Cominciamo col dire che, se prosegue di questo passo, prima che termini l’inverno Gli uomini pesce andrà alla terza ristampa. Dopodiché diciamo grazie. Grazie per le risposte, le reazioni, le ripercussioni, le convergenze, gli incontri.
Nessuno ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Libro tutt’altro che facile, e il suo essere così padano – per giunta di una padanità marginale, lontana dalle strade più familiari – poteva limitarne la ricezione. A quanto pare il rischio è scongiurato, le risonanze arrivano anche molto lontano.
In questo speciale numero quattro diamo conto di quanto s’è detto del romanzo nelle ultime settimane, o almeno ci proviamo. Buona lettura.
Le recensioni
«Mi è difficile trovare un aggettivo adatto a descrivere Gli uomini pesce, l’ultimo romanzo di Wu Ming 1 uscito per Einaudi da qualche settimana. Ne ho letti tanti su giornali e riviste specializzate – “monumentale”, “maestoso”, “straripante”, “travolgente”, “tentacolare” – e, proprio per questa ragione, mi rendo conto di quanto sia alto il rischio di sembrare stucchevole o ridondante. Preferisco quindi raccontare un aneddoto.»
Comincia così la recensione uscita su Doppiozero a firma dello storico Pasquale Palmieri.
L’aneddoto forse non è proprio un aneddoto, di certo è il prologo di una recensione densa e visionaria, resoconto di un’esperienza di lettura, da leggere a sua volta, tutta. Qui ne riportiamo solo un passaggio.
«Leggere Gli uomini pesce è un’esperienza avvincente come poche altre, ma non semplice. Le linee di confine che potrebbero aiutare a rendere decifrabile la “materia narrativa” nella sua interezza risultano essere sfumate, frastagliate, fragili. Più che favorire l’orientamento nei sentieri della trama, le mappe, le genealogie e le raffigurazioni iconografiche presenti fra le pagine fungono da strumenti di amplificazione del perturbante. Ti offrono talvolta l’illusione di aggrapparti a un punto fermo ed evitare la deriva, ma ben presto ti rendi conto di dover accettare il rischio di perderti e trovare il coraggio di lasciarti andare, oscillando fra presente e passato, fra razionalità e immaginazione, fra concretezza e sogno.»
In dialogo con WM1, Palmieri presenterà Gli uomini pesce a Bologna, giovedì 27 marzo alle 17:30 presso il centro sociale Montanari, via di Saliceto 3/21 (dentro il parco della Zucca, accanto al Museo per la memoria di Ustica).
«Gli uomini pesce è, mi sembra, uno dei primi romanzi italiani a trattare della pandemia di Covid-19 e delle sue conseguenze».
Lo scrive Simone Giorgio su La Balena bianca, in una rassegna dei titoli significativi usciti nel 2024.
«Gli uomini pesce è forse tra i primi romanzi che ha tentato la via di una storicizzazione della pandemia», gli fa eco Michela Fregona in una vibrante recensione su Cultweek,«e delle sue conseguenze pervasive e più deteriori».
«Uno dei primi». «Tra i primi». Giusta la cautela che non sbilancia a scrivere «il primo». Può darsi ne siano già usciti altri. In Italia si pubblica un tal numero di libri… Impossibile intercettare tutto, avere un quadro completo. Ad ogni modo, se esistono altri romanzi che cercano di prendere di petto la condizione post-pandemica, non devono essere molti, altrimenti avremmo rilevato il fenomeno.
Gli uomini pesce è incluso anche in un’altra rassegna di libri dell’anno, quella di Pulp Libri. Riportiamo la motivazione scritta da Giuliano Spagnul.
«Gli uomini pesce di Wu Ming 1 è un romanzo situato là dove tutte le storie di questo collettivo sembrerebbero destinate a confluire: una foce comune verso il mare aperto dell’immaginazione. Spiazzante, sordo a ogni sintesi dialettica, parla ai nostri corpi intrappolati nelle devastanti bonifiche del realismo capitalista per un nuovo conflittuale divenire col mondo.»
Spagnul, lo ricordiamo, aveva già dedicato al romanzo una recensione lunga e articolata uscita su La bottega del Barbieri, in cui faceva capolino, finalmente menzionato, il sulfureo marxista di cui l’ineffabile Stegańskij a un certo punto mostra… No, niente spoiler.
In dialogo con WM1, Spagnul presenterà Gli uomini pesce a Milano, sabato 8 febbraio, alle 21, presso la Cascina autogestita Torchiera senz’acqua, piazzale Cimitero Maggiore 18, con letture dell’attore Marco Manfredi. Sarà il secondo appuntamento milanese della giornata, dopo quello delle 18 alla libreria Scamamù, via Davanzati 28.
A proposito di attori, Gli uomini pesce è un romanzo pieno zeppo di film. Per questo, nel novembre scorso, la Cineteca di Bologna ne ha organizzato una presentazione al Modernissimo, magnifica sala che in poco più di un anno è diventata un tempio del culto cinefilo cittadino. Una scommessa vinta da chi ci ha creduto, in primis il direttore Gian Luca Farinelli. Il quale, nel romanzo (sì, c’è pure lui), a un certo punto riceve una telefonata…
Proprio su una delle riviste di cinema più diffuse, FilmTv, il critico Mauro Gervasini ha recensito Gli uomini pesce, definendolo
«magmatico eppure estremamente coerente […], sintesi compiuta dell’epica contemporanea che i Wu Ming hanno tracciato nei loro libri migliori, da Q a L’armata dei sonnambuli, tra piccole storie e vicende maiuscole, spesso allegoria di un presente liquido».
Gervasini, in dialogo con WM1, presenterà Gli uomini pesce a Trento, domenica 27 aprile, nell’ambito del Trento Film Festival. I dettagli arriveranno.
E poteva un libro così non trovare spazio sul Giornale del Po, testata con epicentro a Ferrara ma dedicata a tutto il grande fiume, imprescindibile per chiunque se ne occupi o ne senta il richiamo?
La recensione di Athos Barigazzi ha un finale che, forse perché erano i giorni dell’estradizione di Luigi Mangione, ha toccato in noi corde profonde.
«Nella guarigione fisica e morale dal Covid e delle sue conseguenze Antonia imparerà che il cambiamento climatico, lo sfruttamento del territorio, l’infelicità delle persone e i sogni traditi di intere generazioni hanno sempre in comune una cattiva coscienza da cui tutti facciamo una fatica tremenda ad affrancarci. Ma non c’è spazio per la resa. C’è sempre un sogno, un progetto per il futuro che ci tiene vivi. Perché, come cantava De Andrè: “Finché li cerco io, i latitanti sono loro”».
Il 10 gennaio l’antichissimo giornale di un’altra provincia attraversata dal Po, ovvero la Gazzetta di Mantova, ha pubblicato una vivida, immaginifica recensione de Gli uomini pesce firmata da Enrico Comaschi.
La sera, Comaschi è anche intervenuto alla presentazione del romanzo presso il circolo Arci TE Brunetti. Finora una delle più belle del tour, co-organizzata dallo spazio sociale La Boje e dal Tavolo del Mincio, associazione di associazioni che cerca di impedire l’insabbiamento di un fiume meraviglioso ma oggi sovrasfruttato e pluriminacciato.
Un’altra bella recensione de Gli uomini pesce l’ha scritta sul suo sito il giurista Fulvio Cortese.
Come già Spagnul e Gervasini, anche Cortese, dopo aver gettato luce sulle peculiarità del romanzo, lo collega alla produzione del collettivo:
«[Gli uomini pesce] è anche un classico Wu Ming: perché sovrappone storia e invenzione, in modo mai banale, e con coerente radicalità; perché in quest’opera di riscrittura originale del passato – e di figurazione implicitamente ucronica – si cercano sempre chiavi di lettura e spunti attuali, pertinenti alla scena trattata; e perché il testo finisce sempre a identificare il tassello di un mosaico più ampio, ricollegandosi ad altri romanzi, in un itinerario sociale, culturale e letterario in divenire permanente».
«Nel Delta del Po tutto è possibile», dice invece il titolo di questa recensione dello scrittore e giornalista rodigino Francesco Casoni. A conferma di questo, e di quanto Gli uomini pesce stia smuovendo memorie, si noti la seguente convergenza verso il passato, della quale lo stesso recensore era ignaro.
«i miei nonni paterni», scrive Casoni, «sono originari dell’area di Portomaggiore: di Gambulaga la nonna, di Maiero il nonno. La casa dei miei bisnonni paterni, braccianti agricoli, chiamata “Il Casetto”, è ancora visibile sulla provinciale per San Vito».
Ebbene, il nonno paterno di WM1, classe 1920, nacque e crebbe in una possessione poco più a nord sulla stessa strada, «il Cà brusà», le case bruciate, poco fuori San Vito.
Una recensione de Gli uomini pesce è uscita anche su Allonsanfàn, a firma della scrittrice Jonne Bertola, che tra le altre cose ripesca una testimonianza di Michelangelo Antonioni, più volte evocato nel romanzo e il cui cortometraggio Gente del Po è stato proiettato durante la serata al Modernissimo.
Le interviste
«Convergenze sul Delta del Po» è il titolo della lunga intervista a WM1 apparsa su Jacobin Italia. Tra le altre cose, si ricordano alcune vicende cruciali, fatidiche, avvenute in quel territorio.
«La zona tra Ferrara, Rovigo e il mare era una delle zone più rosse d’Italia. Per capirci: nel 1919, Giacomo Matteotti, segretario della Camera del lavoro di Ferrara, fu eletto deputato nel collegio di Ferrara-Rovigo. La soluzione invocata e trovata dagli agrari fu lo squadrismo, e come regista dell’operazione fu scelto Italo Balbo. Che fece distruggere camere del lavoro, case del popolo, sedi di partito e di cooperative, fece uccidere sindacalisti e antifascisti. Nel frattempo il governo decise di sopprimere il collegio elettorale Ferrara-Rovigo, che fu smembrato e diviso. Ferrara fu accorpata a Bologna, e nel risultante collegio, alle elezioni del 1921, tra gli eletti alla Camera ci fu Mussolini. Rovigo fu invece accorpata a Padova, dove Matteotti fu rieletto nel 1921 e, contro tutto e tutti, nel 1924, l’anno in cui fu ucciso».
Anche oggi quel che accade nella zona del Delta ha rilevanza nazionale, perché l’area è uno dei principali hotspot della crisi climatica nel Mediterraneo.
Sull’impatto di tale crisi si incentra l’intervista realizzata dal giornalista Alex Giuzio e apparsa sul settimanale Ravenna e dintorni: la gestione territoriale, gli scempi ambientali, il post-alluvioni… che è anche un pre-alluvioni, poiché altre e altre ancora ce ne saranno.
Come si legge nel cappello introduttivo, oggi, sabato 18 gennaio, Wu Ming 1 sarà a Ravenna e poi nella limitrofa Cervia. I dettagli sono qui.
A metà tra un’intervista e una recensione l’articolo del giornalista Paolo Morando apparsa sul quotidiano trentino Il T. Morando ha poi affiancato Wu Ming 1 e Tommaso Baldo nella presentazione del romanzo, tenutasi la sera del 16 gennaio al centro sociale Bruno.
La sera prima WM1 era allo Spazio 77 di Bolzano, affiancato da Jadel Andreetto. Il passaggio in città ha generato una molteplice rassegna stampa. Segnaliamo l’intervista realizzata da Elena de Concini, andata in onda alla Radio Rai Alto Adige, sul cui sito è disponibile.
Un’altra intervista è apparsa sulla testata altoatesina Salto a cura di Ginevra Tarascio. Riportiamo giusto la prima risposta:
«Diverse recensioni uscite in questi mesi, come diversi commenti di lettrici e lettori, iniziano proprio dalla constatazione che alla domanda “Di cosa parla Gli uomini pesce?” è molto difficile rispondere. Non perché, a lettura ultimata, non siano chiari i temi e i nodi di problemi illuminati – la crisi climatica, l’eredità dell’emergenza-Covid, la cattiva memoria pubblica del fascismo e dello stragismo degli anni settanta ecc. – o i sentimenti toccati, o le traiettorie dei personaggi, ma perché tutto questo è affrontato tramite spiazzamenti, straniamenti, cambi di prospettive, capovolgimenti di situazioni e diramazioni narrative. Il territorio – nello specifico, il mio territorio, il versante ferrarese del Delta del Po – è il vero, indiscusso protagonista del romanzo, e così, spesso la prima risposta è: “Beh, parla del Delta del Po”».
Operazione trasparenza: i refusi corretti in ristampa
La prima edizione de Gli uomini pesce conteneva cinque refusi /sviste, grazie a chi li ha segnalati e ha permesso di correggerli subito – nell’edizione elettronica – o alla prima ristampa utile – in quella cartacea. Ci sembra giusto elencarli qui.
pag. 289: «Agli articoli del 1950 seguiva un buco di quasi trent’anni».
in realtà sono quasi venti. Dal 1950 al 1969.
pag. 336: «Poi nell’XVIII, quando i compagni recuperavano il corpo […]»
Non è il XVIII ma l’VIII.
pag. 353, «Alla segreteria dell’Arci di Ferrara».
Ovviamente è l’Anpi, non l’Arci.
pag. 366, «contre le boues rouges».
Manca una s nell’articolo, dovrebbe essere «contre les boues rouges».
pag. 409, «A sud-ovest stava sorgendo la luna».
Ovviamente è sud-est 🙂
Sui prossimi appuntamenti
Ricordiamo che il calendario, aggiornato a cadenza bimestrale, si trova qui.
Per chi organizza presentazioni de Gli uomini pesce: ecco la copertina in alta definizione e, in alternativa, il solo sfondo con le valli di Comacchio, a uso locandine, volantini e altri materiali a stampa.
Sempre per la promozione, può servire il florilegio di pareri presente qui a fianco – sulla colonna destra, per chi usa il computer – o qui sotto, per chi usa il telefono.
È più o meno tutto, per ora. Buone letture e buone convergenze.