di Alessandra Daniele
A maggio potremo visitare i familiari. Ma senza riunioni.
A giugno potremo mangiare al ristorante. Ma con la mascherina.
A luglio potremo andare al mare. Ma dentro box di plexiglass.
E potremo comprare abbigliamento. Ma tutti i vestiti che ci proveremo in negozio andranno subito disinfettati.
Le direttive e le proposte per la cosiddetta “Fase di convivenza col virus” sono finora degne d’uno sketch dei Monty Python.
Una cosa è certa: saremo costantemente sorvegliati, schedati, tracciati, controllati e pedinati, e se oltrepasseremo i confini prestabiliti, se usciremo dai binari, un drone ci inseguirà per farci immediatamente riacchiappare, magari da uno sferoide gommoso che ci inghiottirà, come il Numero 6 di The Prisoner.
Intanto migliaia di aziende, fabbriche, empori, cantieri saranno padroni di riaprire subito, e con una semplice comunicazione alla prefettura migliaia non hanno mai chiuso. Perché quei binari devono continuare a portarci al lavoro, come droni telecomandati. Oppure lasciarci a telelavorare da casa, cioè a cottimo.
Chi non riuscirà a riaprire, finirà sbranato e digerito da quello stesso sistema cannibale di cui fa parte.
Mentre ogni giorno di Covid-19 si continua a morire a centinaia, alla Tv, via Skype da casa, la classe dirigente delle librerie bianche incita tutti alla Ripartenza. E a cantare dal balcone, Fratelli D’Italia, Bella Ciao, o entrambe.
Nella notte fra il 18 e il 19 aprile è andato in onda in mondovisione l’One World Together at Home. Pubblicizzato come un concerto, è stato in realtà una mesta videoconferenza nella quale alcune popstar, Lady Gaga (l’organizzatrice) Paul McCartney, Stevie Wonder, Elton John, Celine Dion, Andrea Bocelli e pochi altri si sono a turno collegati per cantare una canzone al pianoforte delle loro ville.
Qualcuno, come Beyoncé, non ha neanche cantato, ma s’è limitato ai soliti discorsi di rito, ripetuti anche da Bill Gates, Oprah Winfrey, Laura Bush e Michelle Obama, su immagini di moltitudini in mascherina.
L’unica cosa a somigliare vagamente a un concerto è stata la session a distanza degli immarcescibili Rolling Stones.
Per tutto il resto, è stato uno spettacolo profondamente malinconico e sinistro.
Il ritratto d’una civiltà di miliardari blindati nei loro castelli, circondati da masse disperate.
Una civiltà morente.
E non solo di Coronavirus.
Questi sono tempi apocalittici, cioè di rivelazione, ma ciò che abbiamo scoperto in fondo lo sapevamo già.
Il capitale se ne fotte della vita umana.
Se ne fotte della nostra vita.
Siamo criceti che corrono dentro a una ruota, per far girare la dinamo che serve a tenere accesi i lampadari di cristallo ai piani alti.
Quanti di questi criceti vengano travolti e schiacciati ogni giorno, ai piani alti non frega, gli basta solo che nella ruota ne restino sempre a sufficienza da continuare a farla girare.
Lo sapevamo già.
Non possiamo più fingere di non saperlo.