coldiretti su dati Istat dimostra che un single spende quasi il doppio in proporzione rispetto a una famiglia di tre persone. Quindi chi pensava che da solo poteva “godersi la vita” senza rompiscatole intorno, è spesso costretto a guadagnare molto per tutti i costi che si deve pagare senza poterli condividere, con le conseguenze negative che questo comporta.
Si vuole uscire da questa spirale? E’ possibile creando progetti di ecovicinato che riavvicinino agli altri e alla natura e con i quali si può ritrovare il tempo per se stessi, per relazionarsi agli altri meno virtualmente e si spenderà anche meno. Certo non è una passeggiata, non è semplice e non si ottiene con la bacchetta magica e ci vogliono impegno, convinzione e volontà, ma almeno è una strada che porta da qualche parte invece di quella che ci fa correre costantemente senza nemmeno sapere dove.
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COGLI UN’OPPORTUNITA’ PER AVVIARE IL CAMBIAMENTO
CORSO “COME REALIZZARE UN PROGETTO DI ECOVICINATO. AMBIENTE, ECONOMIA, LAVORO, RELAZIONI E AUTOSUFFICIENZA. L’UNIONE FA LA FORZA, IL RISPARMIO, L’AUTONOMIA E LA BELLEZZA”
SABATO 14 DICEMBRE 2024 PRESSO IL PROGETTO DI TUTELA AMBIENTALE ALBA VERDE IN LOCALITÀ MONTEBAMBOLI – MASSA MARITTIMA (GR) TOSCANA
Programma
Ore 14.30 Visita guidata al progetto di tutela ambientale Alba Verde che ha come obiettivo l’autosufficienza alimentare ed energetica
Ore 15.30 Come iniziare un progetto di ecovicinato. Concetti base per creare un gruppo forte e coeso. Come coinvolgere altre persone nel progetto. Quali ruoli darsi all’interno del progetto
Ore 16.30 Pausa
Ore 17.00 L’importanza di ritrovare il senso della comunità, della collaborazione, dello scambio. Organizzarsi, pianificare, comunicare: i pilastri di ogni progetto che possa avere successo. Come utilizzare i propri talenti, le proprie conoscenze, la proprie qualità e la propria esperienza per avere entrate economiche per se stessi e per il progetto. I primi passi per la realizzazione di una forte autosufficienza alimentare ed energetica. Scoprire le grandi potenzialità energetiche e agricole dell’Italia. Non siamo un popolo di informatici ma di artisti, artigiani e contadini/agricoltori sopraffini. Come recuperare territori abbandonati o semi abbandonati: acquisto, affitto, comodato
d’uso, donazioni. Come affrontare i nodi economici e impostare un progetto per ottenere un supporto economico in varie modalità. Come produrre del risparmio partendo dalla collaborazione con gli altri. Come stabilire una relazione con il territorio. L’importanza del festeggiare. Alcuni esempi di successo
Ore 19.00 Fine del corso
IL CORSO È A CONTRIBUTO LIBERO E CONSAPEVOLE, ANCHE PER DARE LA POSSIBILITÀ A CHIUNQUE DI PARTECIPARE
Per partecipare è necessario iscriversi inviando una mail a info@paea.it
Non sono previsti pasti e alloggio.
Non sono ammessi cani nella struttura
Si raccomanda la puntualità
I posti sono limitati
Nelle vicinanze si consiglia la visita alla città di Massa Marittima considerata la Perla della Maremma
Oppure al lago dell’Accesa tra i più belli d’Italia
Relatore – Paolo Ermani
Formatore, agricoltore, scrittore, facilitatore, motivatore, conferenziere, consulente per progetti di pianificazione energetica, ambientale e lavorativa, presidente dell’associazione di promozione sociale non profit PAEA – Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente. E’ tra i fondatori del giornale web Il cambiamento e del progetto Ufficio di Scollocamento. Ha collaborato con la Fattoria dell’autosufficienza e collabora con il Parco Energia Rinnovabile e la rivista Vivi Consapevole. Da circa trentacinque anni si occupa professionalmente di ambiente, energia, bioedilizia, stili di vita, economie alternative e propone soluzioni a livello sociale, economico e lavorativo per la costruzione di società che tendano alla prosperità, al benessere, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela ambientale. Ha scritto centinaia di articoli per il giornale web Il Cambiamento e i libri: Il nemico artificiale, Pensare come le montagne con Valerio Pignatta, Ufficio di scollocamento con Simone Perotti, Solo la crisi ci può salvare con Andrea Strozzi, L’Italia verso le emissioni zero, L’orto autoirrigante con Alessandro Ronca, e l’ultimo, Essere normalmente speciali