Venerdì 29 maggio la campagna marchigiana per il reddito di quarantena si è finalmente materializzata con i proprio corpi nello spazio urbano: un presidio di fronte alla sede della Regione Marche, partecipato da un centinaio di lavoratrici e lavoratori precari.
Un primo passo per portare la mobilitazione dalla rete alle strade, per rimettere al centro dello spazio pubblico il corpo, i suoi bisogni, i suoi desideri. E’ il corpo che è sotto attacco dal virus e dall’impoverimento, dalla crisi epidemica e dalla crisi economica. E’ il corpo ad essere sotto attacco: il corpo sociale, quello che si è già caricato sulle spalle la crisi del 2007/’08 e alla quale ora si vuole imporre un altro sacrifico in nome di non si sa bene quale unità e responsabilità nazionale. I corpi si sono riuniti davanti la Regione per dire che non siamo tutti nella stessa barca e per affermare che la giustizia sociale e la redistribuzione della ricchezza passa, ora più che mai, per un reddito di base ed una sanità pubblica. Il presidio è durato circa due ore, sempre sotto una pioggia scrosciante. Hanno preso la parola facchini, educatori, medici, cuochi e tanti altri lavoratori precari che da quanto è cominciata la quarantena si sono ritrovati chiusi in casa senza più un soldo.
Durante la manifestazione è stato calato dalla terrazza della Regione Marche uno striscione di dieci metri con scritto: “reddito di base per tutte/i” e poi i manifestanti sono riusciti ad ottenere che una delegazione di lavoratrici e lavoratori incontrasse il responsabile della segreteria del Presidente Ceriscioli. Nel lungo confronto la delegazione ha affermato la propria opposizione netta all’operazione speculativa del covid hospital, proponendo come alternativa un progetto specifico sulla sanità di prossimità. Sulle questioni economiche e sociali Sturani ha affermato che la Regione si prepara a varare una manovra di oltre duecento milioni con i quali riusciranno a coprire tutti i “buchi” lasciati dal “Cura Italia” e dal “Decreto Rilancio” e ha poi proposto un tavolo di confronto permanente sui temi del reddito, della sanità e dell’istruzione.
Di seguito la lettera distribuita alla stampa e al responsabile della segreteria del Presidente Ceriscioli, Fabio Sturani.
– CAMPAGNA PER UN REDDITO DI BASE
Perché non siamo tutti nella stessa barca!Siamo educatori e lavoratori dello spettacolo, partite iva e lavoratori stagionali, operatori sociali e lavoratori del turismo, artigiani e cameriere, lavoratori della cultura e dello sport, piccole imprese e lavoratori autonomi, lavoratori delle cooperative e commesse, operai e lavoratori della sanità, insegnanti e maestri, commessi e lavoratori della logisticaIl pomeriggio di mercoledì 18 marzo ci siamo ritrovati in una “assemblea virtuale”, una web call che ci ha permesso di vederci, parlarci, ascoltarci, confrontarci e iniziare a ragionare su come organizzarci per tutelare collettivamente i nostri diritti e la nostra dignità di lavoratori, lavoratrici e di persone.Lo abbiamo fatto perché riteniamo che la campagna nazionale per il #redditodiquarantena sia una necessità e una opportunità. La necessità di affrontare la contingenza della continuità occupazionale e di reddito. La possibilità di conquistare nuove tutele sociali.
Da allora sono passati quasi tre mesi e la nostra mobilitazione ha attraversato i social-network, si è affacciata dai balconi e dalle finestre durante la fase di lockdown, ha raccolto centinaia di firme per appelli rivolti al Presidente della Regione, senza avere risposte. Ora, visto il silenzio delle istituzioni e i terribili ritardi per la liquidità prevista dal “Cura Italia” e dal “Decreto Rilancio”, siamo venuti davanti alla sede della Regione Marche per portare collettivamente e fisicamente le nostre rivendicazioni e le nostre domande.
– Chiediamo il rifinanziamento immediato della cassa integrazione in deroga che molti lavoratori ancora attendono da mesi.
– Affermiamo che il netto della cassa integrazione corrisponde a 4 euro all’ora, cioè un compenso inaccettabile in quanto corrispondente più a una mancetta che a un salario.
– Chiediamo per gli educatori la richiesta del FIS e un chiarimento definitivo tra Regione e Anci sulla ripartenza dei centri estivi in un rapporto docente/discente da 1 a 7 se si tratta di piccoli e di 1 a 10 se si tratta di grandi.
– Chiediamo cosa accadrà a chi non riceverà le 600 euro visto che non sono rifinanziabili e quindi non andranno a coprire il reale fabbisogno.
– Chiediamo chiarimenti sulla retroattività del divieto di licenziamento previsto dal decreto rilancio.
– Critichiamo l’impostazione familistica e patriarcale dei criteri di erogazione del reddito di emergenza.
– Chiediamo cosa la Regione stia facendo in merito al peso di affitti, mutui, tasse e bollette su chi si trova in casi di insolvenza incolpevole, soprattutto riteniamo necessario il calmieramento delle tasse rispetto alle aziende municipalizzate.
– Chiediamo interventi immediati sullo stato d’emergenza socio-economica nelle zone del cratere.
– Chiediamo alle istituzioni regionali come stanno organizzando il monitoraggio dello stato epidemico, soprattutto esigiamo tamponi di massa e gratuiti per chi è obbligato a tornare nei luoghi di lavoro.- Chiediamo a che punto sono le terapie intensive e se il sistema sanitario regionale è pronto a rispondere con efficienza e sicurezza ad una possibile ondata di ritorno del covid-19.
– Riteniamo il covid hospital di Civitanova un monumento alla speculazione economica e un’offesa al diritto alla salute, soprattutto riteniamo inaccettabile la presenza il ruolo di un “criminale politico” come Bertolaso.
– Chiediamo una programmazione chiara per il rientro a scuola a settembre in merito alla sanificazione degli istituti, allo smantellamento delle “aule pollaio” e all’identificazioni di edifici pubblici da destinare all’attività didattica per evitare alla radice il ritorno della didattica on line, favorendo così anche un maggior impiego del personale docente.
#RedditoDiQuarantenaMarche