A che punto è Wu Ming? Riprendiamo i fili dei discorsi (e delle prassi)

INDICE

0. Introduzione

1. Libri già scritti che continuano a viaggiare
1a. Speciale L’Armata dei Sonnambuli in Germania
1b. Altai e Proletkult nello Stato Spagnolo
1c. Messico: cinque uscite future, grazie a Paco Ignacio Taibo II
1d. Le voci di Cantalamappa: due diverse letture (Yamunin e Leggere : Forte!)

2. Scritture in corso, nuove uscite e altri progetti
2a. Il romanzo che stiamo scrivendo insieme: La grande ondata del ’78
2b. La battaglia della merda, di WM2 e Giuseppe Palumbo
2c. Un libro di WM1 sulle teorie del complotto
2d. Il progetto di WM1 sul clima: Blues per le terre nuove
2e. Tolkien e dintorni: i Quaderni di Arda e un convegno a Trento
2f. Il sentiero degli dei, un’extended version in uscita da Feltrinelli
2g. Ritorna Quinto Tipo: Stradario Hip-Hop di Giuseppe Nexus Gatti

3. On The Road Again? Non è così semplice…
4. Wu Ming Foundation e dintorni
4a. Le inchieste di Nicoletta Bourbaki: Montanelli e il caso Giuseppina Ghersi
4b. I monumenti e la guerriglia odonomastica
4c. Alpinismo/Appenninismo Molotov
Postilla tecnosociale

Introduzione

Il va sans dire che dall’ultimo punto della situazione sul nostro lavoro, datato 1 gennaio 2020, tante cose sono accadute, e molte altre non sono potute accadere. Ogni percorso ha conosciuto rallentamenti e deviazioni, ogni programma ha subito drastiche modifiche, alcune pubblicazioni sono state rinviate. Decine di iniziative dal vivo – presentazioni, reading, conferenze, scarpinate, la festa di Alpinismo Molotov – sono saltate. Con pochissime eccezioni, abbiamo scelto di non sostituirle con eventi «a distanza», virtuali, perché per noi nessuna soluzione del genere può rimpiazzare un evento ideato come incontro live e corporeo, e anche perché la nostra politica sull’immagine pubblica  – niente riprese video, niente foto ecc. – avrebbe causato ulteriori disagi a noi e agli eventuali organizzatori.

Eppure, persino nello sconquasso e nel vituperio dell’emergenza Covid-19, alcuni viaggi sono proseguiti: nostri libri sono approdati in nuove lande, abbiamo firmato contratti, avviato collaborazioni, rifinito progetti, avuto nuove idee. Nelle ultime due settimane abbiamo cercato di riprendere i fili interrotti, abbiamo ripreso a lavorare a spron battuto al nuovo romanzo collettivo e stiamo ripianificando le altre uscite e attività. In questo post cercheremo di aggiornarvi su tutto quanto (o quasi).

Partiamo da cosa sta accadendo ad alcuni dei nostri libri già esistenti.

1. Libri già scritti che continuano a viaggiare

L’Armata dei Sonnambuli in Germania

Nel febbraio scorso Assoziation A ha pubblicato l’edizione tedesca de L’Armata dei Sonnambuli: intitolata Die Armee der Schlafwandler. Nel catalogo della casa editrice di Berlino/Amburgo c’erano già Q, Asce di guerra, 54, Manituana e Altai. Ben sei nostri titoli in tre anni, tutti tradotti dall’infaticabile Klaus-Peter Arnold a parte Q, splendidamente tradotto già nel 2001 da Ulrich Hartmann (1953-2012), uscito per Piper nel 2002 e ripubblicato da AA nel 2019.

Per lunghi anni la Germania è stata il nostro “buco nero”: dopo Q, che pure vendette bene e fu ripubblicato in tascabile, per quindici lunghi anni nessun nostro libro era più stato tradotto in tedesco. Grazie all’impegno di Assoziation A, in poco tempo la situazione si è capovolta, e al momento la Germania è il paese straniero dove sono disponibili più titoli di Wu Ming. Nello Stato Spagnolo, tra castigliano e catalano, ci sono state più traduzioni, ma i titoli più vecchi sono fuori catalogo.

Tutte le nostre uscite alemanne hanno ottenuto un buon successo di critica, e Die Armee der Schlafwandler non fa eccezione. Le recensioni sono state molte, e continuano a uscire. Qui ne mettiamo a disposizione un florilegio: stralci tradotti da WM2 e – quando disponibili – link ai testi integrali in lingua originale.

«Alla luce di quest’ambiziosa pubblicazione da parte dell’editore Assoziation A, Wu Ming meriterebbe di apparire più spesso nei radar letterari. E forse, a questo proposito, bisogna anche menzionare Klaus-Peter Arnold che ha tradotto Die Armee der Schlafwandler in maniera ammirevole, con tutte le sue sfumature stilistiche: a volte la lingua è quella dei pamphlet, poi di nuovo è il popolo a parlare. Un grande “Buona fortuna” a questo romanzo folle, intellettuale, strabordante.» (Jana Volkman, Tagebuch, 27/03/2020)

«Questo romanzo ricco d’azione, nel quale uno crede davvero di sentire le grida scandite dai lavoratori che protestano contro il rialzo dei prezzi degli alimenti e dove la marmaglia solidale combatte contro i drughi della controrivoluzione, si può anche leggere come  un’allegoria dell’attualità. I sonnambuli come folla ideologicamente narcotizzata, che si lascia strumentalizzare e dirigere a piacimento, e marcia priva di empatia per la controrivoluzione, sono una metafora da incubo della Nuova Destra, ma anche di altre correnti populiste, come il Movimento Cinque Stelle in Italia.» (Florian Schmid, Neues Deutschland, 26/03/2020)

«È impossibile rendere conto, anche solo per sommi capi, di tutte le trame, sottotrame e sottosottotrame di questo mattone da 670 pagine. La lettura offre un repertorio di colpi di scena, punti di vista obliqui, interpretazioni originali e soprattutto una sorprendente combinazione di elementi apparentemente scollegati, senza mai rinunciare all’alterità – una fondamentale differenza di qualità rispetto al dilagante storicismo di maniera e di mercato. Un affascinante thriller storico-politico, contro ogni convenzione.» (Thomas Wörtche, Culturmag, maggio 2020)

«Gli eventi sono descritti quasi senza interruzione dal punto di vista delle cosiddette “persone comuni”. La sarta Marie, l’attore Léo, il medico e mesmerista D’Amblanc: tutti aspirano a una rivoluzione “Zucchero e Libertà”, tutti verranno messi da parte. La seduzione delle masse, ma senza deriderle. Al contrario. Questi sono i personaggi che vengono ritratti con maggiore simpatia. E quando Léo, in particolare, esalta l’arte e la letteratura, forse le sue parole non sono sempre sincere , ma di certo coraggiose. Inoltre, le immagini che il collettivo di autori trova per le lotte intestine di potere, per l’infiltrazione di spie nella società, per la repressione e la follia sottolineano l’universalità di questi meccanismi.» (Christiane Pöhlmann, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 04/04/2020)

«Il collettivo, nato nel 1994 dall’underground bolognese, rompe con il tradizionale racconto della storia di Francia, la “Grande Nation”. Piuttosto, Die Armee der Schlafwandler fa i conti con un mondo di uomini, i cui tentativi di rimodellare la società si scontrano con le tattiche della vita quotidiana e degli intrighi di potere.» (Hubert Holzmann, Titel Kulturmagazin, 21/03/2020)

«L’incalzare degli eventi viene raccontato a volte da un punto di vista neutrale, altre invece viene commentato dalla voce del popolo e altre ancora discusso da posizioni contrapposte. La rivoluzione è allo stesso tempo follia collettiva e teatro di strada, dove un audace vendicatore come Scaramouche diventa una popstar. L’attivismo delle donne mette paura a molti progressisti. In definitiva, come tutti i protagonisti e le protagoniste della Rivoluzione, esse si battono soltanto per la propria sopravvivenza. In questo romanzo Wu Ming ha di nuovo indagato con esattezza lo sfondo reale di una storia avvincente. Brevi digressioni con estratti dai verbali del parlamento, appelli del popolo e articoli di giornale restituiscono il significato della Rivoluzione per la storia mondiale. Alla pubblicazione dell’originale italiano, nel 2014, il quotidiano di sinistra “Il Manifesto” ha lodato i Wu Ming per “le storie di sconfitti che, invece di demoralizzare, suscitano speranza e ridanno fiducia”. Questo è vero, e forse in modo particolare, per Die Armee der Schlafwandler.» (Jens Renner, Analyse & Kritik, n.660, 19/05/2020)

La rassegna stampa completa è qui.

Altai e Proletkult nello Stato Spagnolo

A settembre Proletkult uscirà in castigliano da Anagrama, che già aveva pubblicato L’Armata dei Sonnambuli, e in catalano da Tigre de Paper, che ha da poco pubblicato Altai.

Proprio sull’edizione catalana di Altai è incentrato un quasi-strappo alla nostra regola di non sostituire eventi dal vivo con eventi a distanza. Più che uno strappo, si è trattato di un aggiramento: il 23 maggio avremmo dovuto presentare il romanzo alla fiera Literal di Barcellona, saltata per via delle note vicende. Ci è stato chiesto di registrare un podcast per Radical May, la rassegna on line che ha rimpiazzato il festival. La voce è quella di Wu Ming 2, attivabili i sottotitoli in catalano.

Messico, si rinnova il sodalizio con PIT2

Il Fondo de Cultura Económica è un gruppo editoriale non-profit in gran parte finanziato dallo stato messicano per promuovere la lettura. I titoli che pubblica sono distribuiti in tutta l’area ispanoamericana.

Dal 2018, a dirigere il FCE è nientepopodimeno che Paco Ignacio Taibo II, nostro collega, antico compagno di scorribande e – soprattutto – ispiratore. Grazie al suo interessamento, nei prossimi tre anni il Fondo pubblicherà ben cinque nostri titoli: Altai, L’Armata dei Sonnambuli, Stella del Mattino, Point Lenana e L’Invisibile Ovunque.

Paco conduce con Rocio Martinez la trasmissione settimanale del FCE dedicata ai libri. Si chiama Desde el Fondo. La puntata n. 68 include anche una lunga chiacchierata con noialtri, durante la quale Paco presenta ai lettori ispanofoni il nostro progetto e ci fa domande sui libri di cui sopra. Comincia al minuto 42. Buon ascolto.

Le voci di Cantalamappa

Durante l’emergenza coronaviru, ci è giunta la bella, duplice notizia di ben due versioni ad alta voce del nostro libro Cantalamappa.

La prima la sta realizzando il nostro amico e compagno Luigi Chiarella aka Yamunin, attore e scrittore, come dono alla propria «nipotanza». Ecco come descrive il proprio approccio:

«Ho tolto dal cassetto il microfono con l’interfaccia audio e ho iniziato a leggere come se ce li avessi lì intorno i bambini, e con loro o la va o la spacca. La cosa importante è mantenere un’attitudine punk. A un certo punto ho sentito il bisogno di un sottofondo musicale, qualcosa che riempisse un po’ e così ho imbracciato il mio basso e ho iniziato a suonare qualche accordo.»

Le letture di Yamunin sono qui (racconti 1-4) e qui (racconti 5-7).

L’altra versione ha la voce di Andrea Mancini ed è stata registrata nell’ambito di «Leggere: forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza», un progetto della Regione Toscana e dell’Università di Perugia. Tutti i racconti si trovano qui.

È divertente e intrigante sentire lo stesso racconto letto prima da Luigi e poi da Andrea (o viceversa), cogliere le diverse enfasi e sfumature.

2. Scritture in corso, nuove uscite e altri progetti

La grande ondata del ’78 (titolo di lavoro)

È il nuovo romanzo collettivo. Siamo tornati a lavorarci a pieno ritmo. Per tutto il resto del 2020, scriverlo sarà la nostra attività principale.

Da anni giriamo intorno a questa storia: il primissimo nocciolo narrativo risale al 2006 e nasceva da Mater Materia, un’improvvisazione narrativa condotta col collega Giuseppe Genna.

Non è un segreto che un altro nostro romanzo (Proletkult), diversi post e articoli e persino una canzone del Wu Ming Contingent (Italia mistero cosmico) siano nati dalle ricerche preliminari per questo progetto, come Asce di guerra nacque dalle ricerche per 54.

È proprio la formula di 54 quella che stiamo rivisitando e modificando alla luce degli esperimenti condotti nel frattempo. Più storie incrociano la Storia nel corso di un anno, che stavolta è il 1978. Da noi questo significa: sequestro Moro, avvicendarsi di tre papi, legge 194 sull’aborto, legge 180 («Legge Basaglia») che impose la chiusura dei manicomi, l’arrivo in TV di Goldrake (che si chiamava Goldrake solo in Italia)…

…E l’ondata.

Complotti

Nel biennio 2018-2019 Wu Ming 1 – sintetizzando e proiettando in avanti un lavoro di molti anni, partito ai tempi del Luther Blissett Project – ha dedicato alle teorie del complotto un’inchiesta/reportage con focus su QAnon (uscita sul sito di Internazionale in due puntate), svariati post di Giap e un corso universitario one-shot all’Università Roma 2 di Tor Vergata. Due lezioni sono disponibili in video qui.

Su proposta delle Edizioni Alegre, sta mettendo insieme tutti gli spunti e gli appunti per trarne un libro. La vicenda Covid-19, ovviamente, ha fornito una pletora di nuovi materiali. Ci vorrà ancora tempo, ma quel libro vedrà la luce, plausibilmente prima della fine del 2020.

Blues per le terre nuove, un progetto transmediale sul clima

Blues per le terre nuove è un progetto la cui fase preliminare è partita nel 2017 e che terrà impegnato WM1 ancora per diversi anni, forse per tutti gli anni Venti. È imperniato sulla storia e geografia del grande Delta del Po – in particolare del Basso Ferrarese – e sui modi in cui i cambiamenti climatici ci fanno riconsiderare tale storia. Quei territori, infatti, sono destinati a essere sommersi – con un’ingressione dell’Adriatico fino a trenta chilometri nell’entroterra – da qui alla fine del secolo. Dove la terra fu strappata all’acqua in secoli di bonifiche e “ingegnerizzazione” del territorio, l’acqua tornerà a “regolare i conti”.

Blues per le terre nuove è partito come idea per un libro – un «oggetto narrativo non-identificato» sulla scia di Point Lenana e Un viaggio che non promettiamo breve – ma pian piano si è trasformato in un progetto più articolato e transmediale, fatto di performances, esplorazioni, reportages, laboratori di scrittura, autoproduzioni letterarie e audiovisive, opere «di avvicinamento» che includono persino un sequel de La macchina del vento. Un racconto intitolato Polykenos – l’aggettivo greco da cui deriva il nome «Polesine», terra «dalle molte interruzioni» – è già stato letto in pubblico tre volte e verrà riproposto durante la scarpinata appenninica del 21 giugno.

Da un laboratorio di scrittura svoltosi nel 2018-2019 alla biblioteca comunale «Mario Soldati» di Ostellato (FE) è nato il collettivo Moira Dal Sito (anagramma di Mario Soldati, appunto), composto da una ventina di persone e autore di un onirico «romanzo a mosaico» – racconti collegati tra loro – dove si immagina la vita nel Basso Ferrarese durante e dopo la grande sommersione. Il romanzo si intitola Quando qui sarà arrivato il mare e ne stiamo programmando la pubblicazione, con un testo introduttivo di WM1.

Il sentiero degli dei, extended edition

A dieci anni dall’uscita in libreria con Ediciclo, Wu Ming 2 ha deciso di riprendere in mano Il sentiero degli dei, per pubblicarlo in una versione profondamente rinnovata. Come contrappunto al testo originale, che rimarrà integro e riconoscibile, si aggiungeranno nuovi paragrafi – con aggiornamenti e riflessioni critiche.

La revisione prenderà le mosse, in modo particolare, dal ruolo che il libro ha avuto nel far conoscere la Via degli Dei, che oggi è uno dei cammini più percorsi d’Italia, con almeno quindicimila presenze all’anno.
Questa extended edition dovrebbe vedere la luce nella primavera del 2021, con la casa editrice Feltrinelli.

La battaglia della Merda, di Wu Ming 2 e Giuseppe Palumbo

In occasione della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, era prevista l’uscita di La battaglia della merda, un libro di Wu Ming 2, illustrato da Giuseppe Palumbo, e pensato per lettori dagli 8 anni in su. Si tratta del racconto di un episodio leggendario che sarebbe avvenuto nel 1334, quando i bolognesi cacciarono dalla città il legato pontificio Bertrando del Poggetto, dopo averlo assediato nel suo castello per dieci giorni di fila e senza usare armi convenzionali.

La fonte storica dell’avvenimento è nel capitolo V della Cronica dell’Anonimo Romano, che alcuni identificano con Bartolomeo di Iacovo da Valmontone. Dario Fo ne trasse ispirazione per l’ultimo dei tre monologhi del Fabulazzo Osceno (1982), intitolato appunto «Il tumulto di Bologna».

Il libro vedrà la luce dopo l’estate, nella collana Fatterelli bolognesi dell’editore Minerva.
È una storia locale che affronta il tema universale di come ribellarsi ai soprusi e resistere ai prepotenti – simile in questo al racconto Dolcino e Margherita che compare in Cantalamappa.

Tolkien e dintorni

Nel dicembre scorso è stato pubblicato online il primo numero dei Quaderni di Arda, la rivista di studi tolkieniani e sul fantastico della quale Wu Ming 4 è caporedattore.

Con mesi di ritardo, a causa della pandemia, è da poco disponibile anche l’elegante edizione cartonata per collezionisti e amanti del buon vecchio cartaceo, pubblicata da Eterea Edizioni (€35, p. 344).

Nel corso del tempo sono esistite almeno altre due riviste tolkieniane in Italia, e un’altra ancora resiste online, ma tutte con un taglio molto diverso da I Quaderni di Arda, che è una rivista di livello accademico e si basa su numeri monografici. Il secondo numero, previsto per l’inizio dell’anno prossimo, prenderà le mosse dal convegno internazionale che si dovrebbe tenere a Trento il prossimo dicembre, se gli atenei riapriranno regolarmente. Il tema sarà quello della traduzione e vedrà a confronto studiosi e traduttori dell’opera di Tolkien e non solo.

Nel frattempo è stato riconfermato il laboratorio di analisi del testo letterario tenuto da WM4 nella stessa università, previsto per febbraio 2021. Dopo Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, sarà la volta del Silmarillion.

Stradario Hip-Hop di Giuseppe Nexus Gatti

L’ultima uscita che annunciamo è in realtà la più imminente: è questione di pochi giorni, e finalmente tornerà in libreria la collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per Edizioni Alegre. Faremo un post ad hoc, ma vi diciamo già che il nuovo titolo è il lungamente atteso Stradario Hip-Hop di Giuseppe «Nexus» Gatti.

Affrontai il provino con disinvoltura. «Chi sa girare sulla testa, lo faccia». Lo feci. Fui assunto dalla compagnia di danza. Molte prove, molte buste paga. Scarso reddito. Mi trasferii a Roma. Era il 2006, avevo ventidue anni. Insegnavo break dance fuori dal raccordo, tipo a Tor Bella Monaca. Mi accasai con quattro breaker calabresi nel quartiere dormitorio di Colli Aniene. Dopo tre settimane il mio pc, Darkness i, si spense. Così fece lo scooter, fuori dal raccordo. Entrai a far parte degli Urban Force, storico gruppo di break dance romano. Insieme a me c’erano Pumba da Montesacro, Timon dal Pigneto, Er Trauma dal Divino Amore, Spina da Spinaceto, Ino dal Quarto Miglio e il mio compaesano Stefano da Terni, detto “Braccyu”, per via del grande bracciu. La missione: vincere tutto. Perdemmo tutto, in primis contro la squadra capitanata dai coinquilini calabresi.
Mio padre: «Ti do al massimo sei mesi».
Passò un anno.

3. On The Road Again? Non è così semplice…

Un’attività che non riprenderà subito a spron battuto sarà quella on the road. Comprensibilmente, riceviamo molte richieste di recuperare le date saltate e molti nuovi inviti. Visto il lavoro che abbiamo fatto sul blog durante l’emergenza Covid-19, spesso ci viene chiesto di partecipare a convegni e tavole rotonde sul tema. Se accettassimo queste proposte, non faremmo nient’altro per chissà quanto, e non possiamo permettercelo: dopo lo sbattimento da febbraio a maggio, abbiamo bisogno di tempo e concentrazione per scrivere e seguire tutti i progetti su cui vi stiamo aggiornando.

Al momento, da qui alla fine dell’anno abbiamo solo una manciata di date e sono tutte di natura musicale/performativa. Niente dibattiti, niente conferenze né presentazioni.

Per ora segnaliamo l’unica data estiva già sicura al 100%: il 12 agosto a Cattolica (RN), nell’ambito del Rapsodia Festival, Wu Ming 1 racconterà l’epopea di Franco Battiato da Fetus (1972) a L’arca di Noè (1982), introducendo sette brani del maestro riarrangiati ed eseguiti da un duo di polistrumentisti d’eccezione: Vincenzo Vasi e Valeria Sturba aka OoopopolooO. Altri dettagli a seguire. Per prepararsi all’evento, oltre ad ascoltare gli album del Battiato anni ’70-inizio ’80, si può anche leggere questo libro: Fabio Zuffanti, Battiato: la voce del padrone. 1945-1982: nascita, ascesa e consacrazione del fenomeno, Arcana, Roma 2018.

4. Wu Ming Foundation e dintorni

Nicoletta Bourbaki: le inchieste in corso

Soprattutto due inchieste hanno tenuto impegnato – anche nei mesi dell’emergenza – il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki, nato qui su Giap nel 2012.

La prima è quella cominciata nel 2017 sul caso Giuseppina Ghersi e vari episodi collegati. Dopo la lunga fase delle ricerche in vari archivi di stato, e non poche scoperte di quelle che nei fumetti farebbero saltare il cappello dalla testa, nel 2019 Nicoletta ha cominciato a scrivere un libro, che plausibilmente sarà finito in autunno. Sarà un vero e proprio smontaggio del modo in cui neofascisti e mestatori vari confezionano bufale storiche. Per ora non anticipiamo altro.

Sempre a proposito di bufale, la seconda inchiesta, anch’essa iniziata non da ieri, riguarda un hot topic di questi giorni: Indro Montanelli. È un peccato che il testo non fosse già pronto in questi giorni, ma era davvero impossibile finirlo in tempo.

Partendo dalle scoperte sul suo conto della storica Renata BrogginiPassaggio in Svizzera. L’anno nascosto di Indro Montanelli, Feltrinelli, Milano 2007 – e dalla maxi-biografia del giornalista scritta da Sandro Gerbi e Raffaele LiucciIndro Montanelli: una biografia (1909-2001), Hoepli, Milano 2014 –, il gruppo di lavoro sta approfondendo alcuni snodi e passaggi della vita e dell’autopropaganda montanelliana.

Non si tratta di un mero un mero «campionario di balle», ma di un’analisi
1) della logica di queste balle e della loro congenialità al quadro politico della Prima Repubblica;
2) dei motivi per cui Montanelli è divenuto, in vita e ancor più post mortem, la personificazione del «grande giornalismo»;
3) delle strategie discorsive con cui Montanelli viene difeso ogni volta che emerge qualcosa di compromettente.

Il testo verrà pubblicato su Giap a puntate, a partire forse già dai primi di luglio.

Monumenti e guerriglia odonomastica

In queste settimane di tumulto globale si è tornati a parlare di monumenti e memoria pubblica, della toponomastica tossica, dei retaggi fascisti e colonialisti nello spazio urbano. Su questi temi, negli ultimi anni abbiamo scritto (e agito) molto – come Wu Ming (si veda ad esempio l’inchiesta su Predappio) e nell’ambito di progetti come Resistenze in Cirenaica e Viva Menilicchi! – e continueremo a occuparcene.

Negli ultimi giorni non abbiamo potuto commentare gli eventi in presa diretta, ma Wu Ming 2 e Mariana E. Califano di RIC hanno rilasciato un’intervista a Euronews, nella quale riepilogano il nostro approccio.

Alpinismo Molotov

La festa 2020 di Alpinismo Molotov è saltata, ma durante l’emergenza il sodalizio ha tenuto vivo sul proprio un prezioso spazio di testimonianza, grazie alla serie Quarantena Molotov in cui si documentavano «evasioni», camminate che in quei giorni erano per definizione disobbedienti. Insomma, di scarpinare non si è mai smesso, nonostante i minimi termini ai quali tale attività era costretta. Abbiamo ripreso le escursioni sull’Appennino, riprenderanno anche quelle sull’arco alpino.

L’altro momento in cui tradizionalmente Alpinismo Molotov si riuniva, cioè il festival Alta Felicità del movimento No Tav valsusino, è saltato nella sua versione consueta, ma probabilmente avrà luogo in forma ridotta a fine agosto/inizio settembre. Conferme e dettagli a seguire.

Postilla tecnosociale

Stiamo per disattivare i bot del nostro vecchio profilo Twitter, tagliando anche l’ultimo filo del ponte di corda che ancora ci collegava al social network dell’uccellino. Niente più notifiche automatiche, già ora il profilo ha un nuovo nome «Archivio dei tweet di Wu Ming 2009-2019». Quel canale, dunque, non potrà più essere usato per seguire le discussioni su Giap.

Le alternative valide non mancano: si può collegare il feed dei commenti a uno dei molti aggregatori di notizie disponibili, come spiega Ca. Gi. in questo tutorial di poco tempo fa. Stiamo anche facendo esperimenti con un canale Telegram dedicato. Vi faremo sapere.

Il nocciolo è questo: non siamo più su nessun social.

Nel settembre scorso avevamo aperto, sempre a titolo di esperimento, un nostro profilo sull’istanza Bida di Mastodon. Ecco cosa scrivemmo qui su Giap: «Stiamo usando Mastodon, senza battere il tamburo, guardandoci intorno con tutta calma. Bassa intensità, vedremo come va.»

Nove mesi dopo, non è proprio andata. Per limite nostro e burnout nei confronti dei social, non ci è venuto in mente nessun utilizzo del profilo e del mezzo che non scimmiottasse quel che facevamo una volta su Twitter e che abbiamo rigettato una volta per tutte.

Da quel che avviene là sopra, non abbiamo tratto nessuna ispirazione. Non vogliamo dire che altre/i non possano trarne: è un discorso che vale solo per noi, probabilmente abbiamo maturato un rigetto totale verso i social media – qualunque di essi, non importa se accentrato o decentrato, corporate o indipendente, che giri su software libero o proprietario – e le loro dinamiche.

Non ce ne siamo andati da Twitter (solo) perché era “corporate” e centralistico, ma perché non riuscivamo più a interagire in modo sensato dentro quella cornice, in quel frastuono, con quei ritmi. E durante l’emergenza coronavirus abbiamo tirato più volte sospiri di sollievo: – Pensa se in questo frangente fossimo stati ancora su Twitter…

Alla fine, abbiamo chiuso l’account.

Ripetiamo: buon lavoro a tutte e tutti, se si sviluppano sistemi indipendenti e decentrati va benissimo, però se quei sistemi sono social media, per noi non è più cosa.

Free at last, free at last, thank God almighty, we’re free at last.

Andiamo avanti.

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