Ayotzinapa, la risposta dei genitori ad AMLO: «ci ha mentito, ingannato, tradito»

A pochi giorni dal report con il quale il Presidente uscente Andrés Manuel López Obrador scagiona l’esercito dalla responsabilità per aver partecipato direttamente alla sparizione forzata dei 43 studenti di Ayotzinapa la notte del 26 settembre di dieci anni fa, è arrivata la risposta unitaria del Comitato dei Genitori. 

Nel suo report López Obrador, per difendere l’Esercito, ha nuovamente attaccato gli avvocati, le organizzazioni di difesa dei diritti umani, giornalisti e perfino il GIEI (Grupo Interdisciplinario de Expertos Independientes), insinuando che il loro operato risponda a un sentimento antipatriottico e di attacco diretto al Presidente stesso con ingerenze politiche provenienti dagli Stati Uniti. 

Un report che, come ribadisce peraltro lo stesso AMLO, è la congettura finale alla quale è arrivato dopo sei anni di Presidenza e, come sostengono i genitori, non ha alcuna validità legale ma mette nero su bianco il voltafaccia intollerabile del Presidente che in campagna elettorale aveva promesso di arrivare alla verità e ottenere giustizia. 

Alle menzogne e alle supposizioni di López Obrador ha finalmente risposto il Comitato dei Genitori e, dopo aver esaminato e discusso insieme il testo è arrivato a una posizione unitaria che mette dei paletti fondamentali nel prosieguo della lotta: per i genitori, López Obrador ha mentito, ingannato e tradito i genitori i quali ribadiscono l’estrema fiducia verso gli avvocati, le organizzazioni dei diritti umani e il GIEI sotto attacco. Nel comunicato, i genitori fanno presente ad AMLO che non cascano nel suo giochino vittimista e gli ricordano che non è lui la vittima, ma loro, ai quali lo Stato ha sottratto, e continua a sottrargli, i propri figli. Nell’ultima parte del comunicato, i genitori ribadiscono che la loro lotta non finisce qui, che la verità è sempre “implacabile” e che metterà ognuno al posto che si merita nella Storia. 

Di seguito il comunicato tradotto in italiano: 

«I Padri e le Madri dei 43 normalisti scomparsi hanno ricevuto la sua dichiarazione e l’abbiamo letta in dettaglio.

Dobbiamo dirle che la troviamo molto confusa, piena di incongruenze, squalifiche varie che compie, non solo verso i nostri avvocati, ma anche verso i difensori dei diritti umani, verso giornalisti riconosciuti a livello internazionale, funzionari dell’ONU e degli Stati Uniti dei quali dice sono “colpevoli” di ingarbugliare il caso Ayotzinapa per lavare la faccia all’esercito e omettere quella degli altri personaggi responsabili.

Dalla sua sedia presidenziale, senza fondamento reale, cerca di darci un riassunto di speculazioni e congetture in giustificazione di una promessa di campagna che non ha mantenuto alla fine del suo mandato di sei anni.

LEI SIGNOR PRESIDENTE, CI HA MENTITO, CI HA INGANNATO E TRADITO. Lei ci ha guardato in faccia e ha impegnato la sua parola in campagna in cui ci ha promesso di risolvere questo crimine contro l’umanità e così ci avrebbe dato la tanto desiderata verità e giustizia che ogni essere umano ha il diritto di conoscere; dove si trovano i propri cari scomparsi. SEMPLICEMENTE NON HA RISPETTATO LA PAROLA. Non solo ha deluso noi ma anche tutto il popolo del Messico, che ingenuamente gli ha creduto fino a un certo punto.

NON SI PUÒ GIUSTIFICARE LINGIUSTIFICABILE.

Ci sono numerose testimonianze e dichiarazioni ministeriali che sostengono che quel giorno l’esercito era nelle strade e ha partecipato in modo vergognoso alla scomparsa dei nostri figli quel fatidico 26 settembre 2014.

Questa è una verità inconfutabile.

Siamo sorpresi che voglia cancellare le dichiarazioni dell’allora funzionario del suo gabinetto e rappresentante della Commissione della Verità, Alejandro Encinas Rodriguez, che conferma la partecipazione attiva dell’esercito, così come ha fatto il GIEI nel caso Ayotzinapa.

Sappiamo che il rapporto che ci fornisce non ha validità legale, perché lei non è un pubblico ministero e non è mai stato investigatore del caso e ci condivide solo le sue congetture che, a dire il vero, le vediamo molto lontane dalla verità.

VORREMMO RICORDARLE, SIGNOR PRESIDENTE, NEL CASO IN CUI SI FOSSE DIMENTICATO, CHE LA VITTIMA NON È LEI, ma noi che abbiamo perso i nostri figli per il crimine di sparizione forzata, crimini che sono aumentati come mai nella storia del nostro Paese, così come il boom della criminalità organizzata.

Noi Padri e Madri dei 43 normalisti scomparsi di Ayotzinapa, a quasi dieci anni di lotta, non abbiamo smesso di chiedere l’apparizione con vita dei nostri figli e delle centinaia di migliaia di persone scomparse che purtroppo anche loro non sono tra noi.

A lei diciamo che la storia la giudicherà e si occuperà di mettere ognuno al posto che merita. Non si dimentichi che la verità è SEMPRE implacabile.

La nostra lotta non finisce!

¡Ni perdón ni olvido!

¡FueElEstado!

¡Porque vivos se los llevaron, vivos los queremos!!»

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