Abbiamo saputo solo stasera, in ritardo di qualche giorno, della morte di Veronica Siracusano Raffa, ricercatrice e saggista, blogger e compagna. Da poco aveva compiuto 37 anni. Lascia il marito, Marco, e un figlio piccolo, Niccolò, ai quali esprimiamo, per quel che vale, tutta la nostra vicinanza.
La settimana scorso avevamo saputo che Veronica era in ospedale, plausibilmente nella sua Messina. Nessun dettaglio, obliqui accenni a una malattia di cui soffriva da tempo… Avevamo solo capito che la situazione era grave.
L’avevamo incontrata diverse volte. La prima volta a Roma nel 2011, le altre in Sicilia. Di lei ricordiamo il sorriso contagioso, trascinante, un sorriso che si irradiava dagli occhi. L’ultima volta l’ha vista WM1, a Catania, in piazza Federico di Svevia, poco prima di un reading da La macchina del vento. Era il 31 agosto 2019.
Qui su Giap si è sempre firmata «Sweepsy». Stiamo parlando di una delle più affezionate e longeve commentatrici, un pilastro di questa community. Il suo primo intervento è datato 12 aprile 2010, quando il blog era appena nato. L’ultimo è del 16 settembre 2021, nel thread «Ostaggi in Assurdistan». Nel mezzo ci sono quasi duecento interventi, lasciati in prima persona o via pingback dal suo blog.
Sì, perché Veronica aveva uno spazio tutto suo, Sweepsy’s Blog, di cui aveva grande cura e che contiene tanti gioielli, materiale che rimarrà utile a lungo. Appunti presi in pubblico (anche sulla gestione della pandemia, sul flop dell’app Immuni, sulla reclusione domestica ecc.), saggi di analisi materalistica e di classe dei mondi digitali e soprattutto recensioni, tantissime recensioni di libri, che fossero saggi o romanzi: Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff, Espulsioni di Saskia Sassen, Le sorgenti del male di Zygmunt Bauman, Mindf*ck di Christopher Wylie, L’incubo di Hill House di Shirley Jackson e tanti altri. Anche recensioni di recensioni: Sweepsy recensisce Evgeny Morozov che recensisce Shoshana Zuboff. Tutti testi da salvare.
Scritti di Veronica si trovano anche in altri luoghi della rete: nel febbraio scorso era apparso su Rizomatica il suo saggio Stretti tra Popper e Voltaire: il vicolo cieco del liberalismo.
Molte persone avevano interagito con Veronica su Twitter, dove usava il nickname @DocSweepsy.
Da due anni faceva lavoro politico nell’organizzazione trotskista Sinistra Classe Rivoluzione, che l’ha ricordata sulla pagina FB della sua sezione di Roma: «Abbiamo ancora negli occhi il suo sguardo assetato di conoscenza e nuove letture delle prime discussioni, e la tenacia con cui era diventata un riferimento di solidità per il lavoro dei compagni, districandosi fra il pendolarismo, la militanza a distanza e gli impegni di madre di uno splendido bambino.»
Veronica appare anche in alcuni video. Come quello che incorporiamo qui sotto, una puntata del podcast Le frites, dal Belgio e non solo, risalente al maggio scorso, in cui discute di capitalismo della sorveglianza, big data, antropologia dei social, strapotere delle grandi piattaforme, degoogling e quant’altro.
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Undici anni di incroci, intrecci, rimandi, riverberi, discussioni, simpatie (e antipatie) condivise…
Ci mancherai, Sweepsy.
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