Bologna – Fermare i cantieri è possibile: il parco Don Bosco è salvo

Si respira un clima comunitario e accogliente alla due giorni “I territori sono di chi li vive. Fermiamo la colata di cemento”, lanciata dal Comitato Besta a Bologna, nel quartiere di San Donato.

Il comitato è nato nel luglio 2023 contro il progetto di demolizione delle scuole Besta e del parco Don Bosco per la costruzione della nuova scuola “Quattrofoglie”. Subito diversi insegnanti delle scuole Besta si riconoscono nell’articolo pubblicato nel maggio 2023 “Quali piani e quali progetti per il futuro della scuola a bologna” e si ritrovano con attivisti bolognesi per organizzare una raccolta firme contro la costruzione della nuova scuola. “A cosa serve abbattere un parco per costruirci una scuola, quando basterebbe riqualificare quella già in uso”, riferisce una cittadina.

Dopo pochi mesi dalla nascita del comitato, inizia l’abbattimento degli alberi nel parco Don Bosco senza preavviso. Il 29 settembre viene approvato il progetto esecutivo per la costruzione della nuova scuola. La lotta cresce e il comitato si allarga coinvolgendo sempre più persone del quartiere di San Donato. A gennaio inizia il transennamento del parco e cittadine e cittadini si incatenano agli alberi e praticano resistenza passiva.

Nonostante il comitato cresca, il parco viene sempre più transennato e continua l’abbattimento degli alberi. “Vedi come sono ora? Spogli. Con le potature violente e profonde che sono state fatte in questi anni, li stanno facendo soffrire” spiega un’altra cittadina. Si notano nel parco le chiazze in mezzo al verde estremamente esposte al sole di questi giorni, “ecco, lì hanno abbattuto 7 alberi”.

Il 3 aprile accade un tentativo sgombero: gli attacchi durano diverse ore. Durante l’abbattimento degli alberi, vengono sfiorati numerose persone che presidiavano l’area. L’azienda addetta ai lavori e la celere si ritirano e lasciano diversi contusi e feriti, tra cui un anziano con un braccio rotto.

L’escalation della violenza aumenta con il passare delle settimane. Infatti, il 5 aprile un giovane attivista viene aggredito nella tarda notte dalla polizia.

Susseguono tentativi di tavoli con il sindaco e l’amministrazione, ma non c’è l’intenzione di questi ultimi di rivedere il progetto.

Si arriva al 19 giugno. La celere è numerosa e in tenuta antisommossa, vengono abbattuti 60 alberi. Il giorno successivo si ripresentano, ma la polizia effettua diverse cariche e azioni violente, tirando giù dagli alberi diverse attiviste.

Questa mattina (sabato 27 luglio) spiegano “ci è arrivata la notizia il parco potrebbe essere salvo, ma è tutto da verificare”. Mentre una cinquantina di persone del quartiere sta vivendo il parco, arriva la conferma: il sindaco Lepore ferma il progetto: la collocazione delle scuole Besta sarà nel nuovo edificio scolastico vicino al liceo Copernico. “Non vogliamo uno sgombero in stile G8 per realizzare una scuola pubblica” afferma il sindaco Lepore.

“Questa è una vittoria di tutta la cittadinanza. È una vittoria di tutte e tutti”. Nonostante la vittoria il comitato non si vuole fermare, “chiediamo la piantumazione di tutti gli alberi del parco che sono stati abbattuti in questi mesi”.

Aggiungono, che i tentativi di repressione e tutte le denunce che sono state esposte verso chi si è attivato nel comitato devono essere ritirate. Nonostante la vittoria, l’intenzione è quella di prestare attenzione a ciò che l’amministrazione deciderà per la scuola che è già in uso e portare avanti la lotta ambientale in città, verso il passante di mezzo e oltre.

“Sono contento di aver conosciuto tutte queste persone, ora vorrei solo continuare a fare cose insieme a tutti e tutte loro” riferisce un attivista e residente del quartiere, nel clima di festa e di lotta nel parco Don Bosco.

“Questo parco una volta era un bosco, veniva usato per fabbricare la carta”, racconta una attivista e residente del quartiere. “Poi gli alberi erano diventati così fitti che non avevano abbastanza acqua per poter sopravvivere, quindi molti di questi si sono ammalati e sono morti. Trent’anni fa quando venivamo a fare ginnastica con la scuola qui, ce n’erano molti di più. Come si poteva pensare di costruire qualcosa qui? Questi alberi hanno settant’anni e le loro radici sono molto profonde, non si può costruire qualcosa intorno”.

Di fronte ad un sistema che mira alla devastazione e alla costruzione smodata, salvare un parco o un bosco significa anche salvare la memoria storica delle nostre città.

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