Arresti e omicidi: la rappresaglia infame di Israele

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Continua, indiscriminata e su civili inermi, la rappresaglia israeliana dopo gli attentati subiti il mese scorso. Stile mass shooting americani – un uomo armato gioca a GTA con civili inermi, non proprio onorevole per la causa dell’Intifada – gli attacchi hanno colpito prima Beersheva, nel sud del paese (quattro morti), poi Hadera nel distretto di Haifa al confine con la Palestina (due uccisi). A inizio aprile è toccato al sobborgo Bnei Brak di Tel Aviv (cinque morti) e giovedì 7 un uomo ha fatto fuoco sui passanti nella centralissima via Dizingoff, arteria della movida della capitale israeliana. Di tutta risposta, l’esercito israeliano ha compiuto arresti indiscriminati e in piena notte, che stanno provocando un’escalation irrefrenabile di rivolte popolari, prima alla porta di Damasco, dove c’è una sorta di presidio permanente a cui l’esercito risponde con arresti e granate, e poi nelle città di Silwad (Ramallah) e Husan (Betlemme) dove gli israeliani hanno ucciso quattro persone. Altri due sono stati uccisi oggi a Jenin, in Cisgiordania. Si preannuncia una primavera caldissima.

Credits della cronaca Audio: Michele Giorgio per PagineEstere.it

MDM 14/04/2022

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