AMAZONIADE: LA SOCIETÀ DEL FUTURO – Lo SCIOPERO [VIDEO]

Venti capitoli e venti video, di settimana in settimana. È una sorta di viaggio agli inferi col biglietto di ritorno, quasi fossi un novello Dante, ma privo di un Virgilio a farmi da guida.

E allora, visto che Virgilio non c’è, in questo lungo viaggio mi accompagnate voi?

AMAZONIADE CAPITOLO 13

Lo sciopero

Di Massimiliano Cacciotti per ComeDonChisciotte.org

Domattina pare che c’è il primo sciopero dei lavoratori Amazon. Lo hanno strombazzato sui giornali e le TV. Anche TV importanti. Anche la RAI. Anche Mediaset. Tutti a parlare di noi. Che a guardare i servizi dei TG, sembra quasi che stiamo facendo la rivoluzione e che tutti ci vogliono bene. Tutti stanno dalla nostra parte, lì in TV. Ma proprio tutti, eh.

Parlano un sacco dei nostri problemi, sui TG. Ne parlano così tanto, che io l’ho saputo così di questo sciopero. Perché, se no, qui a Passo Corese mica lo avrei saputo. Qui non ne parla proprio nessuno. E poi è che qui siamo tutti col green badge, o quasi. Tutti coi contratti in scadenza. E allora, a chi gli va di mettersi in cattiva luce, che poi non ti rinnovano il contratto? Quindi, meglio non parlare di sciopero. Mai. Con nessuno. Che ognuno può essere una spia.

Io poi, che c’ho il turno di notte, stacco all’alba, prima che lo sciopero cominci. E domani ho pure il giorno di riposo. Quindi, anche volendo, lo sciopero non lo posso proprio fare. Ci penseranno quelli che hanno il turno dopo di me, quelli che incrocio la mattina e che attaccano il lavoro quando io esco. E chissà, forse, stamattina, non incrocerò quasi nessuno: staranno tutti a casa per via di questo sciopero.

Comunque, quello che dicono i TG è tutto vero, eh. Veri i turni massacranti. Vero l’algoritmo che decide cose insensate. Vera la precarietà che diventa sistema. Il metterci gli uni contro gli altri. L’assenza di garanzie. Anche le più elementari. Tutto, tutto vero. Tutta roba da “lotta dura senza paura”, come vogliono, giustamente, i sindacalisti che intervistano in TV. Però, fuori dalla TV, la paura c’è. Altro che se c’è. Anzi, forse nemmeno quella. C’è proprio che l’unico pensiero qui è: ma mi rinnovano almeno per un altro mese a me? Per tutto il resto, boh, ma anche sticazzi.

Amazon lo sa. Lo sa bene come vanno le cose qui. Amazon l’ha costruito proprio così questo mondo. E funziona. Funziona benissimo. E, se poi questo mondo non assomiglia a quello ideale che vorrebbero oggi i TG, quel mondo del lavoro e dei diritti, dei sindacati e delle garanzie, fa niente.

Oggi è così, ci sarà qualche titolo di giornale scandalizzato, qualcuno storcerà il naso e guarderà un po’ male. Ma domani l’opinione pubblica capirà. Amazon dà così tanto lavoro! E così tanti servizi! Rapidi ed economici. E poi basta usare carta riciclata per i pacchi, sistemi ecologici ad acqua per i nastri adesivi e rifarsi rapidi una verginità. Una verginità green. Proprio come il badge.

Intanto, sono finite le mie otto ore. Esco nel parcheggio, mentre una marea di persone entra nell’hub per il turno di mattina. Sono le stesse di sempre. Forse anche di più.

Sì, oggi c’è il primo sciopero di Amazon. E sui TG ci dicono che l’adesione dei lavoratori è alta. Qualcuno dice del settanta o settantacinque per cento. Certo, a starci davvero qui, pare proprio tutta un’altra storia.

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