Di Lorenzo Lamperti, Affaritaliani.it
Sì Australia, sì Giappone, sì India, sì anche il Regno Unito. Ma l’Unione europea, quella no. Joe Biden lancia una “santa alleanza” anti cinese, ma nel farlo ignora del tutto i partner europei, rischiando di mettere a repentaglio i classici rapporti transatlantici. Era evidente sin dal ritiro dall’Afghanistan, letto come una debacle per Washington: la Casa Bianca aveva immediato bisogno di far capire le sue intenzioni nell’area dell’Asia Pacifico. Ed ecco che nel giro di poche ore sono arrivati due annunci a effetto. Prima la convocazione del primo summit fisico dei leader del Quad, la piattaforma di dialogo (prettamente militare) che unisce Stati Uniti, Australia, India e Giappone. Poi, inatteso, il lancio del patto Aukus sulla difesa che include Washington, Canberra e Regno Unito. Ma, appunto, non i partner Ue.
Biden vuole trasformare il Quad in una Nato asiatica
L’intenzione, sempre più evidente, degli Stati Uniti è quello di arrivare alla costruzione di una sorta di Nato asiatica. Obiettivo tutt’altro che semplice e scontato, viste le tradizionali ritrosie dei partner asiatici. Il Quad, per esempio, è nato nel 2004 ma finora non aveva mai assunto una forma definita visti i tentennamenti prima dell’Australia (che aveva sostanzialmente portato a un primo accantonamento del progetto tra il 2007 e il 2019) e poi dell’India. Con il Giappone stesso che ha sempre negato la possibilità che la piattaforma si trasformi in qualcosa di più simile a una versione asiatica della Nato.
Nel 2018, il ministro degli Esteri cinese aveva paragonato il Quad a “schiuma marina”. L’iniziativa era appena tornata di attualità, ma l’iniziale approccio mercantilistico di Trump ha creato problemi con i partner asiatici e ha tenuto a lungo tranquillo il governo cinese sulle potenzialità del progetto. D’altronde, la Cina è il principale mercato di esportazione per Giappone e Australia ed è ancora il primo partner commerciale dell’India (il cui export verso Pechino è aumentato dell’11% nel 2020, nonostante le tensioni militari e diplomatiche). Anche per questo nell’ultimo anno, mentre la Casa Bianca passava a una fase di arruolamento anti cinese, Pechino non ha avuto remore a mostrare i muscoli. Fisicamente con India e Giappone lungo il confine conteso e intorno alle isole Senkaku/Diaoyu, figurativamente con l’Australia attraverso una mini guerra commerciale.
Un’alleanza anti cinese nel Pacifico
Sviluppi che, combinati al rinnovato impegno nell’area di Washington con l’arrivo di Biden, potrebbero però dare maggiore concretezza al Quad. Nei mesi scorsi si è tenuto un primo summit virtuale tra i quattro leader, durante il quale si è provato a estendere lo spettro di azione, includendo oltre la difesa anche la produzione e distribuzione vaccinale nonché diversi piano di investimento focalizzati sull’Asia Pacifico e volti a rappresentare un’alternativa alla Belt and Road cinese. Si sono sviluppati nel frattempo anche i rapporti bilaterali. Nei giorni scorsi, per esempio, le marine di India e Australia hanno concluso AUSINDEX 2021, quattro giorni di esercitazioni navali al largo del porto australiano di Darwin. Nelle stesse ore i ministri della Difesa e degli Esteri dei due Paesi hanno aperto nella capitale indiana i lavori del loro primo dialogo strategico.
L’accelerazione sul Quad sembra derivare anche dal nuovo protagonismo geopolitico del Giappone. Tokyo porta avanti le sue relazioni con la Cina su un doppio binario: competizione strategica e cooperazione commerciale. Negli anni pre Covid, complice la normalizzazione dei rapporti portata avanti da Abe e Xi Jinping dopo le precedenti tensioni, aveva nettamente prevalso la seconda. Nel 2020, oltre il 20% dell’export nipponico è finito sul mercato cinese. Nonostante il piano China Exit, tante grandi aziende giapponesi (a partire da quelle automobilistiche) conservano un’enorme parte dei loro ricavi in Cina. Abe e il suo successore Suga Yoshihide hanno sempre allontanato dal Quad l’etichetta di “Nato asiatica” perché il Giappone vuole garantire la sua sicurezza senza pregiudicare i propri interessi economici. Ora, però, appare sempre meno timido nell’esporsi su dossier politicamente delicati. Per il 2022 è stato approvato un budget difensivo da record per un paese che ha ancora una costituzione pacifista retaggio della seconda guerra mondiale, e le imminenti elezioni generali non fanno altro che rendere i toni su Pechino ancora più aspri, con un concomitante avvicinamento a Taiwan.
Il nuovo patto Aukus cancella la strategia Ue sull’Indo-Pacifico
Fin qui, quasi tutto bene per l’Unione europea. Negli ultimi tempi, Bruxelles aveva iniziato anzi a muovere dei passi nella direzione dell’Asia Pacifico. Proprio nella giornata di giovedì 16 settembre è attesa la pubblicazione della strategia Ue sull’Indo-Pacifico, di cui Affaritaliani ha parlato qui nel dettaglio. Per questo i paesi europei non si aspettavano l’annuncio di mercoledì sera, quando Biden, Scott Morrison e Boris Johnson hanno dato vita al nuovo patto Aukus, descritto come una “storica” partnership per la sicurezza nell’area indo-pacifica, un patto di difesa, che comprende il sostegno a Canberra per lo sviluppo di sottomarini a propulsione nucleare.
Biden ha precisato che i sottomarini di cui si doterà l’Australia non avranno “armi nucleari”, ma saranno “armati convenzionalmente”, però saranno “alimentati da reattori nucleari” e nella conferenza stampa non è mai stata nominata la Cina, anche se appare evidente che il bersaglio della nuova alleanza sia proprio quello. Il patto amplia nettamente le capacità militari della flotta australiana e, ovviamente, un maggiore coordinamento di forze può rappresentare un grattacapo per l’esercito cinese.
Salta mega commessa Parigi-Canberra sui sottomarini, Francia infuriata
Ma non è l’unica conseguenza. I paesi europei si sentono traditi da Biden. Improvvisamente, la loro strategia sull’Indo Pacifica, che tra le altre includeva un’ulteriore alternativa alla Via della Seta digitale, perde di rilevanza. E c’è anche un discorso commerciale. Con il patto Aukus, l’Australia ha cancellato un contratto da circa 35 miliardi di euro aperto con la Francia per la fornitura di sottomarini. Biden ha preso una decisione “brutale, unilaterale e imprevedibile che assomiglia molto a quanto fatto da Trump”, ha denunciato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, che ha parlato di “pugnalata alla schiena”.
Morrison ha parlato di “necessità” e ha ribadito che la Francia “rimane un partner incredibilmente importante nel Pacifico”, ma ha riconosciuto che il rapporto tra Canberra e Parigi ha subito un duro colpo: “Condividiamo una profonda passione per la nostra famiglia nel Pacifico e un profondo impegno nei loro confronti; non vedo l’ora di incontrarci una volta superata quella che è ovviamente una decisione molto difficile e deludente per la Francia”, ha detto.
Ma il colpo è fortissimo. Da una parte alla Cina, che descrive gli ultimi sviluppi come “mentalità da guerra fredda”. Dall’altra l’Europa si sente tradita, con in particolare i rapporti con la Francia precipitati ai minimi termini.
Di Lorenzo Lamperti, Affaritaliani.it
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link fonte – https://www.affaritaliani.it/esteri/biden-lancia-una-santa-alleanza-anti-cinese-ma-esclude-umilia-europa-757984.html
16.09.2021
Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org